Politica

Mai così tanti sbarchi di migranti dal 2017, ma Meloni e Salvini non ne parlano più: ecco i grafici del silenzio social

“L’Italia non può permettersi un’estate di sbarchi”, twittava il 20 giugno 2022 Giorgia Meloni con l’hashtag #BastaSbarchi. Un anno dopo gli sbarchi aumentano e i suoi tweet spariscono. I primi ad accorgersene sono i follower che seguono i profili social della premier e del suo ministro ai Trasporti, Matteo Salvini. E rinfacciano loro i tweet ruggenti dell’anno scorso, quelli contro gli sbarchi di migranti al grido di “blocco navale subito”. Una lunga sfilza di post che un’estate fa e per tutta la campagna elettorale attaccavano l’allora ministra dell’Interno Luciana Lamorgese. Ma soprattutto tenevano il conto degli sbarchi, cosa che la comunicazione della premier e del ministro ha smesso di fare. Nel frattempo gli arrivi registrati nei primi cinque mesi del 2023 sono i più alti dal 2017. A parte la leggera flessione di maggio, quando le condizioni meteo hanno ridotto le partenze, dall’inizio dell’anno gli arrivi via mare hanno sempre superato quelli dello stesso periodo del 2022, anno che si è chiuso con 105 mila sbarchi. Ma gli account dei leader, come quelli dei rispettivi partiti, hanno perso la favella. Scorrendo a ritroso i loro profili, le parole sbarchi, clandestini e blocco navale sono praticamente sparite.

Interazioni Facebook degli account di Meloni, Salvini, FdI e Lega con la parola “sbarchi”

Analizzando le interazioni Facebook degli ultimi 12 mesi sui profili di Meloni, Salvini, Fratelli d’Italia e Lega, utilizzando come parola chiave “sbarchi” emerge con evidenza l’intensa attività dell’anno scorso e fino alle elezioni del 25 settembre. E in modo altrettanto evidente l’appiattimento successivo, una linea orizzontale con piccoli e brevi sussulti solo in occasione dello scontro con la Francia ai primi di novembre 2022 e a marzo di quest’anno, nei giorni del varo del decreto Cutro seguito alla tragedia del naufragio sulle coste calabresi. Niente più conta degli sbarchi, insomma. Stessa cosa cercando “blocco navale”. Anzi, peggio. La promessa elettorale, venduta dalla Meloni come “unica soluzione per fermare l’immigrazione clandestina” è sparita dai radar. Dopo l’insediamento del nuovo governo, i grafici delle interazioni Facebook si appiattiscono anche cercando immigrazione clandestina o clandestini, mentre l’anno scorso non mancava settimana senza che i nostri ricordassero ai loro follower che l’hotspot di Lampedusa scoppiava, che l’Europa non faceva la sua parte e che al Viminale c’era un’incapace. L’insistenza sulla ministra del governo Draghi era tale che a un certo punto l’interessata sbottò con Salvini: “Ce lo dica lui cosa dobbiamo fare, accettiamo consigli”.

Andiamo con ordine. Sul blocco navale c’è poco da dire. Già a pochi mesi dall’insediamento del suo governo la Meloni ha smesso di parlare della “soluzione europea in accordo coi pesi del Nord Africa”. Altro tema che pareva irrinunciabile per Lega e FdI era l’Europa che non si prende i migranti. Invece hanno rinunciato anche a quello: sui social non c’è traccia e lo stesso ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha detto di recente che “continuiamo a non contare” sulla solidarietà europea. Lo stesso Piantedosi che nei mesi scorsi ha dovuto dichiarare l’emergenza “tecnica” per spostare i migranti dal centro di Lampedusa perché “al collasso”. Solo un anno fa Salvini avrebbe tuonato chiedendo le dimissioni del governo. Stavolta no, perché al governo ci sta lui e pazienza se a marzo sono arrivate 13.267 persone rispetto alle 1.300 del marzo 2022 e il mese successivo 14.507 contro le 3.929 dell’aprile 2022. A maggio il dato è di poco inferiore: 8.154 quest’anno, 8.720 l’anno scorso. Tanto che la premier, in una conferenza stampa senza le domande della stampa, si dichiara soddisfatta per “l’ottimo lavoro di Roma e Tunisi”. Ma dimentica il meteo e i cicloni subsahariani che hanno sferzato il Mediterraneo centrale quasi per l’intero mese. Poi torna il bel tempo, gli sbarchi e il silenzio dei nostri governanti. Al 15 di giungo il cruscotto del Viminale segna 55.662 sbarchi da inizio anno, con il dato parziale del mese a quota 5.307. Nell’intero mese di giugno 2022 gli arrivi erano stati 8.152.

I numeri sono quelli ufficiali e sui social rimbalzano troppo in fretta perché i follower di Meloni e Salvini non se ne accorgano. E glieli rinfacciano senza troppi giri di parole: “Non parlate più di sbarchi, eh?”. Il blocco navale, che in un tweet della Meloni del marzo 2022 erano solo “questione di volontà, cara Lamorgese”, ormai è ridotto a una barzelletta. A menzionarlo è solo chi chiede conto della propaganda ossessiva dell’anno scorso, quando a ridosso delle elezioni l’hashtag macinava decine di migliaia di interazioni in pochi giorni mentre nel 2023 è scomparso del tutto. Estate rovente, quella del 2022, anche per i tweet di Salvini che a luglio usa la parola “sbarchi” in 15 post, uno ogni due giorni. Nel 2023 gli sbarchi aumentano del 158% rispetto al 2022 ma la voglia di twittare di Salvini viene meno. Bei tempi quando rivendicava di aver azzerato gli sbarchi coi suoi decreti, tacendo l’effetto decisamente più consistente e duraturo del discusso memorandum con la Libia, quello firmato nel 2017 dal governo Gentiloni. Quando era al Viminale, nel 2019 Salvini impose divieti e limitazioni alle navi delle Ong, che già allora sbarcavano circa il 10% di chi arriva via mare. Lo stesso che cerca di fare il governo Meloni, coi risultati che sappiamo. “Ne arrivano a migliaia e chi può non muove un dito”, twittava il leader leghista esattamente un anno fa, il 17 giugno 2022. Parole identiche a quelle che si sente rivolgere oggi, ministro della Meloni, anche da qualche suo elettore. Che su Twitter gli domanda: “Dove sono finiti i tweet sugli sbarchi?”. O peggio, lo insulta e poi lo sferza: “Siete peggio del Pd, non vi voto più”.