Una stagione peggiore per Matteo Berrettini non la si poteva immaginare. Appena 17 partite giocate, di cui 8 perse. Il ritorno dell’infortunio agli addominali che lo ha tenuto fermo per quasi due mesi. Soprattutto, forse è quello che fa più male, l’addio ai due tornei dove il tennista 27enne romano aveva mostrato la migliore versione del suo talento. Dopo essere uscito tra le lacrime dal campo di Stoccarda, sconfitto al primo turno dall’amico Lorenzo Sonego, Berrettini ha dovuto ritirarsi anche dal Queen’s, Atp 500 che si disputa sui campi in erba londinesi. Fa male al morale, fa malissimo alla classifica: già oggi l’azzurro è numero 34 al mondo, a fine settimana potrebbe essere crollato ancora più in basso. Lontanissimo dal suo best ranking (numero 6), lontanissimo dai tempi in cui si presentava a Wimbledon tra i favoriti. Adesso sicuramente non sarà nemmeno testa di serie, ma sarà già un miracolo vederlo nel tabellone dello Slam su erba.

“Sono davvero triste di dovermi ritirare dal torneo e non avere la possibilità di difendere il titolo. Non vedo l’ora di tornare il prossimo anno”. Con queste parole Berrettini ha annunciato il forfait. Il romano quest’anno ha già dovuto rinunciare a diversi tornei, dopo lo stop a metà aprile a Montecarlo: dagli Internazionali di Roma al Roland Garros. La lunga pausa però sembrava il preambolo a un ritorno in piena forma per la stagione su erba, quella sulla quale Berrettini ha costruito le sue fortune. Il Queen’s, tradizionale appuntamento che precede Wimbledon, negli ultimi due anni era stato infatti terreno di conquista dell’azzurro: due trionfi consecutivi. Anche a Stoccarda Berrettini non aveva mai perso un match.

Quelli che dovevano essere i due tornei preparatori a Wimbledon invece si sono trasformati in un nuovo incubo. Ora le condizioni fisiche e psicologiche di Berrettini sono un’incognita. E la risalita per il 27enne romano si fa sempre più difficile: la nuova classifica lo esclude dalla top 32, quindi da un posto come testa di serie a Wimbledon. Il dubbio però è se l’azzurro sarà in grado di presentarsi sui campi dell’All England Lawn Tennis and Croquet Club in una condizione decente. E lo stesso discorso vale anche per il futuro: un ranking basso significa tabelloni più difficili, risalire è complesso. Specialmente per un tennista perseguitato dagli infortuni proprio nel momento in cui la sua carriera stava arrivando all’apice.

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