Riforma Nordio, più interventi con una matrice comune: l’insofferenza verso magistrati e cronisti
Non si coglie a pieno la valenza del disegno di legge governativo sulla riforma dell’ordinamento giudiziario se ci si limita a ipotizzare le sue ricadute dirette, dopo che avrà passato il vaglio parlamentare. L’abrogazione del reato di abuso d’ufficio, il depotenziamento del reato di traffico di influenze illecite, l’ulteriore stretta alla pubblicazione delle intercettazioni sono soltanto tasselli di uno schema politico più ampio, del quale si cominciano a cogliere tanto la matrice, d’impronta neo-autoritaria, che il dispiegarsi della trama.
L’esecutivo Meloni ha sfruttato l’onda emotiva della scomparsa di Silvio Berlusconi, al quale in modo significativo viene dedicato il provvedimento, per perseguire finalità analoghe a quelle dei tanti “colpi di spugna” tentati o attuati dal defunto leader di Forza Italia – uno dei quali, poi rientrato, coincise con l’estasi collettiva dopo la vittoria della squadra italiana nelle semifinali dei Mondiali di calcio del 1994. Da qualunque parte lo si guardi, il provvedimento segna un indebolimento dei presidi anticorruzione faticosamente istituiti dal 2012, con l’approvazione della cosiddetta legge Severino. Proprio quest’ultima già si trova nel mirino della foga abrogazionista dell’esecutivo: si vedano i bellicosi intenti del ministro della Giustizia di cancellare la norma che impedisce la candidatura di politici condannati in primo grado per reati contro la pubblica amministrazione.
La riforma più dibattuta sancisce l’abrogazione dell’abuso d’ufficio: questo farà dell’Italia un unicum nel panorama europeo, in controtendenza con la raccomandazione della Commissione Europea che – complice il Qatargate – avrebbe indirizzato i governi nazionali verso l’inasprimento e l’affinamento degli strumenti di repressione della corruzione. Per capire la portata dell’intervento – limitandoci a parafrasare il corrispondente articolo del codice penale – resteranno impuniti il politico o il funzionario che nello svolgimento delle loro funzioni abbiano violato regole di condotta previste dalla legge, ad esempio deliberando in condizioni di conflitto di interessi, e così procurato intenzionalmente a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale, o arrecato ad altri un danno ingiusto.
C’è qualcosa di illogico nelle giustificazioni addotte per un intervento così radicale. L’abroganda norma sull’abuso era stata infatti riformata di recente, giusto per renderla meno “urticante” per gli amministratori. Missione compiuta, verrebbe da dire, al punto che nel 2021 su 5418 procedimenti avviati ci sono state appena 27 condanne e 35 patteggiamenti. Ma oltre l’85 per cento dei procedimenti sono stati archiviati, senza colpo ferire né danno d’immagine per gli imputati.
Ci si potrebbe chiedere da dove scaturisca la famigerata “paura della firma” che attanaglierebbe i funzionari pubblici paralizzando i processi decisionali, quando questi ultimi – dati alla mano – hanno già piena consapevolezza di rischiare poco o nulla in termini penali dall’applicazione di quella norma. Davvero si possono imputare la lentezza e l’inerzia delle procedure che ingolfano la macchina amministrativa a questo presunto “timore della responsabilità” per abusi illegittimi di potere? Piuttosto che legalizzare le violazioni di legge dei funzionari pubblici, sarebbe necessario definire in modo più chiaro e inequivoco il tipo di condotte che quella fattispecie intende perseguire: basterebbe fare un copia-incolla della traduzione italiana dell’equivalente norma francese, tedesca, spagnola, o magari svedese.
Ma la cancellazione ha ben altra funzione, non dichiarata né dichiarabile, eppure palese: ostacolare l’azione dei tanti magistrati che hanno utilizzato indagini sul reato di abuso d’ufficio come “grimaldello” per cogliere anomalie, rilevare e scardinare circuiti di corruzione altrimenti inattaccabili per la connivente omertà di tutti partecipanti – tanti dei quali, visto il clima politico nazionale, presumibilmente affiliati proprio alla maggioranza di governo.
Va nella medesima direzione anche il depotenziamento della fattispecie di traffico di influenze illecite, che punisce l’azione dei mediatori che legano tra loro corrotti e corruttori. Possiamo aspettarci che la restrizione nel raggio di applicazione della norma alle sole contropartite di tipo economico poi effettivamente versate ai decisori pubblici apra praterie ai tanti faccendieri che sgomitano nei paraggi dei centri di spesa pubblica, sfruttando contatti sotterranei e relazioni privilegiate coi decisori.
Si restringe ulteriormente la possibilità per la stampa di pubblicare i contenuti delle intercettazioni, così impedendo ai cittadini di conoscere e giudicare condotte dei propri rappresentanti pure rilevanti politicamente, oltre che eticamente. E già si profila all’orizzonte, in diverse esternazioni del guardasigilli, la stretta complessiva nell’utilizzo di questo strumento di acquisizione delle prove – guarda caso impedendone l’impiego proprio nelle fattispecie di reato che più turbano i sonni dei potenti, ossia i crimini dei colletti bianchi. Ecco che lo pseudo-garantismo sbandierato così fieramente dall’esecutivo si converte nella sua parodia, una garanzia selettiva d’impunità per gli “utilizzatori finali” di denaro, potere, relazioni.
