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Pd, minoranze vs Schlein. Guerini: “Da palco M5s parole sull’Ucraina incompatibili con noi”. De Micheli: “Alleanze non si fanno in piazza”

Nel giorno della direzione Pd, dopo le polemiche per la partecipazione della segretaria dem Elly Schlein alla manifestazione M5s contro la precarietà, le minoranze interne al partito sono partite all’assalto nel nuovo corso. “Al di là della partecipazione a una manifestazione indetta da altri, sono le parole pronunciate da quel palco sull’Ucraina (da Moni Ovadia, ndr) a essere incompatibili con il Partito democratico“, è stato l’affondo del presidente del Copasir ed ex ministro della Difesa, Lorenzo Guerini. “La nostra visione sull’Ucraina è quella ribadita in Parlamento in diverse occasioni e continuerà a essere la nostra visione”, ha attaccato il deputato dem. Parole alle quali la segretaria ha replicato nel corso del suo intervento: “Siamo sempre stati chiari e lineari nel pieno supporto all’Ucraina per la difesa anche con aiuti militari”, ha detto. “Abbiamo tenuto e continueremo a tenere un atteggiamento coerente, ma non dismettiamo la prospettiva di una pace giusta”.
A difendere Schlein (pur avendo sostenuto Stefano Bonaccini all’ultimo Congresso, ndr) è stato invece Brando Benifei, capodelegazione Pd al Parlamento Ue: “La partecipazione di Schlein all’iniziativa M5s è stata giusta. Non bisogna speculare, quando Silvio Berlusconi diceva bestialità sull’Ucraina nessuno di FdI aveva chiesto a Giorgia Meloni di prendere le distanze e dissociarsi, credo che anche nel Pd ci voglia correttezza, pur nel pluralismo interno al partito. Dobbiamo evitare di farci del male“.
Ma Guerini non è stato l’unico ad affondare, il giorno seguente all’addio polemico (per ora soltanto alla Direzione dem) dell’ex candidato nel Lazio, Alessio D’Amato. Anche l’ex candidata alla segreteria Pd Paola De Micheli ha contestato la strategia della segretaria: “Le alleanze non si fanno in piazza. Una coalizione va costruita nel merito e sui contenuti, quindi serve prima definire i nostri temi per dettare l’agenda e la nostra identità“. Un problema, quello dell’identità, evocato pure da Matteo Orfini: “Ci sono stati anni di identità sbiadita, su questo dobbiamo discutere, ma Schlein è appena arrivata”, spiega. “Serve però più impulso alla nostra iniziativa, a me piaceva andare alle nostre manifestazioni, per ora siamo soltanto andati a quelle altrui”.
Ma Orfini ammette: “Attacchi interni un pretesto per far ripartire il logoramento della segretaria? Molti attacchi mi sono sembrati pretestuosi. Io non sarei andato. Ma con Conte abbiamo fatto di peggio, più volte in passato ho detto che stavamo esagerando nella subalternità rispetto al rapporto con i 5 Stelle. Vedere tanti che l’hanno teorizzato indignarsi ora per una manifestazione insieme, un po’ di strumentalità mi pare esserci. Poi è chiaro che ci sono temi politici: faccio fatica a far finta di nulla di fronte a chi offre un palco a Ovadia per dire quelle cose”.
Alle parole di Schlein (“Renzi ha invitato Berlusconi al Nazareno”) ha risposto il diretto interessato, Matteo Renzi, che è intervenuto nel dibattito attraverso un tweet: “Colpisce che durante la direzione nazionale del Pd Elly Schlein senta il bisogno di attaccare proprio me”, ha scritto. “Il mio Pd provò a fare le riforme nonostante il fuoco amico e la violenta polemica interna. E provò a fare le riforme insieme alle opposizioni: Berlusconi venne al Nazareno per discutere seriamente tra avversari come si fa nei paesi civili”. E ancora: “Un consiglio a Elly? Non usi il mio nome per ricompattare i suoi, è un giochino che non funziona più”.