Non simulò il suo sequestro come ipotizzato dai pm di Brescia. Il giudice per l’udienza preliminare ha prosciolto in udienza preliminare Alessandro Sandrini, 38 anni, di Folzano (Brescia), rapito nell’ottobre del 2016 in Turchia e liberato in Siria il 22 maggio del 2019. Per la procura Sandrini aveva simulato il suo sequestro andando in Turchia e scomparendo per alcuni mesi. Per il gup invece non c’è stata alcuna simulazione di reato. L’uomo si è costituito parte civile nei confronti del gruppo che lo ha tenuto sotto sequestro. Del rapimento di Sandrini si apprese solo un anno dopo la scomparsa, nel dicembre 2017. Il bresciano era in viaggio in Turchia.
Poi, dopo quattro telefonate alla madre avvenute nel corso di diversi mesi, nel luglio 2018, il video nel quale il 32enne con indosso una tuta arancione sotto la minaccia di due uomini armati di Ak-47. “Chiedo all’Italia di aiutarmi, di chiudere questa situazione in tempi rapidi. Due anni che sono in carcere, non ce la faccio più. Mi hanno detto che sono stufi, che mi uccideranno se la cosa non si risolve in tempi brevi. Non vedo futuro, non so cosa pensare”, diceva tra l’altro. Sandrini mancava da casa dal 3 ottobre 2016, quando salì su un volo che da Orio al Serio, via Istanbul, lo portò ad Adana, cittadina turca a 180 chilometri da Aleppo. “Vado per una vacanza”, disse alla famiglia. Sandrini, in una intervista al Giornale di Brescia, aveva respinto l’accusa di aver simulato il rapimento: “Non è come è stato raccontato. Non ho preso nemmeno un euro. Non ho ricevuto denaro né per andare là e neppure dopo. Tutto quel periodo è stato un rapimento vero. Dall’inizio alla fine. Non c’è nulla di concordato”. Nel marzo del 2021 furono eseguiti tre arresti per l’organizzazione di finti sequestri: tra gli indagati anche Sandrini. Per cui è stata pronunciata uinma