Si coglie un più vasto disegno politico sottostante, rispetto al quale la mini-riforma dell’ordinamento giudiziario è da leggersi in coerenza e continuità con la recente abrogazione dei controlli in itinere della Corte dei Conti, col depotenziamento del ruolo dell’autorità anticorruzione, col controllo egemonico della televisione pubblica, con l’occupazione manu militari dei ruoli di garanzia. Segni dell’insofferenza di questa maggioranza nei confronti dei meccanismi istituzionali di salvaguardia dello Stato di diritto, tra cui l’indipendenza della magistratura e dell’informazione, a presidio dell’uguaglianza dei cittadini di fronte alla giustizia.
Se l’obiettivo è l’accelerazione forzosa dei processi decisionali e degli appalti, così da spendere in tempo utile l’illusoria manna dei miliardi Pnrr, il contesto politico-amministrativo criminogeno che si va delineando finirà per indirizzare una quota cospicua della spesa pubblica non tanto nella realizzazione di interessi collettivi, quanto piuttosto a soddisfare la voracità di mafiosi, corrotti e corruttori.
Del resto, è al modello ungherese di “democrazia illiberale” che neppure troppo velatamente l’attuale maggioranza sembra ispirarsi per orientare nel prossimo decennio le direttrici di un’involuzione istituzionale neo-autoritaria. E, non a caso, l’Ungheria soggiogata dal padre-padrone Orbàn è afflitta da una corruzione tanto endemica quanto istituzionalizzata, che si gioca nel connubio incestuoso tra l’inamovibile élite al potere e i potentati economico-finanziari, impermeabili rispetto alla formale supervisione di magistratura e stampa ormai ridotte con guinzaglio e museruola.
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico
La Redazione
Roma, 3 mar. (Adnkronos) - "I numeri non sono né di destra né di sinistra. Nel 2024 la pressione fiscale è salita al 42,6% e la crescita si è fermata a un misero 0,7%, smentendo le previsioni del governo e del ministro Giorgetti. Meloni aveva promesso meno tasse e invece la pressione fiscale è aumentata. Le persone hanno meno soldi in tasca, bollette più care, rincari. E come se non bastasse il governo taglia sulla sanità pubblica e sui trasferimenti agli enti locali, mettendoli in grande difficoltà. Bisogna fare in fretta a costruire l’alternativa". Lo scrive Stefano Bonaccini sui social.
Roma, 3 mar. (Adnkronos) - La data non è stata ancora ufficializzata ma l'ipotesi è quella dell'11 maggio per le amministrative di primavera. Una tornata che interessa complessivamente oltre 400 comuni. Di questi nove sono capoluogo: Aosta, Bolzano, Genova, Matera, Nuoro, Pordenone, Ravenna, Taranto e Trento. Le regioni autonome hanno già fissato le loro date: a settembre per Aosta e il 4 maggio per le province di Trento e Bolzano.
GENOVA - A Genova la sfida di maggiore impatto nazionale. Una sfida apertissima e che ha il sapore di una possibile 'rivincita' per il centrosinistra dopo le regionali ad ottobre scorso quando Marco Bucci ha battuto, per qualche migliaio di voti, Andrea Orlando confermando la guida della regione Liguria al centrodestra. Gli sfidanti sono il vicesindaco e assessore al Bilancio a Genova, Pietro Picciocchi, per il centrodestra e Silvia Salis per il centrosinistra. Piciocchi, classe ’77, avvocato, sei figli e due in affido, è stato l'uomo dietro la macchina di due giunte di Bucci: la sua candidatura è sostenuta da Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia, Noi Moderati, Udc e Nuovo Psi oltre a due liste civiche. Il centrosinistra al gran completo ha raggiunto l'accordo su Salis, dopo alcune settimane di tensioni interne, soprattutto al Pd. Alla fine i dem hanno optato, anche grazie al lavoro di composizione messo in campo da Orlando, per una candidata civica. Salis, ex-atleta, è vicepresidente vicaria del Coni ed è sposata con il regista cinematografico Fausto Brizzi.
TRENTO E BOLZANO - A Trento il centrosinistra ricandida il sindaco uscente, Franco Ianeselli. Mentre per il centrodestra c'è il nome di Ilaria Goio, messo sul tavolo da Fratelli d'Italia, che deve essere condiviso dagli alleati. Claudio Corrarati, attuale presidente regionale di Cna, è invece il nome a cui pensa la coalizione come primo cittadino di Bolzano (sostenuto da Fdi, Civica per Bolzano, Forza Italia e Lega). In pole per Matera ci sarebbe Piergiorgio Quarto, segretario regionale di Fratelli d'Italia, già presidente della Coldiretti Basilicata ed ex consigliere regionale. Sul versante centrosinistra a Bolzano il candidato sindaco è Juri Andriollo, 49 anni, assessore comunale Pd dell'attuale giunta guidata dal sindaco Renzo Caramaschi. Andriollo è sostenuto da Pd, Verdi, Socialisti e Sinistra Italiana mentre M5S resta fuori dalla coalizione.
PORDENONE - A Pordenone si va al voto dopo le dimissioni del sindaco Alessandro Ciriani, eletto a giugno in Europa. Il centrodestra è unito su Alessandro Basso, esponente di Fdi mentre Nicola Conficoni del Pd, consigliere regionale in carica ed ex assessore all’ambiente a Pordenone, è il candidato del centrosinistra. In corsa anche i civici Marco Salvador e Anna Ciriani.
RAVENNA - Finita l'era Michele De Pascale, eletto presidente della Regione Emilia Romagna, a Ravenna sarà Alessandro Barattoni, 41 anni, segretario provinciale del Pd, a raccogliere il testimone sostenuto da una coalizione ampia di centrosinistra. Il centrodestra invece è ancora alla ricerca di una intesa: se Fdi e Fi puntano su Nicola Grandi, la Lega insiste ancora su Alvaro Ancisi, forte anche di una sua lista civica.
