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Inchiesta Covid, il presidente della Lombardia Attilio Fontana ha chiesto di essere ascoltato dal Tribunale dei Ministri

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Indagato per epidemia e omicidio colposi nell’ambito dell’inchiesta dei pm di Bergamo sulla gestione delle prime fasi dell’epidemia in Val Seriana, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana ha chiesto di essere sentito dal Tribunale dei Ministri, a cui è stato trasferito l’iter processuale della posizione di Fontana insieme a quella di altri 12 indagati. Tra loro, l’ex assessore al Welfare lombardo Giulio Gallera, i tecnici del Cts Agostino Miozzo, Silvio Brusaferro e Claudio D’Amario e l’ex capo della Protezione Civile Angelo Borrelli.

L’istanza per l’interrogatorio è stata depositata dai legali di Fontana, Jacopo Pensa e Federico Papa, i giudici dovranno ora fissare una data per l’audizione del presidente di Regione, la cui posizione è sotto la lente dei magistrati per per la mancata istituzione della zona rossa nella prima ondata di contagi da coronavirus in Val Seriana a fine febbraio del 2020. Lo scorso 7 giugno, lo stesso il Tribunale aveva archiviato le posizioni dell’ex premier Giuseppe Conte e dell’ex ministro della Salute Roberto Speranza, in quanto, secondo i giudici, mancano le prove sul nesso tra la mancata istituzione della zona rossa ad Alzano Lombardo e Nembro e gli oltre 4mila morti.

Il nesso di causalità tra decessi e l’assenza di una misura per isolare i due comuni è “una mera ipotesi teorica sfornita del ben che minimo riscontro”. Anche sulla questione del piano pandemico del 2006 rimasto inapplicato, è stato ritenuto che non fosse adeguato per affrontare la situazione di emergenza che era “di assoluta novità”. Il Tribunale dei Ministri dovrà decidere entro fine luglio, dopo che avrà ricevuto il parere da parte della Procura di Brescia.

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