Durissimo scontro a L’aria che tira (La7) tra la giornalista del Corriere della Sera Maria Teresa Meli e l’ex procuratore aggiunto di Milano, Alfredo Robledo, noto per essersi occupato di casi come quelli sui fondi della Lega.
Casus belli: il ddl Nordio e in particolare quello sulla custodia cautelare, prima della quale il giudice è tenuto a interrogare prima l’imputato, che viene avvisato 5 giorni prima della convocazione con un invito contenente “descrizione sommaria del fatto comprensiva di data e luogo di commissione del reato”.
Robledo definisce “insensata” la normativa, descrivendo ironicamente il contenuto dell’invito che potrebbe essere inviato all’indagato prima dell’interrogatorio: “Egregio signore, è possibile che noi dovremo arrestarla ma non si preoccupi: adesso potrà vedere tutti gli elementi d’accusa, ivi compresa la testimonianza della vicina di casa che l’h vista rubare, anche se non ci sono i riferimenti nominativi. Ci dica dove vuole che le notifichiamo la convocazione, l’ora che le è più comoda. Se vuole, possiamo venire a prenderla. Cordiali saluti”.
Il magistrato commenta: “Qui poco ci manca l’invito a cena. A me sembra una cosa francamente insensata. Se la raccontassi a un magistrato francese o inglese, mi chiederebbe se è uno scherzo. L’Italia non è un paese che ha una grandissima etica di responsabilità personale”.
Insorge Meli: “E invece un imputato non deve avere garanzie? Qua siamo veramente all’assurdo. Nordio al contrario andrebbe contestato perché non ha fatto abbastanza. Ha scritto 4 banalità per dare un po’ più di garantismo e c’è tutta questa sollevazione? L’imputato va trattato coi guanti bianchi, come tutti gli altri. Se lo mettano in testa la politica e la magistratura“.
Robledo replica: “Mi dica in quale paese del mondo esistono sistemi accusatori o inquisitori che avvertono l’imputato prima di arrestarlo. Mi pare ridicola questa cosa. Non è possibile una cosa del genere, non è affatto una garanzia per l’imputato”.
“In Italia non ci sono garanzie – ribatte Meli – Già l’obbligatorietà dell’azione penale è la garanzia che non ci sia garanzia”.
Robledo dissente e risponde: “Ma che dice? Forse lei confonde l’obbligo dell’azione penale con quello che c’è ad esempio negli Usa. Le sta confondendo, non dica cose non vere”.