“Berlusconi non c’è più o forse in qualche modo c’è più di prima. Mettiamo nell’angolo odiatori impenitenti ed emerge il giudizio sull’unicità dell’uomo”. Ignazio La Russa ha aperto così la commemorazione di Silvio Berlusconi, morto lo scorso 12 giugno, a Palazzo Madama, ricordando che è stato “deputato, senatore e quattro volte presidente del Consiglio”. Nel discorso della seconda carica dello Stato – fatto praticamente tutto a braccio – Berlusconi ne esce come un coraggioso visionario a cui tutto è andato bene finché non ha deciso di intraprendere la carriera politica: “Da lì è iniziata la persecuzione” ha detto l’esponente di Fratelli d’Italia.

La Russa ha dichiarato che per Berlusconi “ci sarà sempre un giudice a Berlino”. Il modo di dire è preso da un’opera teatrale di Bertold Brecht in cui si narra dell’imperatore Federico II di Prussia che, pur di espropriare – per abbatterlo – il mulino di un mugnaio, corrompe tutti i giudici del Paese. Tranne uno, che aiutò il mugnaio a vincere la causa.

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Berlusconi, beatificazione e bugie al Senato. Falso di La Russa: “Accuse finite nel nulla”. La destra: “Da lui mai parole d’odio”. Ecco i suoi insulti

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