Sabato pomeriggio, ore 18.41. L’agenzia Adnkronos pubblica un lancio: “M5s-Grillo: ‘Fate le brigate di cittadinanza, mettete il passamontagna e reagite'”. Sulle agenzie stampa la frase completa verrà pubblicata molti minuti dopo. Ma nonostante l’intervento fosse trasmesso in diretta video sui social ed era possibile riascoltare la frase sotto accusa, i giornali italiani utilizzano quelle poche parole per i loro titoli. Il Corriere.it, ad esempio, titola “Frase choc di Grillo”. Nel testo dell’articolo aggiunge: “Evoca la lotta armata“. Dopo pochi minuti inizia a ricalibrare il tiro. Compare la frase completa del garante del M5s e il titolo cambia da “Frase choc” a “Show di Grillo”. Alla fine nel testo il Corriere scriverà: “Non sembra un invito alla lotta armata ma è comunque una frase forte che crea polemiche”. Proprio così, perché le polemiche politiche sono già iniziate pochi secondi dopo i primi titoli. Anche se “l’opinione pubblica conosce la comunicazione di Grillo e interpreta quelle frasi come una battuta” – come spiega il sondaggista Antonio Noto a ilfattoquotidiano.it – politici e giornali, invece, vanno per la loro strada.
A nessuno, infatti, importa che la frase completa di Beppe Grillo, dal palco di Roma durante la manifestazione contro la precarietà, avesse tutt’altro senso: “Siate i leader di voi stessi. Fate le brigate di cittadinanza, mettete il passamontagna e di nascosto andate a fare i lavoretti, mettete a posto marciapiedi, aiuole, tombini. Fate il lavoro e scappate. Reagite!”. Niente da fare: per riflesso incondizionato, la polemica politica è già nel suo vivo e proseguirà anche nei giorni successivi: “Invocare passamontagna e violenza in piazza è gravissimo e rischioso” (Carlo Calenda, Azione). “Parole eversive” (Alessio D’Amato, Pd). “Grillo non può scherzare con il fuoco” (Tommaso Foti, Fdi). “Parole gravi , istigano all’odio e alla violenza” (Matilde Siracusano, Forza Italia). “Sconcertanti parole” (Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo, Lega). “Incita alla violenza” (Licia Ronzulli, Forza Italia). E addirittura Maurizio Gasparri scomoda pure, per uno strano parallelismo, le “toghe rosse“: “Richiama nella memoria collettiva gli anni del terrorismo e i magistrati politicizzati vorrebbero mettere il bavaglio al Parlamento. È tempo di diritto e di democrazia. Non di passamontagna neri e di toghe rosse”, dice l’azzurro Gasparri. Centrodestra e Azione e Italia Viva sono sul piede di guerra. Così come una parte del Pd che ha voluto scaricare il peso della polemica sulla segretaria Elly Schlein (che era stata al corteo del M5s), arrivando anche alle dimissioni di D’Amato dall’Assemblea nazionale dem. Ma non solo reazioni a caldo. La polemica continua a essere al centro del dibattito politico.
Il giorno successivo Giuseppe Conte parla di “frasi strumentalizzate”: “E’ evidente ciò che Grillo ha detto altre volte, anche in altri spettacoli che ha fatto: auspica una cittadinanza attiva. Cittadinanza attiva che oggi addirittura viene contrasta: basta pensare al signore che è stato multato per aver riempito una buca. Nessuna azione violenta, niente che possa essere strumentalizzato. Il fatto che hanno parlato di questo è positivo”, ha concluso Conte. Finisce qui? Assolutamente no. Domenica, infatti , Beppe Grillo torna a ironizzare postando su Instagram la foto di un uomo con la t-shirt del Movimento 5 Stelle e il passamontagna, che regge un cartello con la scritta “Brigata di cittadinanza – reparto d’assalto“. Grillo commenta la foto con le frasi: “Brigata Riparazione panchine #brigatedicittadinanza” e “Restiamo in attesa delle brigate dei tombini e dei marciapiedi”. Per la senatrice Mariastella Gelmini “dopo le folli dichiarazioni di ieri, oggi Beppe Grillo rincara la dose sui social network. Uno show triste e provocatorio che non fa bene alla politica e all’Italia”. “La foto pubblicata da Beppe Grillo è peggio ancora delle parole pronunciate ieri, di per se gravi perché associare il passamontagna ai temi del lavoro riporta a stagioni di violenze e dolore che nessuno vuole più vivere, tranne chi non ha più argomentazioni. Grillo sta facendo una parabola da comico a Joker”, afferma Augusta Montaruli, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera. “Al di là di tutte le giustificazioni che si vogliano trovare, resta un invito alla violenza e potrebbe sfociare in atti criminosi“, incalza – in una nota – il senatore di Fdi Gianni Rosa.
Ultima tappa è il video di lunedì di Beppe Grillo che torna a ironizzare: “Per favore fermatevi, era una boutade. Possibile che prendete tutto sul serio? Arrivano notizie drammatiche: è stato avvistato un pensionato di 74 anni che stava aggiustando sei tombini di notte con il passamontagna. Un albanese con la cazzuola ha messo a posto otto marciapiedi nella notte con il passamontagna”. E aggiunge: “Serve anche una legge. Il governo deve reagire, deve fare una legge. Abolire l’abuso d’ufficio e mettere l’abuso di lavori socialmente utili. Finitela. Siate coerenti con voi stessi e con il governo e con la politica. Uscite e applaudite la città. Dovete dire – conclude Grillo – ‘guarda che bel tombino devastato, che meraviglioso marciapiede rotto, guarda che piante ammuffite!’. Questo dovete fare. Smettetela perché altrimenti scoppia un casino ottimale!”. Finito qui? No. La distorsione prosegue. Nonostante il senso del video, anche questa volta, sia palese molti giornali lo hanno descritto come una marcia indietro: “Grillo ora frena”, è la chiave di lettura.
E la reazione dell’opinione pubblica a questa distorsione della realtà? Secondo i sondaggisti la polemica politica non avrà alcun riscontro: “L’opinione pubblica conosce la comunicazione di Grillo e interpreta quelle frasi come una battuta. Il resto è solo una polemica dei politici e dei giornali che non avrà alcuna conseguenza sui cittadini”, spiega a ilfattoquotidano.it Antonio Noto, direttore di Noto Sondaggi. Dello stesso parere anche Roberto Weber: “Non cambia nulla, questa polemica non influirà in alcun modo”, sottolinea il presidente dell’Istituto Ixè. Quindi tanto rumore per nulla.