Mentre la conta parziale delle vittime del crollo della diga della centrale idroelettrica di Kakhovka, in Ucraina, sarebbe salita a 45 persone (secondo quanto calcola la Cnn) e mentre nella regione di Kherson rimangono ancora allagati sei insediamenti, Russia e Ucraina si rimpallano le accuse su chi avrebbe fatto crollare la diga. A provare a dare una spiegazione ci ha pensato il New York Times che, consultando ingegneri ed esperti di esplosivi e incrociando foto satellitari e i disegni tecnici della struttura, arriva a questa conclusione: nonostante siano “teoricamente possibili molteplici spiegazioni“, le prove “indicano chiaramente che la diga è stata paralizzata da un’esplosione provocata dalla parte che la controlla: la Russia“.
Leggendo il reportage del giornale statunitense, ingegneri e esperti sostengono che la diga aveva “un tallone d’Achille” ed essendo stata “costruita nel 1950, in epoca sovietica, Mosca aveva ogni pagina dei disegni tecnici e sapeva dov’era”. La diga, spiegano ancora “è stata costruita con un enorme blocco di cemento alla base” ed è attraversata da “un piccolo passaggio, raggiungibile dalla sala macchine“: proprio qui “suggeriscono le prove”, “è esplosa la carica che ha distrutto la diga”. Pertanto il crollo della diga sarebbe stato causato, secondo questa ricostruzione, dalla detonazione di una carica esplosiva in una galleria di manutenzione interna sotto il livello dell’acqua che porta alla sala delle turbine.
Secondo due ingegneri americani, sulla base dei rilevamenti sismici e satellitari di esplosioni nell’area, la causa di gran lunga più probabile del crollo è la detonazione di una carica esplosiva nella galleria di manutenzione che si trova all’interno della struttura di cemento. “Se l’obiettivo è distruggere la diga, serviva una grande esplosione”, ha affermato Michael West, ingegnere geotecnico ed esperto di sicurezza delle dighe. Come riporta il Nyt, alle 2:35 e alle 2:54 del 6 giugno, i sensori sismici in Ucraina e Romania hanno rilevato delle grandi esplosioni. I testimoni che si trovavano nelle aree limitrofe, tra l’altro, hanno riferito di avere sentito delle grosse esplosioni tra le 2:15 e le 3:00 circa. In più, poco prima che la diga cedesse, i satelliti dell’intelligence americana hanno catturato segnali di calore a infrarossi compatibili con quelli di un’esplosione.
Ihor Strilets, ingegnere ucraino che ha lavorato alla diga, concorda con l’ipotesi dell’esplosivo nella galleria. Secondo la sua analisi, l’esplosione ha distrutto parte delle fondamenta della struttura e la pressione dell’acqua ha fatto il resto. Le autorità ucraine hanno accusato sin dall’inizio i russi di aver fatto saltare la diga, mentre Mosca afferma che la causa è un bombardamento ucraino. La diga, nei mesi precedenti, è stata anche al centro di combattimenti tra i due fronti e le zone limitrofe, più volte, sono state colpite da raffiche di artiglieria. Gli esperti però tendono ad escludere che un attacco “esterno”, o il deterioramento della struttura causato dagli scontri, possa essere stato la causa del crollo della struttura a meno che “fosse stata progettata male o se il calcestruzzo fosse stato scadente”, ma gli ingegneri lo hanno definito “improbabile”. Gli esperti comunque hanno tenuto a sottolineare che solo dopo “un esame completo della diga” dopo che l’acqua è stata scaricata dal bacino sarebbe possibile determinare “la sequenza precisa degli eventi che hanno portato alla distruzione”.