La coppia aveva firmato un accordo per la realizzazione di un podcast disponibile sulla piattaforma Spotify, ma ha deciso di abbandonare il progetto dopo 13 puntate
Proprio non riescono a non far parlare di sé: l’ultima notizia sul loro conto è che sono stati definiti “fo**uti truffatori“. Ma di chi stiamo parlando? Del principe Harry e di Meghan Markle, i duchi di Sussex, che dovrebbero essersi allontanati dai riflettori (queste sembravano essere le loro volontà), ma che invece continuano a creare clamore (e a quanto pare anche scompiglio).
Ma cerchiamo di capire meglio: la coppia, a quanto pare, aveva messo in piedi una società di produzione audio, la Archewell Audio, che avrebbe dovuto curare il loro podcast, con un accordo siglato insieme alla piattaforma Spotify di ben 20 milioni di dollari. Ma i Sussex, dopo aver prodotto una serie con tredici episodi, hanno deciso di abbandonare il progetto, solo tre anni dopo la firma.
Archewell Audio ha così rilasciato una dichiarazione congiunta con Spotify (secondo quanto riportato dal Daily Mail), in cui si annunciava la fine dell’iniziativa: “Il principe Harry e Megan Markle hanno concordato reciprocamente di allontanarsi dal progetto e sono orgogliosi della serie che abbiamo realizzato insieme”, questa la nota della società.
Ma la decisione probabilmente non è stata così “reciproca” visto che l’allontanamento dei due dal progetto ha attirato le ire di Bill Simmons, podcaster, giornalista sportivo, e soprattutto dirigente del comparto Innovazione e Monetizzazione dei Podcast di Spotify, che in una puntata del suo podcast The Ringer ha definito Harry e Meghan “fo**uti truffatori”.
Sempre nella stessa puntata Simmons ha anche fatto cenno ad un call Zoom con il principe Harry, organizzata per fare “brainstorming” sugli ipotetici contenuti per la serie audio: “Dovrei ubriacarmi una notte e raccontare la storia della videochiamata che ho avuto insieme a Harry per cercare di aiutarlo nella struttura e nell’idea di un podcast. È una delle mie storie migliori“, ha dichiarato ironicamente Simmons a proposito del meeting.