NUORO - A Nuoro il centrosinistra ha trovato la quadra nei giorni scorsi su Emiliano Fenu: il deputato e già senatore del Movimento 5 Stelle sarà il candidato sindaco di un'ampia coalizione. Nel centrodestra invece la partita è a due al momento: i papabili sarebbero Gianni Pittorra, presidente della Nuorese Calcio, e Giuseppe Luigi Cucca, considerato una figura di garanzia per una alleanza civica più ampia.
TARANTO - Tempi strettissimi a Taranto per il rinnovo dell'amministrazione comunale dopo che il consiglio comunale ha sfiduciato nei giorni scorsi il sindaco Rinaldo Melucci. Nel centrodestra il dossier è stato appena aperto e si stanno facendo le prime valutazioni anche per capire come muoversi e verificare le condizioni politiche per correre unito. Partita aperta anche nel centrosinistra sebbene nelle ultime ore starebbe crescendo il pressing sul senatore e vicepresidente del MoVimento 5 Stelle, Mario Turco.
AOSTA - Il centrodestra avrebbe raggiunto un'intesa di massima sul profilo del candidato per sfidare Gianni Nuti, sindaco uscente al primo mandato. Sul voto, previsto per settembre, con il rinnovo anche il consiglio regionale, le forze di maggioranza tengono però nascosti i nomi della rosa condivisa, anche perché non mancherebbe qualche tensione, soprattutto tra Fdi e Fi.
Roma, 3 mar. (Adnkronos) - "Le piazze pro-Putin convocate da Salvini per il prossimo weekend sono oscene. A questo punto, un chiarimento da parte della premier Meloni non è più rinviabile, perché parliamo di linee di politica estera diverse in un momento esistenziale anche per l’Italia. Il parlamento italiano e l’opinione pubblica italiana hanno il diritto di conoscere qual è la posizione e la linea di politica estera che il governo Meloni porta avanti”. Lo ha detto il segretario di +Europa, Riccardo Magi, a Tagadà su La7.
“Tajani e Salvini, i due vicepremier, dicono cose non solo diverse ma addirittura opposte sulla pace in Ucraina. A Salvini sta bene la pace di Putin: a lui va bene che venga invaso un Paese che non ha le capacità militari per difendersi e ritiene giusto che la Russia si pappi l’Ucraina. Vista che questa è anche la posizione di Trump e visto che con questa amministrazione gli Usa sono vernuti meno al ruolo di garante della sicurezza dell’Europa, il governo italiano vuole o no che ci sia una integrazione politica europea e che si recuperino gli anni di ritardo su politica estera e di difesa? Nessuno lo sa, nessuno lo ha capito”, ha concluso Magi.
Roma, 3 mar. (Adnkronos) - "Giorgetti è tutto contento perché lui lo aveva previsto che l’Italia sarebbe cresciuta meno. E quindi oggi lo 0,7% nel 2024 - per il governo doveva essere l’1% - gli sembra un grande risultato. Non la pensano così gli italiani visto che sempre l’Istat certifica anche l’aumento della pressione fiscale salita al 42,6%. E visto che poco si è fatto per l’aumento delle bollette e niente si è fatto di fronte alle numerose aziende in difficoltà: più di 126 mila addetti coinvolti da crisi aziendali. Quei numeri che Giorgetti non vuole vedere, ma dietro ci sono persone e famiglie". Così Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
(Adnkronos) - HONOR, nel corso della conferenza globale di Barcellona al MWC25, ha presentato l'HONOR Pad V9. Il nuovo dispositivo si presenta per il suo design ultrasottile, disponibile nei colori bianco e grigio, di appena 6,1mm e un peso leggero di 475g. Oltre al sofisticato design a doppio anello che incornicia la fotocamera posteriore, questo tablet introduce per la prima volta nel settore il processo di nano-topografia NIL sulla cover posteriore, garantendo una superficie del display sempre pulita e resistente a sporco, impronte digitali e macchie. Questa tecnologia avanzata crea una microstruttura superficiale che disperde le forze d'impatto, aumentando la resistenza all'usura quotidiana. Certificato SGS Gold Five-star Whole Machine High-strength, HONOR Pad V9 può resistere ad una flessione di 100 N/mm.
HONOR Pad V9 dispone di un display da 11,5 pollici che supporta una risoluzione 2,8K e una frequenza di aggiornamento di 144Hz, la cui combinazione garantisce un'esperienza visiva immersiva con immagini fluide, nitide e dettagliate. Inoltre la tecnologia avanzata HONOR Eye Comfort riduce l'emissione di luce blu e stimola una luminosità naturale che protegge gli occhi dall'affaticamento, rendendo il tablet ideale per lunghe sessioni di utilizzo.
Il nuovo tablet HONOR è equipaggiato con il MagicOS 9.0, che offre un'ampia gamma di funzionalità AI progettate per migliorare l'efficienza degli utenti. Questo sistema operativo facilita un multitasking fluido e una gestione intelligente delle attività, permettendo agli utenti di navigare tra le applicazioni con facilità e precisione. Strumenti come HONOR Notes migliorano ulteriormente la produttività, offrendo funzioni avanzate come il riconoscimento delle formule e la conversione da voce a testo.
