Mi sono svegliata e mi hanno detto che il nome del mio paese è cambiato: Fascistolandia, il nuovo splendido titolo. Un luogo dalle regole semplici e chiare, in cui le donne possono generare figli solo per affidarle al cognome del pater familias; non possono crescerli con altre donne, giammai, altrimenti saranno presi seri provvedimenti al riguardo. Non possono donarli a due uomini che vogliono crescere e amare un bambino. Nella terra di “Dio, patria e famiglia”, l’unica famiglia che ha diritti è quella eterosessuale. Eppure ci sono dei torti subiti anche in quella.

Qualche coppia etero, che non può avere figli, ha ricevuto un bimbo in dono da un’altra donna. Una parente, una amica, qualcuna che voleva dare a quel bambino genitori che lo amassero. Anche loro sono un po’ nei guai perché a Fascistolandia torna la convinzione che se non puoi avere dei figli devi rassegnarti, anzi, dovrai sottoporti alla gogna collettiva perché sei inutile, improduttiva. E che dire delle donne single con figli? Decideranno forse di cooptare e assegnare mariti in modo coatto?

Certamente faranno scelte che ci sorprenderanno e ci faranno sentire delle “vere donne”, nate con utero utile alla patria. Poi riceveremo il premio per la riproduzione realizzata in modo regolare, secondo le norme stabilite. Dunque non c’è più un titolo genitoriale per una seconda mamma, i genitori gay forse saranno destinati entrambi alla galera, le madri single saranno stigmatizzate e costrette a scegliere un pater familias al supermercato di maschi disponibili.

Le femmine che non possono avere figli saranno destinate a ruoli ancillari di schiavitù delle famiglie prolifiche. Gli uomini che non vogliono figli o non possono averne saranno inviati in luoghi di recupero dell’orgoglio maschile. Ed eccoci nella terra del domani. Tanto auspicata da certe donne che hanno il coraggio di definirsi “radical feminist” e scrivono su testate giornalistiche ultra cattoliche e no choice. Perché in fondo tentano di salvare le donne da se stesse e non vale più il detto “l’utero è mio e lo gestisco io”. L’utero non è mai stato nostro, ma dello Stato, di un Dio, di un Patriarca e delle donne che rafforzano il patriarcato e la dominazione maschile sul corpo delle donne. Le nostre scelte non contano. Non siamo libere di amare chi vogliamo. Non c’è altra via se non quella eteronormativa. perché così decide la maggioranza di un governo scelto dal “popolo” di estrema destra.

Seguiranno la divisione obbligatoria di ruoli in casa: donna casalinga e uomo lavoratore. Quella obbligatoria dei corsi scolastici per bambini, economia domestica per le femmine e montaggio carri e falegnameria per i maschi. Che altro? Perché morto un diritto civile tutto viene giù rovinosamente come in una grande valanga. E coloro che ritengono che la cosa non possa e non dovrà riguardarli dovranno comunque temere, perché una società in cui muoiono i diritti civili è una società che si prepara a cancellarli tutti.

Ps: Prossimo diritto che pensano di cancellare? Vediamo: ma non sarà l’aborto? Se una donna deve figliare solo per il pater familias dunque perché non vietarle di scegliere di non figliare affatto?

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