Politica

Schlein: “Noi in piazza? Non c’è da spiegare che siamo contro la precarietà. Chi non è d’accordo lo dica. La nostra gente è stufa del dibattito interno”

Nessuna giustificazione, né passo indietro. Elly Schlein si è presentata davanti alla direzione Pd dopo le critiche per aver partecipato alla manifestazione M5s contro la precarietà e ha difeso la sua scelta dagli attacchi della minoranza. Si è rivolta in particolare a chi “cerca gli incidenti” chiedendo “rispetto” per il partito. “Non c’è da spiegare che siamo contro la precarietà”, ha detto citando le mosse “in direzione opposta” fatte prima del suo arrivo. “Chi non è d’accordo lo dica”. Quindi ha insistito a lungo sul fatto che le continue polemiche interne sono tra i motivi per cui le persone si allontanano dal Partito democratico: “La nostra gente è stufa del dibattito interno“, ha detto. Un brusio che la segretaria dem ha descritto citando la canzone di Diodato “Rumore”. Schlein ha ribadito che il suo obiettivo è quello di dare “un’identità chiara” al Pd, che non può “rappresentare tutto e il suo contrario” e ha soprattutto affermato con insistenza l’intenzione di lavorare per “costruire sinergie con le forze alternative alla destra“. Perché “non si vince da soli”. Per la segretaria dem anzi, già in vista delle prossime Europee, è necessario pensare a creare convergenze. Sui temi e non solo. Intanto il primo appuntamento è quello delle Regionali in Molise del prossimo weekend, dove i dem sostengono lo stesso candidato del M5s: “Mi dispiace che Renzi sostenga in Molise il candidato della destra”, ha aggiunto Schlein. “Renzi parla di subalternità, proprio lui che appena arrivato al Nazareno ha invitato Berlusconi…”. E ancora: “Con i 5 Stelle ci sono distanze siderali sull’Ucraina ma non sul precariato. Se Calenda mi invitasse a un’iniziativa, io ci andrei ma non cambio idea sul sindaco d’Italia”.

La coalizione: “Servono sinergie con le altre forze politiche” – Schlein nel corso del suo intervento ha parlato di sette punti d’azione su cui vuole orientare il partito. E lo spunto di partenza è l’essere chiari e identificabili da parte degli elettori e delle elettrici: “È ora il momento di mobilitare tutto il partito sulla nostra agenda per l’Italia e per l’Europa“, ha detto. “Ho ricevuto un mandato chiaro, ricostruire una identità chiara del partito, che ci renda riconoscibili. Se si tenta di rappresentare tutto e il contrario di tutto si rischia di non rappresentare nessuno e lasciare spazi agli altri”. Proprio la scelta di sfilare con il Movimento 5 stelle ha provocato le proteste di alcuni esponenti della minoranza e ha portato alle dimissioni dell’ex candidato alla Regione Lazio Alessio D’Amato. Schlein non ha citato direttamente l’episodio, ma tutto il discorso è stato incentrato alla risposta agli attacchi. La segretaria è ripartita dal risultato delle scorse amministrative: “Sui ballottaggi c’è stato uno psicodramma alimentato dagli avversari”, ha detto, “ma attenzione a non attirarci demeriti” eccessivi, visto che ad esempio “la Lega è passata da 107 a 37 consiglieri e altre forze ne hanno eletti 5 in tutto. La destra ha una coalizione che si ricompatta. Noi oggi non abbiamo una coalizione e non vinciamo da soli, così come non abbiamo perso da soli. Non pensiamo di essere autosufficienti e abbiamo bisogno di costruire sinergie con le altre forze politiche alternative alla destra. Per questo continueremo a insistere con le altre opposizioni sui temi su cui possiamo unire forze piuttosto che insistere su differenze che pure sono significative”. E proprio a proposito della ricerca di altre forze, la segretaria dem come prima cosa ha esordito ringraziando Articolo Uno per la decisione di sciogliersi e confluire nel Pd: “Voglio ringraziare Roberto Speranza di questa scelta coraggiosa e unitaria e Pier Luigi Bersani di essere rientrato per darci una mano”.