Disponibilità e Prezzi
Il HONOR Pad V9 è disponibile per l'acquisto a partire da 699,00 €, rendendolo accessibile per chi cerca un tablet di alta qualità a un prezzo competitivo.
(Adnkronos) - Il colosso della tecnologia HONOR ha fatto una mossa significativa nel settore degli smartphone annunciando che fornirà sette anni di aggiornamenti del sistema operativo Android e di sicurezza per la sua serie di punta, HONOR Magic, iniziando dall'Unione Europea. Questo annuncio, parte integrante del HONOR ALPHA PLAN, segna un impegno importante verso la sostenibilità e la sicurezza del cliente, posizionando HONOR tra i primi tre marchi globali a offrire un supporto così esteso.
HONOR non solo si impegna a mantenere i dispositivi aggiornati con le ultime funzionalità e protezioni di sicurezza ma promuove anche una maggiore longevità dei dispositivi, riducendo i rifiuti elettronici e allineandosi agli standard di sostenibilità ambientale. La serie HONOR Magic, notoriamente conosciuta per le sue avanzate capacità AI e prestazioni elevate, beneficerà enormemente di questa estensione, garantendo agli utenti un'esperienza all'avanguardia per un periodo più lungo.
L'HONOR ALPHA PLAN, annunciato come una strategia trasformativa per l'azienda, intende spostare il focus di HONOR dalla produzione di smartphone a leader globale nell'ecosistema dei dispositivi AI. Il piano è strutturato in tre fasi e mira a creare un mondo più intelligente, invitando l'intero settore a collaborare in un ecosistema aperto e orientato alla condivisione del valore. Questo impegno di HONOR non solo migliorerà la sicurezza e le prestazioni dei dispositivi ma si propone anche di massimizzare il potenziale umano a beneficio di tutti.
"HONOR ALPHA PLAN pone una forte enfasi su un approccio incentrato sul consumatore per i nostri prodotti futuri. Il nostro obiettivo è fornire dispositivi e servizi che soddisfino e superino le aspettative dei consumatori, oggi e in futuro. Per questo motivo, HONOR ha deciso di offrire sette anni di aggiornamenti del sistema operativo Android e di sicurezza alla serie HONOR Magic, inclusi il nostro smartphone di punta e il nostro smartphone pieghevole. Questo impegno inizia con HONOR Magic7 Pro e siamo entusiasti di metterlo a disposizione dei nostri clienti”, ha dichiarato James Li, CEO di HONOR.
Gli utenti del HONOR Magic7 Pro nell'UE saranno i primi a godere di questi aggiornamenti estesi. In futuro, questo supporto sarà esteso ad altri modelli di punta dell'azienda, inclusi i dispositivi pieghevoli, garantendo che un numero maggiore di consumatori possa beneficiare delle ultime innovazioni tecnologiche e mantenere i loro dispositivi protetti contro le minacce emergenti per un periodo prolungato.
(Adnkronos) - In risposta alla crescente minaccia dei contenuti deepfake, HONOR ha annunciato il lancio globale della sua innovativa funzione AI Deepfake Detection a partire da aprile 2025. Questa tecnologia all'avanguardia è progettata per combattere l'espansione dei deepfake, offrendo agli utenti una protezione proattiva attraverso l'analisi in tempo reale di video e immagini.
L'ascesa dell'intelligenza artificiale ha portato progressi significativi in numerosi settori, ma ha anche introdotto nuove sfide, come la proliferazione di deepfake avanzati. Questi contenuti manipolati, che includono immagini, registrazioni audio e video, stanno diventando sempre più difficili da riconoscere. Uno studio recente del 2024 da Deloitte ha evidenziato che il 59% degli intervistati fatica a distinguere i contenuti autentici da quelli generati dall'IA, nonostante l'84% ritenga necessaria la loro segnalazione.
HONOR ha adottato un approccio proattivo, sviluppando la tecnologia proprietaria AI Deepfake Detection che è stata presentata per la prima volta a IFA 2024. Questa funzione analizza le sottili incongruenze spesso invisibili all'occhio umano, come imperfezioni sintetiche a livello di pixel e artefatti di composizione dei bordi, offrendo avvisi immediati quando rileva contenuti manipolati.
Come sottolinea Marco Kamiya, Rappresentante UNIDO (Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale)"nell'attuale ondata di digitalizzazione, la sicurezza della privacy è diventata una delle principali preoccupazioni e priorità della nostra vita quotidiana. Con l'intreccio sempre più profondo con il mondo digitale, una grande quantità di informazioni private - dai nostri spostamenti quotidiani alle informazioni finanziarie, dalle relazioni sociali alle nostre preferenze personali - viene archiviata nello spazio digitale".
In quanto elemento centrale della nostra vita e costantemente connesso, gli smartphone contengono una quantità sorprendente di dati personali. Li usiamo per comunicare, per i pagamenti mobili e per registrare i momenti della vita quotidiana. Ogni chiamata, ogni messaggio di testo e ogni transazione online lascia una traccia sul dispositivo, che memorizza non solo le informazioni di contatto, ma anche foto, video e persino la maggior parte delle password dei nostri account.
In quest'ottica, conclude Kamiya, "l'uso dell'AI Deepfake Detection sui dispositivi mobili è un'arma potente per combattere i deepfake, in grado di rilevare difetti nei contenuti deepfake che potrebbero passare inosservati all'occhio umano, come il contatto visivo, l'illuminazione, la nitidezza dell'immagine e la riproduzione del video, dissuadendo le persone dal continuare a impegnarsi con il potenziale rischio per la loro sicurezza".
