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Elon Musk può avere un ruolo fondamentale per individuare il sottomarino disperso: ecco perché

Le comunicazioni interrotte con l’esterno, squadre di salvataggio che cercano freneticamente e l’ossigeno che scarseggia. La speranza, per il sottomarino Titan, è la tecnologia di Space X. Ma dall’azienda, al momento, tutto tace

di Gabriele Scorsonelli

Le squadre di salvataggio cercano freneticamente, la tensione è altissima e l’ossigeno comincia a scarseggiare. Passano le ore, ma del sottomarino Titan ancora nessuna traccia. Un aereo canadese ha “rilevato rumori sottomarini nell’area di ricerca” dove si ritiene possa essere sparito ma si sta ancora cercando di individuarne l’origine. Il piccolo mezzo della OceanGate Expeditions, usato per dei tour esclusivi vicino al relitto del Titanic, è scomparso dai radar della guardia costiera domenica scorsa, mentre si trovava immerso nelle acque dell’oceano Atlantico con cinque turisti a bordo oltre ai membri dell’equipaggio. L’esperienza, 640 chilometri a sud dalle coste di St. John’s (isola canadese di Terranova) sarebbe dovuta durare otto ore. Tutto il viaggio, invece, otto giorni. E adesso è corsa contro il tempo per individuarlo, visto che ha un’autonomia di ossigeno di 96 ore.

In mare aperto, a una distanza tale dalla costa, anche le possibilità di connettersi a Internet sono davvero remote. Per questo, OceanGate aveva deciso di ricorrere alla tecnologia Starlink, sviluppata da “Space X” di Elon Musk. Proprio nei giorni scorsi, attraverso un tweet, l’agenzia di escursioni aveva pubblicizzato il servizio offerto dal patron di Tesla: “Il relitto del Titanic si trova a circa 400 miglia dalla costa di Terranova. Senza torri cellulari in mezzo all’oceano, ci affidiamo a Starlink per fornire le comunicazioni di cui abbiamo bisogno durante la spedizione al Titanic del 2023 di quest’anno”. Una valvola di sicurezza, insomma, anche se non sono ancora ben chiari gli ambiti di applicazione della connessione. Un’ipotesi è che la rete Starlink potesse servire alla nave della missione per comunicare con l’esterno; l’altra che venisse usata direttamente per le comunicazioni con il sottomarino.

Al momento, dalla società di Musk tutto tace. L’ultimo tweet dal profilo ufficiale, infatti, risale a cinque giorni fa e racconta la storia di una scuola, nel mezzo della foresta amazzonica, nella quale è possibile avere accesso alla Rete proprio grazie alla parabola dell’azienda. Stando al Mirror, Starlink permetterebbe le comunicazioni fra la nave base e il batiscafo scomparso ma, anche in questo caso, non ci sono conferme. Se il piccolo mezzo dovesse veramente avere a bordo la tecnologia di Musk, Space X potrebbe essere in grado di rilevarne l’ultima posizione tenendo acceso, così, il barlume della speranza. Non sarebbe la prima volta che le società di Musk vengono messe al servizio di emergenze del genere. L’imprenditore, infatti, aveva supportato Kiev con Starlink dopo lo scoppio della guerra (tanto da guadagnarsi un riconoscimento dal ministro ucraino per la digitalizzazione) e fornito lo stesso aiuto, in Emilia-Romagna, poche settimane fa.

Come funziona Starlink – Musk ha deciso, come sempre, di fare le cose in grande. Una volta a regime, Starlink arriverà a contare circa 12.000 microsatelliti in orbita intorno alla Terra e qualsiasi utente, nei 56 Paesi dove il servizio è attivo (compresa l’Italia), potrà connettersi a internet, ovunque si trovi. Basti pensare che in Ucraina, dove tra le molte conseguenze la guerra ha limitato fortemente anche l’accesso alla rete, la tecnologia di Space X è diventata necessaria per civili e militari.

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