Ha appena compiuto 32 anni, ha consegnato la sua tesi e chiede un permesso per tornare a discuterla in presenza a Bologna, dove frequenta un master universitario. Patrick Zaki si rivolge alle autorità egiziane perché gli concedano un esonero, temporaneo, dal divieto di viaggiare collegato al processo cui è sottoposto in patria, dove era stato arrestato a febbraio 2020. E dove, pur tornato in libertà da dicembre 2021, rimane appeso a una vicenda giudiziaria che sembra non finire mai. La prossima udienza è fissata il 18 luglio, dopo una decina di rinvii. “Ho consegnato la copia finale della mia tesi all’Università di Bologna, a quattro anni dall’inizio di quel lungo e faticoso percorso. L’Ateneo mi ha avvisato che le date per la discussione saranno dal 4 al 7 luglio”, spiega il ricercatore egiziano iscritto al master europeo ‘Gemma’ in studi di genere e delle donne. “Oggi presenterò una nuova richiesta al procuratore generale egiziano per chiedere il permesso di recarmi in Italia per partecipare alle sessioni e alle cerimonie di laurea. Spero prevalga la ragione”.

Dopo la scarcerazione Zaki ha infatti continuato a frequentare a distanza, sostenendo esami e arrivando finalmente alla prova finale, un lavoro sui media e gli studi di genere. Al suo fianco, in questa sua richiesta, c’è Amnesty International che fin dall’inizio sostiene con forza la causa di Patrick: “Speriamo che di fronte a una scadenza così importante per la sua vita accademica, le autorità egiziane possano per una volta manifestare umanità e concedere a Patrick un esonero dal divieto di viaggio che possa consentirgli di discutere in presenza la sua tesi”, dice all’Ansa il portavoce italiano, Riccardo Noury.

L’università lo attende: “Come ho detto molte volte, siamo impazienti di riavere Patrick fra noi: quando avrà il permesso di tornare sarà una gioia non solo per l’Alma Mater, ma per tutto il Paese”, dice oggi il rettore Giovanni Molari. “La sua laurea, in ogni caso, è un traguardo importante che Patrick ha perseguito con la generosità e la tenacia che lo contraddistinguono, anche nelle difficili condizioni personali che continua a vivere. Saremo con lui per il momento della sua proclamazione, alla quale sarò personalmente presente per esprimergli il sostegno e l’ammirazione dell’Ateneo”, ha aggiunto il rettore. “Ho visto un ragazzo, ormai un uomo, che ha fatto la tesi con molta serietà, impegno, capacità critica“, ha detto la professoressa Rita Monticelli, coordinatrice del master. “Passione e entusiasmo, pur nelle condizioni difficili in cui si trova. Saremmo felici se potesse essere a Bologna in presenza, sarebbe un gesto di grande umanità, lo accoglieremo a braccia aperte, lo aspettiamo e lo sosteniamo”. Zaki firma una tesi su media e studi di genere. Monticelli è relatrice insieme a un altro insegnante e a un ‘supervisor’ dell’Università di Granada.

Pur a piede libero da un anno e mezzo, l’attivista rischia altri cinque anni di cella per il contenuto di un suo articolo del 2019, su un attentato dell’Isis e due casi di presunte discriminazioni di copti, i cristiani d’Egitto.

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