La decisione a sorpresa del giudice belga Michel Claise di lasciare l’inchiesta sulle presunte mazzette europee pagate da Marocco e Qatar potrebbe aver trovato una spiegazione. E questa va ricercata nella figura del figlio Nicolas che, secondo quanto scrive Le Soir, dal 2018 è in affari con il figlio dell’eurodeputata socialista Maria Arena. Quello di Arena, però, non è un nome qualsiasi: la donna non è mai stata indagata dagli inquirenti belgi che seguono il cosiddetto Qatargate, ma il suo nome compare più volte nelle testimonianze e nelle intercettazioni degli accusati diventate pubbliche nei mesi scorsi. Intanto è stato diffuso il nome della giudice che sostituirà Claise nell’inchiesta: si tratta della procuratrice federale Aurélie Dejaiffe che si è occupata dell’inchiesta sin dall’inizio, prima che il fascicolo passasse interamente nelle mani di Claise. Nel febbraio scorso, la procuratrice ha sostituito il giudice istruttore per circa un mese a seguito di una richiesta di ricusazione.
Proprio la decisione di non indagare mai Arena, visto il ruolo di parlamentare “amica” che i membri della presunta organizzazione criminale in seno al parlamento Ue le attribuiscono, alla luce di quanto scrive il quotidiano belga fa sorgere dei dubbi. Confermati dalla decisione di Claise di lasciare l’incarico poco dopo aver ordinato il fermo dell’europarlamentare Andrea Cozzolino, arrivato ieri in Belgio per essere sentito. E anche le parole pronunciate da Eva Kaili nel corso di una sua recente intervista al Corriere della Sera, rilette oggi, possono diventare molto indicative sul clima che c’è intorno all’inchiesta belga: “Durante il primo interrogatorio e prima di pentirsi, Panzeri ha fatto i nomi di due membri del Parlamento di lingua italiana e non il mio e non parla di me neppure nelle intercettazioni telefoniche. Il primo è stato arrestato, l’altra persona non ha avuto problemi, mi chiedo ancora perché. Forse perché protetta da un’immunità speciale?”. Il riferimento è chiaramente ai due parlamentari belgi di origine italiana: Marc Tarabella, arrestato e rilasciato dopo 3 mesi il 9 maggio scorso, e appunto Maria Arena.
Questo configurerebbe un potenziale conflitto d’interessi che non ha permesso al giudice Claise di rimanere a capo dell’inchiesta sul Qatargate. Secondo l’articolo di Le Soir che riporta alcune dichiarazioni dell’avvocato di Tarabella, Maxim Toeller, Nicolas Claise ha co-fondato “in quote paritetiche con altri cinque azionisti”, tra i quali Ugo Lemaire, figlio di Arena, “la società Brc&Co, specializzata nella vendita di cbd, la cannabis venduta legalmente”. Una società della quale i due sono ancora oggi co-azionisti. La rinuncia di Claise “è diventata inevitabile quando, alle 16.04 di lunedì, Toeller ha inviato una lettera direttamente al giudice informandolo della scoperta e chiedendogli di dimettersi”, si legge nell’articolo. In caso contrario, il legale avrebbe presentato un secondo ricorso, dopo la richiesta di ricusazione presentata a febbraio ma poi respinta dalla giustizia belga. “Siamo sollevati – spiega l’avvocato – Ci dispiace che il giudice istruttore non si sia ritirato direttamente dal caso. Possiamo ora sperare che sia fatta un’analisi delle parole del ‘pentito’ Panzeri, nel rispetto della legge e della giustizia”.
Intanto Cozzolino sarà ascoltato dalla polizia giudiziaria e dal nuovo giudice istruttore nel pomeriggio. Al termine del doppio interrogatorio, il nuovo giudice dovrà decidere se convalidare l’arresto, disporre misure alternative o il rilascio per il politico italiano. La decisione, fa sapere la procura, “dovrebbe arrivare in serata”. Cozzolino, trascinato nell’inchiesta dalle rivelazione dell’ex eurodeputato pentito Pier Antonio Panzeri, era stato raggiunto da un mandato d’arresto europeo a Napoli lo scorso 10 febbraio e, prima di arrivare in Belgio a seguito della revoca degli arresti domiciliari, ha trascorso oltre quattro mesi in custodia cautelare nella sua abitazione campana.