Cultura

Maturità 2023, le “dieci lezioni” di Piero Angela tra le tracce proposte agli studenti: il libro-testamento del grande divulgatore

Angela, scomparso il 13 agosto del 2022, aveva argomentato la sua analisi sulla contemporaneità zoppa italiana ricordando come ad una accelerazione poderosa e rapidissima di scoperte scientifiche e invenzioni tecnologiche mondiali per il sistema Italia non fosse corrisposto lo sviluppo di “una nuova mentalità”

di Davide Turrini

“Mi chiedo spesso come mai un paese come l’Italia, pieno di intelligenze e di creatività, con una storia straordinaria e unica, che ha marcato profondamente per secoli il cammino della civiltà, oggi sia così in difficoltà, e abbia perso le sue luci”. Inizia così Dieci cose che ho imparato (Mondadori) di Piero Angela, una delle tre tracce per il testo argomentativo (tipo B) degli esami di maturità 2023. Angela, scomparso il 13 agosto del 2022, aveva argomentato la sua analisi sulla contemporaneità zoppa italiana ricordando come ad una accelerazione poderosa e rapidissima di scoperte scientifiche e invenzioni tecnologiche mondiali per il sistema Italia non fosse corrisposto lo sviluppo di “una nuova mentalità”. Italia che, ricordiamo, è tra le prime potenze industriali del pianeta ma da sempre non ricca di materie prime quindi all’apice da decenni nell’efficienza trasformativa delle materie stesse.

Tra Le dieci lezioni di Angela troviamo quella inerente la politica che “non produce ricchezza”, ma che può e deve organizzare al meglio “la gestione della crescita” e una velata critica alla cultura italiana, in senso lato, che Angela sostiene sia rimasta “soprattutto una cultura umanistica, letteraria, storica, giuridica, artistica, filosofica, tipica di una società in cui i cambiamenti avvenivano lentamente”. “Ciò che colpisce di più è proprio la mancanza nel nostro Paese di un’evoluzione culturale”, scriveva il conduttore di Quark ricordando che questa mancanza si è verificata nell’ambito “delle scienze che hanno rivoluzionato le nostre conoscenze” e che non sono mai “entrate nel grande tempio della Cultura”.

Angela aveva coniato, con serafica scherzosità anche il concetto di “brevimiranza” per descrivere la politica italiana di ricerca e sviluppo sul breve termine differente da quella avvenuta su medio lungo raggio con il grande balzo delle potenze asiatiche. Infine, in Dieci lezioni, Angela evoca l’importanza del “metodo scientifico” sottolineando i possibili errori nella scienza che però “hanno le gambe corte”: “Se il metodo della scienza ci permette di arrivare solo alla conoscenza, alla comprensione dei fenomeni, allora il sapere di per sé, non può creare danni”.

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