La risposta alle critiche: “Se ci potessero dedicare una canzone sarebbe ‘Rumore'” – La seconda parte del discorso della segretaria è stata tutta dedicata alle dinamiche interne, tema che da anni occupa i giornali e le agende dei segretari Pd. “Lavoriamo tutti insieme, in maniera corale, serve un’orchestra che suona lo stesso partito. Vanno bene le discussioni e le critiche, ma anche la lealtà sui temi che ci uniscono”, ha detto. “Non mi dovrete mai convincere che la segretaria non basta da sola, l’ho detto io fin dall’inizio. Io credo nel gioco di squadra, nella leadership collettiva. A me tocca provare tenervi insieme nella chiarezza della linea politica uscita dal congresso”. Quindi ha attaccato l’ex segretario del Pd e ora leader di Italia viva: “Mi dispiace che Renzi sostenga in Molise il candidato della destra”, ha detto. Schlein ha anche risposto a chi la accusa di non avere una linea chiara: “Quando sento che non c’è una linea politica sorrido, di contenuti siamo pieni ma siamo bravi a coprirli con le divisioni interne. Se a qualcuno questa linea non piace lo ammetta e non trovi altre scuse. Chi cerca l’incidente ogni giorno mi troverà sempre dall’altra parte. Si alimenta il filone letterario delle divisioni del Pd su quei pochi temi su cui convivono sensibilità diverse tra noi. Vi chiedo di far emergere la nostra agenda comune e non farci trascinare ogni giorno dove vogliono i nostri avversari per provare a schiacciarci in dibattiti interni di cui la nostra gente è stufa, rischia di diventare tutto un rumore indistinto. Se ci potessero dedicare una canzone, io credo sceglierebbero ‘Rumore’ di Diodato”. E a chi l’ha attacca ha detto: “C’è chi magari spera di sortire qualche effetto con il giochino del logoramento dei segretari…. non funzionerà, mettetevi comodi. Siamo qui per restare e restare insieme”.

Il lavoro sui territori: “Proponiamo un’estate militante” – Per la segretaria dem la strada da seguire è quella di cercare nuove sinergie e lavorare molto sui territori. “Proponiamo un’estate militante” su alcuni temi, come il Pnrr. “Chiedo ai parlamentari e alle parlamentari di organizzare sui territori un confronto sui Pnrr, così sentiremo suonare dal basso una sveglia per il governo. L’altra grande questione è l’autonomia differenziata, che vuol portare a compimento i mai sopiti sogni della secessione leghista”. Per questo ha annunciato: “Svolgeremo una grande iniziativa il 14 e 15 luglio sull’autonomia differenziata. E chiediamo a nostri eletti di promuovere discussioni nei consigli comunali e provinciali affinché tutti si prendano le loro responsabilità. Presenteremo nei Comuni un testo base per un ordine del giorno”. Il primo appuntamento sarà nel fine settimana: “Apprezziamo e guardiamo con attenzione alla manifestazione di sabato della Cgil sulla sanità pubblica. Noi ci saremo, saremo al loro fianco. Chiediamo a tutte le federazioni di mobilitarsi sulla sanità pubblica, lasciamo ai territori la scelta delle forme, iniziative pubbliche, banchetti. L’importante è tenere alta l’attenzione su quello che Meloni non sta facendo”. Inoltre “il 30 giugno organizziamo una grande iniziativa per la casa, insieme ai sindaci. Questo ci servirà valorizzare le buone partiche per poi aprire una grande campagna di consultazione e a settembre tireremo le somme, presentando il nuovo piano per la casa, che manca da decenni”. Schlein ha anche parlato dei temi su cui intende lavorare con le opposizioni: “Continuiamo a insistere con le altre opposizioni sul salario minimo, l’auspicio è arrivare a una posizione comune. Spingiamo per un congedo paritario di tre mesi, anche su quello si può lavorare con le opposizioni”.

L’attacco al governo – Schlein ha poi attaccato il governo. “E’ una vergogna che una presidente del consiglio parli di pizzo di Stato”. Il riferimento è a una delle frasi usata proprio dalla presidente del Consiglio durante la campagna elettorale. “E’ inaccettabile per l’ideologia che sottende e strizza l’occhio a chi evade”, ha detto. “Noi continueremo a difendere il principio costituzionale della progressività fiscale e della lotta all’evasione”. E ancora: “Il governo si butta ogni giorno su bandierine ideologiche perché sa solo cavalcare le paure, ma non sa dare risposte”. Quindi ha annunciato per “il 6 luglio una serie di incontri sulle politiche industriali”. In generale, ha detto: “Dobbiamo sempre avere l’ambizione di cambiare questo modello di sviluppo, a questo tendono” i piani europei “e proprio per questi motivi la destra nazionalista li ha scelti come nemici, accanto ai migranti, ai diversi, alla comunità Lgbtq+”. E parlando di migranti e del naufragio avvenuto in Grecia, ha detto: “Ha ragione l’Anpi a chiedere una giornata di lutto europeo” per le vittime della strage del Peloponneso. Poi: “Giorgia Meloni vuol portare l’Italia alla testa degli euroscettici uniti, in un’alleanza dell’estrema destra nazionalista con i popolari, che determinerebbe uno scivolamento di una cultura politica finora europeista. Il Pd pensa che l’Ue sia la casa più giusta per i tempi che stiamo attraversando”.