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Alberto Vannucci
Professore di Scienza Politica
Giustizia & Impunità - 20 Giugno 2023
Riforma Nordio, più interventi con una matrice comune: l’insofferenza verso magistrati e cronisti
Non si coglie a pieno la valenza del disegno di legge governativo sulla riforma dell’ordinamento giudiziario se ci si limita a ipotizzare le sue ricadute dirette, dopo che avrà passato il vaglio parlamentare. L’abrogazione del reato di abuso d’ufficio, il depotenziamento del reato di traffico di influenze illecite, l’ulteriore stretta alla pubblicazione delle intercettazioni sono soltanto tasselli di uno schema politico più ampio, del quale si cominciano a cogliere tanto la matrice, d’impronta neo-autoritaria, che il dispiegarsi della trama.
L’esecutivo Meloni ha sfruttato l’onda emotiva della scomparsa di Silvio Berlusconi, al quale in modo significativo viene dedicato il provvedimento, per perseguire finalità analoghe a quelle dei tanti “colpi di spugna” tentati o attuati dal defunto leader di Forza Italia – uno dei quali, poi rientrato, coincise con l’estasi collettiva dopo la vittoria della squadra italiana nelle semifinali dei Mondiali di calcio del 1994. Da qualunque parte lo si guardi, il provvedimento segna un indebolimento dei presidi anticorruzione faticosamente istituiti dal 2012, con l’approvazione della cosiddetta legge Severino. Proprio quest’ultima già si trova nel mirino della foga abrogazionista dell’esecutivo: si vedano i bellicosi intenti del ministro della Giustizia di cancellare la norma che impedisce la candidatura di politici condannati in primo grado per reati contro la pubblica amministrazione.
La riforma più dibattuta sancisce l’abrogazione dell’abuso d’ufficio: questo farà dell’Italia un unicum nel panorama europeo, in controtendenza con la raccomandazione della Commissione Europea che – complice il Qatargate – avrebbe indirizzato i governi nazionali verso l’inasprimento e l’affinamento degli strumenti di repressione della corruzione. Per capire la portata dell’intervento – limitandoci a parafrasare il corrispondente articolo del codice penale – resteranno impuniti il politico o il funzionario che nello svolgimento delle loro funzioni abbiano violato regole di condotta previste dalla legge, ad esempio deliberando in condizioni di conflitto di interessi, e così procurato intenzionalmente a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale, o arrecato ad altri un danno ingiusto.
C’è qualcosa di illogico nelle giustificazioni addotte per un intervento così radicale. L’abroganda norma sull’abuso era stata infatti riformata di recente, giusto per renderla meno “urticante” per gli amministratori. Missione compiuta, verrebbe da dire, al punto che nel 2021 su 5418 procedimenti avviati ci sono state appena 27 condanne e 35 patteggiamenti. Ma oltre l’85 per cento dei procedimenti sono stati archiviati, senza colpo ferire né danno d’immagine per gli imputati.
Ci si potrebbe chiedere da dove scaturisca la famigerata “paura della firma” che attanaglierebbe i funzionari pubblici paralizzando i processi decisionali, quando questi ultimi – dati alla mano – hanno già piena consapevolezza di rischiare poco o nulla in termini penali dall’applicazione di quella norma. Davvero si possono imputare la lentezza e l’inerzia delle procedure che ingolfano la macchina amministrativa a questo presunto “timore della responsabilità” per abusi illegittimi di potere? Piuttosto che legalizzare le violazioni di legge dei funzionari pubblici, sarebbe necessario definire in modo più chiaro e inequivoco il tipo di condotte che quella fattispecie intende perseguire: basterebbe fare un copia-incolla della traduzione italiana dell’equivalente norma francese, tedesca, spagnola, o magari svedese.
Ma la cancellazione ha ben altra funzione, non dichiarata né dichiarabile, eppure palese: ostacolare l’azione dei tanti magistrati che hanno utilizzato indagini sul reato di abuso d’ufficio come “grimaldello” per cogliere anomalie, rilevare e scardinare circuiti di corruzione altrimenti inattaccabili per la connivente omertà di tutti partecipanti – tanti dei quali, visto il clima politico nazionale, presumibilmente affiliati proprio alla maggioranza di governo.
Va nella medesima direzione anche il depotenziamento della fattispecie di traffico di influenze illecite, che punisce l’azione dei mediatori che legano tra loro corrotti e corruttori. Possiamo aspettarci che la restrizione nel raggio di applicazione della norma alle sole contropartite di tipo economico poi effettivamente versate ai decisori pubblici apra praterie ai tanti faccendieri che sgomitano nei paraggi dei centri di spesa pubblica, sfruttando contatti sotterranei e relazioni privilegiate coi decisori.
Si restringe ulteriormente la possibilità per la stampa di pubblicare i contenuti delle intercettazioni, così impedendo ai cittadini di conoscere e giudicare condotte dei propri rappresentanti pure rilevanti politicamente, oltre che eticamente. E già si profila all’orizzonte, in diverse esternazioni del guardasigilli, la stretta complessiva nell’utilizzo di questo strumento di acquisizione delle prove – guarda caso impedendone l’impiego proprio nelle fattispecie di reato che più turbano i sonni dei potenti, ossia i crimini dei colletti bianchi. Ecco che lo pseudo-garantismo sbandierato così fieramente dall’esecutivo si converte nella sua parodia, una garanzia selettiva d’impunità per gli “utilizzatori finali” di denaro, potere, relazioni.
