“Chi sa qualcosa parli. Anche il più piccolo indizio potrebbe essere utile alle indagini e nulla sarà trascurato. La priorità assoluta in questo momento è riportare a casa Kata”. Così i genitori di Kateleya, la bambina peruviana scomparsa a Firenze dal 10 giugno, hanno lanciato un nuovo appello per avere notizie utili al ritrovamento della figlia tramite i loro legali, gli avvocati Sharon Matteoni e Filippo Zanasi che hanno ingaggiato come consulente il generale dei carabinieri in congedo Luciano Garofano, già comandante del Ris di Parma. In giornata i Carabinieri hanno fatto una scoperta che potrebbe fornire nuovi indizi: la telecamera di un privato cittadino che copre l’ingresso di un’area adiacente al cortile dell’ex hotel Astor.
Intanto all’indomani dello sgombero, i carabinieri hanno avviato una maxi ispezione dell’ex hotel Astor di Firenze, svuotato sabato nell’ambito delle ricerche della piccola che abitava con la famiglia nello stabile occupato. A passare al setaccio l’edificio anche due tecnici del Gruppo d’intervento speciale esperti nell’uso di apparati tecnici ad alta tecnologia, anche adatti a individuare intercapedini o cavità nelle mura. Non è mai stata del tutto accantonata, infatti, l’ipotesi che la bimba possa essere rimasta all’interno dell’edificio.
L’ispezione è stata sospesa nel pomeriggio di domenica e proseguirà lunedì, ma al momento non sarebbero emerse tracce della bambina. In particolare, gli investigatori avrebbero controllato la parte superiore dell’immobile dove sono stati smontati i controsoffitti. Sono state impiegate sonde in fibra ottica e droni per ispezionare il piano superiore del palazzo e uno dei terrazzi al quale non si ha accesso con la scala, dove sarebbe state usate anche speciali torce per la ricerca di eventuali tracce. Le ispezioni hanno riguardato anche i tombini e il vano delle fondamenta del palazzo. Qui gli investigatori avrebbero usato anche una fresa per entrare nelle fondamenta dell’edificio.
Rispetto a quando l’albergo era ancora in funzione, con l’occupazione la struttura avrebbe subito diverse modifiche e presenterebbe anfratti difficilmente raggiungibili. Sul posto sono intervenuti anche i vigili del fuoco. Al sopralluogo ha presenziato anche il pm Christine von Borries. Dai carabinieri è stato fatto sapere che la perquisizione e bonifica dell’hotel Astor è stata sospesa per fare un punto della situazione e pianificare il proseguo dell’attività. Sono state effettuate ispezioni, anche attraverso apparecchiature tecnologiche specifiche (sonde, telecamere e droni), che hanno permesso di verificare il contenuto di vani angusti, intercapedini, controsoffitti, cunicoli, tubazioni, pozzetti e di un sottotetto, anche normalmente non accessibili, alla ricerca di elementi utili alle indagini.
Nel corso dell’ispezione è stato trovato un telefono cellulare in un cassonetto di rifiuti all’esterno della struttura ed è stato acquisito dagli investigatori. Dopo lo sgombero l’immobile è libero da persone e sotto sequestro preventivo affinché non vi si compiano altri reati. Tra questi, ci sono l’occupazione abusiva (invasione di edifici) ma anche il tentato omicidio di un cittadino dell’Ecuador che il 28 maggio è precipitato da una finestra del terzo piano. Con lo sgombero, nel giro di nove ore sono state fatte uscire 132 persone, tra cui 42 minori prevalentemente di nazionalità peruviana e rumena. Gli occupanti sono stati indirizzati ai servizi sociali del Comune.
L’albergo era occupato dal settembre scorso e, come ha riportato la procura di Firenze che ha recepito il decreto del gip Angelo Antonio Pezzuti, vi era “il pericolo che il protrarsi della condotta criminosa” dell’occupazione, “impedendo i necessari e urgenti lavori di ristrutturazione e messa a norma dell’edificio, agevoli o protragga le conseguenze del reato contestato o agevoli la commissione di altri reati”. I vigili del fuoco hanno rimosso un deposito di bombole del gas su un terrazzino, hanno constatato impianti elettrici abusivi la presenza di fornelli, tubature compromesse. Non mancano umidità, perdite di acqua e topi.
Domenica poi, una trentina di persone ha sfilato in corteo davanti all’ex hotel Astor con cori e striscioni per chiedere il ritorno della bambina. Inoltre il cappellano della comunità latinoamericana, Juan Manuel Nunez Rubio, con una lettera aperta, oltre a far suo l’invito dell’arcivescovo di Firenze, il cardinale Giuseppe Betori, affinché tutta la cittadinanza si unisca alla preghiera per la liberazione di Kata, ha espresso preoccupazione “soprattutto quando ci riempiamo di speculazioni in questo caso che stiamo vivendo, diventando giudici, investigatori o psicologi senza avere alcun argomento a sostegno delle nostre speculazioni”, esortando ad affidarsi alle istituzioni “che sono attualmente mobilitati nella ricerca della nostra Kataleya” perché “non si fermeranno finché non troveranno risposte a questa scomparsa”.