Le posizioni: dalla guerra in Ucraina all’abuso d’ufficio – Schlein è tornata poi sulla posizione dem per quanto riguarda la guerra tra Russia ed Ucraina, linea che differenzia il Pd dal Movimento 5 stelle. “Siamo sempre stati chiari e lineari nel pieno supporto all’Ucraina per la difesa anche con aiuti militari”, ha detto. “Abbiamo tenuto e continueremo a tenere un atteggiamento coerente, ma non dismettiamo la prospettiva di una pace giusta, facciamo nostre le parole di Mattarella di non distogliere la ricerca di un approdo di pace. Una forza di sinistra come la nostra non può dismettere la parola pace”. La segretaria dem si è espressa inoltre sull’abuso d’ufficio, altro tema che ha diviso la dirigenza dem dopo la riforma Nordio che lo abroga: “Siamo disponibili a lavorare a una riforma dell’abuso d’ufficio, ma l’abrogazione sarebbe in contrasto con la normativa europea“, ha detto. La riforma della giustizia nel suo complesso è “la montagna che ha partorito il topolino con pochi interventi spot”.

Le reazioni: da Bonaccini a Guerini e Renzi – Tra chi ha preso la parola dopo la relazione della segretaria, c’è stato anche l’ex avversario Stefano Bonaccini. Che ha ribadito la necessità di aprirsi ad altre forze e, in generale, è sembrato andare nella direzione di quanto affermato da Schlein.”Con il congresso di febbraio non abbiamo archiviato la vocazione maggioritaria, altrimenti avremmo archiviato il Partito democratico”, ha detto. “Su questo proviamo a capirci. Non è con approcci minoritari che mandiamo via la destra dal governo. Senza Pd, M5s e Terzo polo non potremo mai essere alternativi alla destra: il Pd deve essere perno della coalizione”. In generale, Bonaccini ha detto di voler essere “la forza trainante”: “Credo allora sia venuto il tempo davvero di avere una nostra mobilitazione. Non ho niente in contrario a partecipare a quelle altrui, il 24 sarò in piazza alla mobilitazione della Cgil e di altri in difesa della sanità pubblica, laddove vi sia una ragionevole convergenza sui contenuti, ma noi dobbiamo essere la forza trainante, mai metterci a rimorchio. Per questo dobbiamo assumere un’iniziativa come Partito democratico. E condivido le proposte che hai avanzato oggi”. E ha continuato: “Voglio essere chiaro: nessuno pensi che indebolendo Elly il Pd diventi più forte, peraltro solo da tre mesi è in campo il nuovo gruppo dirigente e io come tanti di voi ho spesso sofferto, da quando c’è il Pd, di un autolesionismo che, appena eletto un segretario, portava una parte a cercare di indebolirlo. Vorrebbe dire tagliare il ramo su cui siamo seduti. Ma alla segretaria dico che se gestione unitaria deve essere si discuta di più e meglio di quanto fatti fino ad ora. Non perché io sia affezionato ad un assemblearismo permanente, – anzi, apprezzo l’ascolto ma poi la decisione – ma perché un grande partito, che è altra cosa da un movimento, solo così si tiene fuori da logiche correntizie, che peraltro sai non mi appassionano”.

Chi ha attaccato Schlein più duramente è stato invece l’ex ministro Lorenzo Guerini. “Dalla segretaria ci è stato chiesto di essere franchi”, ha detto prendendo la parola. “Bene: nessuno vuole azzoppare la segretaria e per quel che mi riguarda assicuro come sempre piena disponibilità e aiuto. Ma con franchezza devo dirti che la parte finale della tua relazione è stata inutilmente polemica sul tema. Chi guida deve farsi carico della complessità della nostra comunità e delle decisioni fondamentali che dobbiamo assumere per rafforzare insieme il nostro partito. E la dialettica, se leale, anche quando è aspra, non è lesa maestà, ma se portata avanti con solidarietà e rispetto serve innanzitutto a te, Elly”.

Intanto su Twitter è intervenuto anche lo stesso Renzi dopo essere stato tirato in causa dalla segretaria. “Colpisce che durante la direzione nazionale del Pd Elly Schlein senta il bisogno di attaccare proprio me”, ha scritto. “Il mio Pd provò a fare le riforme nonostante il fuoco amico e la violenta polemica interna. E provò a fare le riforme insieme alle opposizioni: Berlusconi venne al Nazareno per discutere seriamente tra avversari come si fa nei paesi civili. Non si mise il passamontagna per parlare delle brigate, non attaccò gli Stati Uniti d’America, non portò una piattaforma opposta a quella del Pd come hanno fatto Grillo e Conte. Un consiglio a Elly? Non usi il mio nome per ricompattare i suoi, è un giochino che non funziona più. Parli del futuro se ne è capace. Sul passato, se vuole confrontarsi con i nostri risultati, prima prenda il 41% e poi ne riparliamo”.