Si coglie un più vasto disegno politico sottostante, rispetto al quale la mini-riforma dell’ordinamento giudiziario è da leggersi in coerenza e continuità con la recente abrogazione dei controlli in itinere della Corte dei Conti, col depotenziamento del ruolo dell’autorità anticorruzione, col controllo egemonico della televisione pubblica, con l’occupazione manu militari dei ruoli di garanzia. Segni dell’insofferenza di questa maggioranza nei confronti dei meccanismi istituzionali di salvaguardia dello Stato di diritto, tra cui l’indipendenza della magistratura e dell’informazione, a presidio dell’uguaglianza dei cittadini di fronte alla giustizia.
Se l’obiettivo è l’accelerazione forzosa dei processi decisionali e degli appalti, così da spendere in tempo utile l’illusoria manna dei miliardi Pnrr, il contesto politico-amministrativo criminogeno che si va delineando finirà per indirizzare una quota cospicua della spesa pubblica non tanto nella realizzazione di interessi collettivi, quanto piuttosto a soddisfare la voracità di mafiosi, corrotti e corruttori.
Del resto, è al modello ungherese di “democrazia illiberale” che neppure troppo velatamente l’attuale maggioranza sembra ispirarsi per orientare nel prossimo decennio le direttrici di un’involuzione istituzionale neo-autoritaria. E, non a caso, l’Ungheria soggiogata dal padre-padrone Orbàn è afflitta da una corruzione tanto endemica quanto istituzionalizzata, che si gioca nel connubio incestuoso tra l’inamovibile élite al potere e i potentati economico-finanziari, impermeabili rispetto alla formale supervisione di magistratura e stampa ormai ridotte con guinzaglio e museruola.
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Il potere dei segreti
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Roma, 3 mar. (Adnkronos) - "I numeri non sono né di destra né di sinistra. Nel 2024 la pressione fiscale è salita al 42,6% e la crescita si è fermata a un misero 0,7%, smentendo le previsioni del governo e del ministro Giorgetti. Meloni aveva promesso meno tasse e invece la pressione fiscale è aumentata. Le persone hanno meno soldi in tasca, bollette più care, rincari. E come se non bastasse il governo taglia sulla sanità pubblica e sui trasferimenti agli enti locali, mettendoli in grande difficoltà. Bisogna fare in fretta a costruire l’alternativa". Lo scrive Stefano Bonaccini sui social.
Roma, 3 mar. (Adnkronos) - La data non è stata ancora ufficializzata ma l'ipotesi è quella dell'11 maggio per le amministrative di primavera. Una tornata che interessa complessivamente oltre 400 comuni. Di questi nove sono capoluogo: Aosta, Bolzano, Genova, Matera, Nuoro, Pordenone, Ravenna, Taranto e Trento. Le regioni autonome hanno già fissato le loro date: a settembre per Aosta e il 4 maggio per le province di Trento e Bolzano.
GENOVA - A Genova la sfida di maggiore impatto nazionale. Una sfida apertissima e che ha il sapore di una possibile 'rivincita' per il centrosinistra dopo le regionali ad ottobre scorso quando Marco Bucci ha battuto, per qualche migliaio di voti, Andrea Orlando confermando la guida della regione Liguria al centrodestra. Gli sfidanti sono il vicesindaco e assessore al Bilancio a Genova, Pietro Picciocchi, per il centrodestra e Silvia Salis per il centrosinistra. Piciocchi, classe ’77, avvocato, sei figli e due in affido, è stato l'uomo dietro la macchina di due giunte di Bucci: la sua candidatura è sostenuta da Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia, Noi Moderati, Udc e Nuovo Psi oltre a due liste civiche. Il centrosinistra al gran completo ha raggiunto l'accordo su Salis, dopo alcune settimane di tensioni interne, soprattutto al Pd. Alla fine i dem hanno optato, anche grazie al lavoro di composizione messo in campo da Orlando, per una candidata civica. Salis, ex-atleta, è vicepresidente vicaria del Coni ed è sposata con il regista cinematografico Fausto Brizzi.
TRENTO E BOLZANO - A Trento il centrosinistra ricandida il sindaco uscente, Franco Ianeselli. Mentre per il centrodestra c'è il nome di Ilaria Goio, messo sul tavolo da Fratelli d'Italia, che deve essere condiviso dagli alleati. Claudio Corrarati, attuale presidente regionale di Cna, è invece il nome a cui pensa la coalizione come primo cittadino di Bolzano (sostenuto da Fdi, Civica per Bolzano, Forza Italia e Lega). In pole per Matera ci sarebbe Piergiorgio Quarto, segretario regionale di Fratelli d'Italia, già presidente della Coldiretti Basilicata ed ex consigliere regionale. Sul versante centrosinistra a Bolzano il candidato sindaco è Juri Andriollo, 49 anni, assessore comunale Pd dell'attuale giunta guidata dal sindaco Renzo Caramaschi. Andriollo è sostenuto da Pd, Verdi, Socialisti e Sinistra Italiana mentre M5S resta fuori dalla coalizione.
PORDENONE - A Pordenone si va al voto dopo le dimissioni del sindaco Alessandro Ciriani, eletto a giugno in Europa. Il centrodestra è unito su Alessandro Basso, esponente di Fdi mentre Nicola Conficoni del Pd, consigliere regionale in carica ed ex assessore all’ambiente a Pordenone, è il candidato del centrosinistra. In corsa anche i civici Marco Salvador e Anna Ciriani.
