“Complici l’inflazione alle stelle e il caro-bollette che ha caratterizzato gli ultimi 2 anni, le vacanze estive 2023 saranno ricordate come le più care di sempre”. Aumenta (quasi) tutto: alberghi, voli, traghetti, persino le sdraio. Ma la sintesi del presidente di Assoutenti, Furio Truzzi, trova conferma anche nei dati Istat. Rispetto al 2022, i pacchetti vacanza nazionali sono rincarati del 19,2%, mentre le strutture ricettive hanno ritoccato le tariffe del 13,7%, con punte del 15,2% per alberghi e motel. Dalle rilevazioni di Assoutenti, emerge poi una novità piuttosto diffusa in tutta Italia: la formula “mezza pensione” sembra ormai sparita e la colazione, sempre più spesso, diventa a pagamento. Una strategia che molti esercenti hanno adottato per contenere i costi e per rendere più allettanti i prezzi di camere e appartamenti sui siti specializzati. La colazione diventa dunque un servizio extra, con costi che variano dai 7 ai 15 euro al giorno a persona.
Ma quanto bisogna mettere in conto, in media, per andare in vacanza quest’anno? A fare i calcoli è Federconsumatori, che ha realizzato una stima comprendendo tutte le spese che un turista si trova ad affrontare, dai trasporti (autostrada e benzina) alle attività sportive, passando per lettini e ombrelloni. Ebbene, per quattro persone una settimana al mare costerà 5.684 euro, il 17% in più rispetto ai 4.849 euro dell’anno scorso. Sul 2021, quando la spesa media è stata di 4.151 euro, il rincaro è di quasi il 37%. In un anno è aumentato tutto (in particolare le camere d’albergo, +28% a 3.534 euro) mentre l’unica voce che cala è la benzina: per fare un pieno ci volevano più di 100 euro nel 2022, quest’anno invece bastano poco più di 92 euro. Magra consolazione, soprattutto per chi vuole andare in crociera, la soluzione più costosa. Una settimana costa infatti 6.806 euro contro i 5.622 dell’anno scorso (+21%), con i biglietti che registrano un aumento del 46% (3.318 euro, ma a pensione completa).
Federconsumatori fa i conti anche sui soggiorni in montagna, la tipologia più economica: una famiglia spenderà in media 4.482 euro (+9% sul 2022). Stime un po’ diverse, ma che indicano sempre rincari decisamente corposi, sono state fatte anche dall’Unione Nazionale Consumatori. Se tra maggio e agosto di quest’anno ci sarà un aumento dei prezzi pari a quello registrato nello stesso periodo dell’anno scorso, in soli quattro mesi villaggi vacanze, campeggi e ostelli costeranno il 28,3% in più, contro il +8,7% messo a segno tra maggio 2023 e maggio 2021. Ancora più pesanti i rincari per il trasporto marittimo, con un +45,3% nei quattro mesi che si concludono ad agosto. Gli alberghi, che solitamente ritoccano i prezzi ad aprile, dovrebbero segnare un aumento delle tariffe del 4,2%. Continuano a correre invece i costi per passare una giornata in spiaggia. Secondo Federconsumatori, per un ombrellone si spendono 12,79 euro contro gli 11 di un anno fa, mentre per una sdraio 8,54 euro (+42%). Discorso in parte diverso per gli abbonamenti. Un giornaliero, con lettino, sdraio e ombrellone, costa il 12% in più (32,26 euro invece che 28,8).
Se invece si sceglie un abbonamento mensile, il prezzo si attesta a 718 euro, in calo del 9% rispetto ai 785 euro del 2022. Lo stagionale invece segna un +29%: servono 2.121 euro. Ma quali sono le località più care? In testa alla classifica delle mete più costose troviamo le strutture ricettive di Sardegna, Sicilia e costiera amalfitana. La stima di Assoutenti, è basata sul periodo 12 agosto-19 agosto, dunque sette notti per due adulti e due bambini sotto i 13 anni con soggiorno in strutture a tre stelle. In Sicilia, al primo posto si trova Cefalù, con un prezzo massimo di 22.343 euro, anche se in media le tariffe oscillano tra i 1.700 e i 3.600 euro. Seguono San Vito Lo Capo con prezzi che variano dai 1.234 ai 8.718 euro e Taormina (908 a 6.913 euro). Molto più economiche Mondello (da 923 a 1.466 euro), Porto Empedocle (da 1.095 a 3.044 euro) e Mazara del Vallo (da 989 a 5.008 euro). Le tariffe sono decisamente elevate in costiera amalfitana: senza mezza pensione, si spendono per il solito tre stelle dai 4.000 agli 11.920 euro a Positano, tra i 1.694 e gli 8.358 euro a Sorrento e tra i 1.968 e i 7.446 euro ad Amalfi. Più conveniente il Cilento: nello stesso periodo, con colazione e cena inclusa, la spesa varia dai 2.422 ai 4.368 euro.
Per quanto riguarda la Puglia, la meta più costosa è Gallipoli: una famiglia con due bambini spende, con soluzione mezza pensione, non meno di 4.140 euro, ma si può arrivare anche a 9.090 euro. Prezzi salati anche in Emilia Romagna. Per un soggiorno di una settimana si parte da un minimo di 1.218 euro a Milano Marittima fino a 19.656 euro a Riccione, dove però sono numerose ancora le offerte a mezza pensione sotto i 2mila euro. In Toscana, invece, a Marina di Pietrasanta bisogna mettere in conto tra i 2.100 euro e i 6.194 euro, mentre a Viareggio almeno 1.500 euro. Un po’ più economica la Liguria, almeno per chi riesce a trovare qualche occasione. A Rapallo, infatti, il prezzo oscilla tra gli 818 e i 7.443 euro, a Santa Margherita Ligure, invece, si va dai 1.435 ai 7.179 euro. In Sardegna, secondo Assoutenti, le cui stime sono state contestate dai rappresentanti regionali di Federalberghi, a San Teodoro (pernottamento senza mezza pensione) si arriva a spendere fino a 20.570 euro. Si tratta della soluzione più costosa e per l’associazione imprenditoriale il prezzo sarebbe frutto di “errori dei sistemi di prenotazione”. Sui siti specializzati si trovano in effetti soluzioni a partire da 1.600 euro e fino a un massimo di 15-16mila euro.
A Baja Sardinia le tariffe sono comprese tra i 2.082 e i 12.054 euro, mentre a Porto Cervo si paga tra i 2.258 euro e i 9.054 euro. In risposta ad Assoutenti, Federalberghi ha dichiarato in una nota che “non si può pensare di trasmettere un’idea della Sardegna turistica basandosi esclusivamente sui prezzi praticati dal 12 al 19 agosto: in Sardegna ci sono vacanze per tutte le tasche, da aprile a novembre e l’isola non è più cara di altre destinazioni”. Tornando ai rincari, in controtendenza c’è solo il noleggio auto. Se l’anno scorso, nell’ultima settimana di luglio, per una Panda si dovevano mettere in conto tra i 650 e gli 850 euro in Sardegna e 880 euro a Palermo, con una macchina appena più grande si sfondavano i 1.000 euro: a Cagliari per una Fiat 500L si arrivava anche a 1.200 euro. Quest’anno i prezzi sembrano essersi sgonfiati. Stando ai calcoli di Assoutenti, noleggiare una piccola utilitaria o una citycar tra il 12 e il 19 agosto costa 402 euro a Olbia, 392 a Catania e 377 a Palermo.