La ricostruzione dell’Ucraina passa dalla Ukraine recovery conference. Il 21 e il 22 giugno a Londra si terrà il nuovo vertice organizzato dal governo britannico e da quello di Kiev, un impegno congiunto per allargare la portata del primo incontro di Lugano, che lo scorso luglio ha dettato l’agenda internazionale spianando la strada per il processo delicato – e costoso – di ricostruzione ancor prima che finisca la guerra. La missione è intercettare fondi dai privati, perchè ne servono tanti: 14 miliardi di dollari subito, ma la somma totale si aggira tra i quattrocento e i mille miliardi, un conto che aumenta a ogni giorno di guerra. “Vogliamo incoraggiare il settore privato a investire nella ricostruzione e ripresa dell’Ucraina”, ha detto il ministro degli Esteri britannico, James Cleverly, incontrando il Segretario di Stato americano Antony Blinken. “Questo vuol dire che dobbiamo dimostrare che gli investimenti privati saranno efficaci e sicuri, e rassicurare che il Paese non sarà invaso di nuovo una volta che i suoi territori saranno liberati”, ha aggiunto. “Dobbiamo lavorare per dare all’Ucraina il miglior ambiente per attrarre il settore privato, quindi prepare il Paese ad avere democrazia, una forte economia e piena integrazione con le istituzioni europee”, ha ribattuto il segretario Blinken, che sul fronte delle armi ha sottolineato come il “supporto dei vari Paesi sia diverso ma coordinato” e ha annunciato un nuovo robusto pacchetto di aiuti militari al’Ucraina.
Gli organizzatori dell’evento londinese sottolineano che la conferenza sarà espressione del supporto della comunità internazionale per la stabilizzazione sociale e il futuro economico dell’Ucraina nel lungo termine. Previsti oltre mille partecipanti da 61 paesi: ci saranno 41 esponenti governativi e leader di organizzazioni umanitarie, rappresentanti della società civile, ma soprattutto capi di grosse aziende. Ad aprire la conferenza il primo ministro britannico Rishi Sunak e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che apparirà online prima di un intervento del suo primo ministro Denis Smihal. Si partirà analizzando la risposta all’emergenza nel breve periodo: poi un grande focus sulla mobilitazione del settore privato e sul ruolo delle istituzioni finanziarie internazionali nel sostenere gli investimenti, eliminare i rischi per i finanziatori privati e promuovere sicurezza e ripresa economica dell’Ucraina dopo quasi 18 mesi di conflitto. A tutto tondo, poi, l’evento farà il punto sul recupero di capitale umano, sulla ripresa sociale del Paese e su come ripristinare un sistema energetico pulito, efficiente e decentralizzato con la presentazione della strategia “Energy to 2050” adottata dal governo ucraino.
In discussione anche le misure per la trasformazione digitale del Paese, con l’obiettivo di promuovere le opportunità che l’Ucraina può rappresentare per i partner internazionali: il governo britannico sta lanciando il progetto TechBridge, uno spazio fisico per innovatori, imprenditori e industrie tecnologiche e finanziarie dei due Paesi per promuovere e incentivare collaborazioni nel settore digitale, che in Ucraina vale 300mila posti di lavoro e può affinare la difesa cibernetica contro la Russia. Negli ultimi anni la Gran Bretagna, il secondo fornitore di armamenti a Kiev dopo gli Usa, ha visto stabilirsi in Ucraina oltre 150 tra le sue maggiori aziende, da Next e Marks & Spencer ai colossi energetici BP e Shell e a quelli farmaceutici GSK e AstraZeneca. La bilancia commerciale tra i due Paesi è consistente: nel 2021 il Regno Unito ha importato merci ucraine per circa 830 milioni di sterline (lo 0,2% del valore di tutte le importazioni e l’11% di cibo, animali, cereali e oli vegetali) mentre le esportazioni verso Kiev hanno avuto un valore di 670 milioni di sterline, principalmente in macchinari e prodotti chimici. A marzo il governo Sunak è balzato in avanti stringendo uno storico accordo commerciale digitale con l’Ucraina che punta ad implementare le cooperazione commerciale tra i due due Paesi, estendo la rimozione delle tariffe fino al 2024.