RAVENNA - Finita l'era Michele De Pascale, eletto presidente della Regione Emilia Romagna, a Ravenna sarà Alessandro Barattoni, 41 anni, segretario provinciale del Pd, a raccogliere il testimone sostenuto da una coalizione ampia di centrosinistra. Il centrodestra invece è ancora alla ricerca di una intesa: se Fdi e Fi puntano su Nicola Grandi, la Lega insiste ancora su Alvaro Ancisi, forte anche di una sua lista civica.
NUORO - A Nuoro il centrosinistra ha trovato la quadra nei giorni scorsi su Emiliano Fenu: il deputato e già senatore del Movimento 5 Stelle sarà il candidato sindaco di un'ampia coalizione. Nel centrodestra invece la partita è a due al momento: i papabili sarebbero Gianni Pittorra, presidente della Nuorese Calcio, e Giuseppe Luigi Cucca, considerato una figura di garanzia per una alleanza civica più ampia.
TARANTO - Tempi strettissimi a Taranto per il rinnovo dell'amministrazione comunale dopo che il consiglio comunale ha sfiduciato nei giorni scorsi il sindaco Rinaldo Melucci. Nel centrodestra il dossier è stato appena aperto e si stanno facendo le prime valutazioni anche per capire come muoversi e verificare le condizioni politiche per correre unito. Partita aperta anche nel centrosinistra sebbene nelle ultime ore starebbe crescendo il pressing sul senatore e vicepresidente del MoVimento 5 Stelle, Mario Turco.
AOSTA - Il centrodestra avrebbe raggiunto un'intesa di massima sul profilo del candidato per sfidare Gianni Nuti, sindaco uscente al primo mandato. Sul voto, previsto per settembre, con il rinnovo anche il consiglio regionale, le forze di maggioranza tengono però nascosti i nomi della rosa condivisa, anche perché non mancherebbe qualche tensione, soprattutto tra Fdi e Fi.
Roma, 3 mar. (Adnkronos) - "Le piazze pro-Putin convocate da Salvini per il prossimo weekend sono oscene. A questo punto, un chiarimento da parte della premier Meloni non è più rinviabile, perché parliamo di linee di politica estera diverse in un momento esistenziale anche per l’Italia. Il parlamento italiano e l’opinione pubblica italiana hanno il diritto di conoscere qual è la posizione e la linea di politica estera che il governo Meloni porta avanti”. Lo ha detto il segretario di +Europa, Riccardo Magi, a Tagadà su La7.
“Tajani e Salvini, i due vicepremier, dicono cose non solo diverse ma addirittura opposte sulla pace in Ucraina. A Salvini sta bene la pace di Putin: a lui va bene che venga invaso un Paese che non ha le capacità militari per difendersi e ritiene giusto che la Russia si pappi l’Ucraina. Vista che questa è anche la posizione di Trump e visto che con questa amministrazione gli Usa sono vernuti meno al ruolo di garante della sicurezza dell’Europa, il governo italiano vuole o no che ci sia una integrazione politica europea e che si recuperino gli anni di ritardo su politica estera e di difesa? Nessuno lo sa, nessuno lo ha capito”, ha concluso Magi.
Roma, 3 mar. (Adnkronos) - "Giorgetti è tutto contento perché lui lo aveva previsto che l’Italia sarebbe cresciuta meno. E quindi oggi lo 0,7% nel 2024 - per il governo doveva essere l’1% - gli sembra un grande risultato. Non la pensano così gli italiani visto che sempre l’Istat certifica anche l’aumento della pressione fiscale salita al 42,6%. E visto che poco si è fatto per l’aumento delle bollette e niente si è fatto di fronte alle numerose aziende in difficoltà: più di 126 mila addetti coinvolti da crisi aziendali. Quei numeri che Giorgetti non vuole vedere, ma dietro ci sono persone e famiglie". Così Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
(Adnkronos) - HONOR, nel corso della conferenza globale di Barcellona al MWC25, ha presentato l'HONOR Pad V9. Il nuovo dispositivo si presenta per il suo design ultrasottile, disponibile nei colori bianco e grigio, di appena 6,1mm e un peso leggero di 475g. Oltre al sofisticato design a doppio anello che incornicia la fotocamera posteriore, questo tablet introduce per la prima volta nel settore il processo di nano-topografia NIL sulla cover posteriore, garantendo una superficie del display sempre pulita e resistente a sporco, impronte digitali e macchie. Questa tecnologia avanzata crea una microstruttura superficiale che disperde le forze d'impatto, aumentando la resistenza all'usura quotidiana. Certificato SGS Gold Five-star Whole Machine High-strength, HONOR Pad V9 può resistere ad una flessione di 100 N/mm.
HONOR Pad V9 dispone di un display da 11,5 pollici che supporta una risoluzione 2,8K e una frequenza di aggiornamento di 144Hz, la cui combinazione garantisce un'esperienza visiva immersiva con immagini fluide, nitide e dettagliate. Inoltre la tecnologia avanzata HONOR Eye Comfort riduce l'emissione di luce blu e stimola una luminosità naturale che protegge gli occhi dall'affaticamento, rendendo il tablet ideale per lunghe sessioni di utilizzo.
Il nuovo tablet HONOR è equipaggiato con il MagicOS 9.0, che offre un'ampia gamma di funzionalità AI progettate per migliorare l'efficienza degli utenti. Questo sistema operativo facilita un multitasking fluido e una gestione intelligente delle attività, permettendo agli utenti di navigare tra le applicazioni con facilità e precisione. Strumenti come HONOR Notes migliorano ulteriormente la produttività, offrendo funzioni avanzate come il riconoscimento delle formule e la conversione da voce a testo.
