La cantante si racconta al Corriere della Sera
Quando si sente il nome Cristina D’Avena è impossibile non pensare alle sigle dei cartoni che hanno caratterizzato la nostra infanzia. E ancora oggi, con lo spirito da eterna bambina, ritira premi – l’ultimo al Best Movie Comics and Games – e gira l’Italia con i suoi live facendo divertire grandi e piccini. Diventata famosa nei primi anni ’80, ancora minorenne, con canzoni come Bambino Pinocchio, I Puffi, Kiss me Licia e Occhi di gatto, ha poi continuato per tutti gli anni ’90 con Piccoli problemi di cuore, Sailor moon, iniziando una collaborazione anche con Giorgio Vanni per sigle come Rossana, Pokémon e One Piece. Ma come è iniziata la sua carriera? Lo racconta in un intervista per il Corriere della Sera. “All’alba di Canale 5 cercavano una voce per la sigla di Pinocchio. – comincia la cantante – Era il 1981, avevo 17 anni, e ai provini scelsero me. A spingermi a partecipare furono i frati dell’Antoniano, da loro già cantavo nel Piccolo coro”. Prosegue: “Firmai un contratto che mi portò via da Bologna. Per oltre 20 anni abitai al Jolly residence di Milano 2, tuttora il mio posto del cuore”.
Poi svela un retroscena sino ad ora nascosto: “All’inizio ero controllata a vista, pedinata“. Chi era il suo ‘stalker’? Un ex carabiniere a cavallo, Giuseppe, che era stato inviato dal padre per tenerla d’occhio. “Giuseppe gli riferiva tutto – spiega – incontri, uscite, umori. E avevo poche concessioni, giusto qualche cena a San Babila con colleghi e attori di teatro. Seguiva una passeggiatina e poi a letto”. Il suo punto di riferimento in una città sconosciuta? Silvio Berlusconi. “Mi invitava spesso ad Arcore con il mio staff, anche per un giorno intero. E per il mio compleanno mi portava i fiori”. Infine, replica così ai commenti alle foto in bikini che pubblica sui social: “Mi è sempre piaciuto mostrare la mia femminilità, anche ai concerti, le mie forme. Meno le gambe, infatti indosso gonne lunghe. Nessuna proposta indecente, comunque, solo complimenti coloriti. Chi scrive che vorrebbero “puffarmi”, altri invece parlano di elisir di giovinezza”.