Alla fine non ha voluto aspettare il GP di casa Red Bull, in Austria, per agguantare la leggenda Ayrton Senna nei successi. Max Verstappen si è preso di forza la 41esima vittoria in Canada, garantendo anche il 100esimo successo della storia al suo team, che dal cambio di regolamento tecnico introdotto nel 2022 non ha smesso mai di stupire. Non basta il terzo titolo che dovrebbe arrivare senza troppe discussioni a fine stagione, perché l’olandese si prende oramai anche le briciole e sorride per aver raggiunto nei trionfi il tre volte iridato brasiliano, con cui condivide qualche tratto comportamentale: la fame di successi e la grandissima forza mentale in pista. “Magic” se ne andava il primo maggio 1994 a Imola, entrando nell’immaginario collettivo di persone e piloti. In tanti hanno sognato di eguagliarlo, di imitare il suo stile in pista. E proprio per la guida, molto sovrasterzante, si può dire che Verstappen assomigli a Senna.
Quella frasi di Marko su Verstappen: “Assomiglia a Senna”
Non erano un caso, dunque, le parole di Helmut Marko all’esordio dell’olandese con la Red Bull nel GP di Spagna, vinto subito dopo la promozione dalla Toro Rosso al posto di Daniil Kvyat. “Questo ragazzo assomiglia a Senna”, aveva detto l’austriaco. Frasi che potevano pesare non poco a un ragazzo che, imparando da errori ed eccessi in pista, si è preso il primo mondiale nel 2021 ad Abu Dhabi, vincendo il duello di nervi contro Lewis Hamilton, prima di non fermarsi più negli ultimi due anni. Non c’è nessuno in grado di contrastarlo oggi, nemmeno una Mercedes rinvigorita dopo gli aggiornamenti portati a Montecarlo e una Ferrari apparsa finalmente in forma dopo le fatiche di inizio stagione. E anche il team principal di Verstappen, Christian Horner, si gode i suoi successi, che rafforzano anche le statistiche del team ereditato nel lontano 2005 dalla ex Jaguar: “Nel 27% delle gare disputate è arrivato un successo — le sue parole — In Cina, nel 2009, ero già felice per la prima vittoria, 99 GP dopo possiamo dire che stiamo vivendo un momento fantastico”.
La F1 dei “vecchietti” Hamilton e Alonso
Se davanti c’è un campione verdissimo e con una lunga carriera avanti a sé, la stagione 2023 ha ridato lustro ai due “vecchietti” del paddock: da un lato Fernando Alonso, dall’altro Lewis Hamilton. Il due volte iridato si gode un’Aston Martin tornata competitiva, dopo non aver risposto come doveva nel GP di casa, quello di Barcellona, chiuso lontano dal podio. Il britannico è terzo e soddisfatto per una Mercedes rivitalizzata post-Montecarlo. Aveva passato al via l’eterno rivale spagnolo, che però si è preso la sua rivincita all’ultima chicane pre “Muro dei Campioni”, pochi giri dopo il ritorno ai box della Safety Car entrata per il botto a muro di George Russell (out poco prima della fine di una gara da dimenticare). È stato sportivo Hamilton a fine corsa, ammettendo una superiorità nel passo-gara della Ferrari, che, con diverse qualifiche sabato, visibilmente condizionate dal maltempo, sarebbe probabilmente stata davanti alle vetture di Brackley.
Ferrari, ottima prestazioni e gomme non degradate
Capitolo Ferrari: dopo la gara di Montreal di domenica, i tifosi della Rossa sono finalmente andati a letto tirando qualche sospiro di sollievo. Il giusto assetto trovato alla macchina prima dell’appuntamento canadese, ha dato i suoi frutti alla SF-23 sia sul giro secco che sul passo gara, come hanno dimostrato le libere del venerdì sull’asciutto. La pioggia e la strategia sbagliata in qualifica sabato hanno condizionato il weekend, prima che domenica Maranello rispondesse a dovere, recuperando sei posizioni con la strategia della sosta singola per passare dalla medie alle hard. Proprio in questa fase di gara, il deludente Sergio Pérez (sesto finale), con gomma media, non è riuscito a raggiungere le Rosse, che hanno mostrato segnali di competitività. E i valori in pista non sono cambiati fino alla bandiera a scacchi, con le due vetture italiane che hanno risposto nei tempi a quelli dei primi tre, nonostante sia Verstappen che Hamilton avessero montato le medie nell’ultima sosta.
Ferrari, in Austria per confermare il Canada (con nuovi aggiornamenti)
Le settimane in fabbrica tra Spagna e Canada, dunque, sono servite agli uomini di Maranello. Per migliorare una vettura già rinnovata dopo il grosso pacco-aggiornamenti portato al Montmeló. Finalmente si è vista una rossa in grado di non far degradare le gomme e di garantire lunghi stint di gara. Non è quindi un caso se Sainz e Leclerc, partiti decimo e undicesimo, si sono poi trovati a fine gara dietro al trio di testa. Il team principal Frédéric Vasseur, però, preferisce mantenere i nervi saldi: “Montreal è una pista particolare, ma almeno vediamo la luce in fondo al tunnel — le sue parole — Negli ultimi 30 giri abbiamo avuto lo stesso passo di Hamilton e Alonso, e questo è un buon passo avanti”. In Austria arriveranno altri aggiornamenti e ci sarà la gara Sprint nel mezzo, che potrebbe portare delle sorprese. Applausi infine anche per un super Albon, settimo con la Williams e giunto al traguardo dopo una sosta singola (ha finito la gara con le dure usate di 58 giri), e per Esteban Ocon, che ha resistito agli attacchi di Lando Norris nel finale prendendosi l’ottava posizione. Ora tutti in Austria.