Disponibilità e Prezzi
Il HONOR Pad V9 è disponibile per l'acquisto a partire da 699,00 €, rendendolo accessibile per chi cerca un tablet di alta qualità a un prezzo competitivo.
(Adnkronos) - Il colosso della tecnologia HONOR ha fatto una mossa significativa nel settore degli smartphone annunciando che fornirà sette anni di aggiornamenti del sistema operativo Android e di sicurezza per la sua serie di punta, HONOR Magic, iniziando dall'Unione Europea. Questo annuncio, parte integrante del HONOR ALPHA PLAN, segna un impegno importante verso la sostenibilità e la sicurezza del cliente, posizionando HONOR tra i primi tre marchi globali a offrire un supporto così esteso.
HONOR non solo si impegna a mantenere i dispositivi aggiornati con le ultime funzionalità e protezioni di sicurezza ma promuove anche una maggiore longevità dei dispositivi, riducendo i rifiuti elettronici e allineandosi agli standard di sostenibilità ambientale. La serie HONOR Magic, notoriamente conosciuta per le sue avanzate capacità AI e prestazioni elevate, beneficerà enormemente di questa estensione, garantendo agli utenti un'esperienza all'avanguardia per un periodo più lungo.
L'HONOR ALPHA PLAN, annunciato come una strategia trasformativa per l'azienda, intende spostare il focus di HONOR dalla produzione di smartphone a leader globale nell'ecosistema dei dispositivi AI. Il piano è strutturato in tre fasi e mira a creare un mondo più intelligente, invitando l'intero settore a collaborare in un ecosistema aperto e orientato alla condivisione del valore. Questo impegno di HONOR non solo migliorerà la sicurezza e le prestazioni dei dispositivi ma si propone anche di massimizzare il potenziale umano a beneficio di tutti.
"HONOR ALPHA PLAN pone una forte enfasi su un approccio incentrato sul consumatore per i nostri prodotti futuri. Il nostro obiettivo è fornire dispositivi e servizi che soddisfino e superino le aspettative dei consumatori, oggi e in futuro. Per questo motivo, HONOR ha deciso di offrire sette anni di aggiornamenti del sistema operativo Android e di sicurezza alla serie HONOR Magic, inclusi il nostro smartphone di punta e il nostro smartphone pieghevole. Questo impegno inizia con HONOR Magic7 Pro e siamo entusiasti di metterlo a disposizione dei nostri clienti”, ha dichiarato James Li, CEO di HONOR.
Gli utenti del HONOR Magic7 Pro nell'UE saranno i primi a godere di questi aggiornamenti estesi. In futuro, questo supporto sarà esteso ad altri modelli di punta dell'azienda, inclusi i dispositivi pieghevoli, garantendo che un numero maggiore di consumatori possa beneficiare delle ultime innovazioni tecnologiche e mantenere i loro dispositivi protetti contro le minacce emergenti per un periodo prolungato.
(Adnkronos) - In risposta alla crescente minaccia dei contenuti deepfake, HONOR ha annunciato il lancio globale della sua innovativa funzione AI Deepfake Detection a partire da aprile 2025. Questa tecnologia all'avanguardia è progettata per combattere l'espansione dei deepfake, offrendo agli utenti una protezione proattiva attraverso l'analisi in tempo reale di video e immagini.
L'ascesa dell'intelligenza artificiale ha portato progressi significativi in numerosi settori, ma ha anche introdotto nuove sfide, come la proliferazione di deepfake avanzati. Questi contenuti manipolati, che includono immagini, registrazioni audio e video, stanno diventando sempre più difficili da riconoscere. Uno studio recente del 2024 da Deloitte ha evidenziato che il 59% degli intervistati fatica a distinguere i contenuti autentici da quelli generati dall'IA, nonostante l'84% ritenga necessaria la loro segnalazione.
HONOR ha adottato un approccio proattivo, sviluppando la tecnologia proprietaria AI Deepfake Detection che è stata presentata per la prima volta a IFA 2024. Questa funzione analizza le sottili incongruenze spesso invisibili all'occhio umano, come imperfezioni sintetiche a livello di pixel e artefatti di composizione dei bordi, offrendo avvisi immediati quando rileva contenuti manipolati.
Come sottolinea Marco Kamiya, Rappresentante UNIDO (Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale)"nell'attuale ondata di digitalizzazione, la sicurezza della privacy è diventata una delle principali preoccupazioni e priorità della nostra vita quotidiana. Con l'intreccio sempre più profondo con il mondo digitale, una grande quantità di informazioni private - dai nostri spostamenti quotidiani alle informazioni finanziarie, dalle relazioni sociali alle nostre preferenze personali - viene archiviata nello spazio digitale".
In quanto elemento centrale della nostra vita e costantemente connesso, gli smartphone contengono una quantità sorprendente di dati personali. Li usiamo per comunicare, per i pagamenti mobili e per registrare i momenti della vita quotidiana. Ogni chiamata, ogni messaggio di testo e ogni transazione online lascia una traccia sul dispositivo, che memorizza non solo le informazioni di contatto, ma anche foto, video e persino la maggior parte delle password dei nostri account.
In quest'ottica, conclude Kamiya, "l'uso dell'AI Deepfake Detection sui dispositivi mobili è un'arma potente per combattere i deepfake, in grado di rilevare difetti nei contenuti deepfake che potrebbero passare inosservati all'occhio umano, come il contatto visivo, l'illuminazione, la nitidezza dell'immagine e la riproduzione del video, dissuadendo le persone dal continuare a impegnarsi con il potenziale rischio per la loro sicurezza".