Fra le tracce della prima prova scritta della maturità (qui), il Ministero guidato da Giuseppe Valditara ha deciso di scegliere la lettera aperta inviata dal mondo accademico e culturale nel 2021 indirizzata al suo predecessore Patrizio Bianchi in cui i docenti chiedevano di ripristinare gli scritti all’esame di Stato. Nel testo si leggeva che, “nonostante i problemi causati dalla pandemia molte aule sono libere e possono ospitare i candidati dividendoli in piccoli gruppi” perchè l’esame “possa essere una verifica seria e impegnativa”, cosa che “è interesse di tutti. Per i ragazzi la maturità deve costituire anche una porta di ingresso nell’età adulta” anche affrontando un po’ di ansia “solo così potranno uscirne con soddisfazione”. Ma la traccia ha suscitato molte polemiche nel mondo della scuola e ha indignato lo stesso Bianchi.
La protesta di Bianchi – “Considero inaudito e offensivo nei miei confronti e anche nei confronti dei ragazzi la traccia sulla lettera a me indirizzata. E’ totalmente fuori luogo”, ha detto a Repubblica. “Trovo inaudito che si faccia commentare ai ragazzi un testo che non si sa chi ha scritto, genericamente inviato nel dicembre del 2021 con una frase che dice ‘abbiamo letto sui giornali che lei sarebbe intenzionato a…. ‘. Ma ci vogliamo attenere ai fatti? Gli esami di Maturità senza la prova scritta sono quelli al tempo del Covid ed abbiamo comunque garantito a tutti un esame – prosegue Bianchi – e l’anno successivo siamo stati noi a ripristinare gli esami scritti e tra l’altro con un testo su Pascoli, uno su Verga e soprattutto un testo bellissimo della senatrice Segre e un testo di Giorgio Parisi, premio Nobel, e ancora uno di Ferraioli sul pianeta Terra: tutti riferimenti grandi e solidi”. “Insomma non si dà nelle prove un testo basato su ‘abbiamo sentito dire che lei sarebbe orientatò, si danno tracce sui fatti – conclude Bianchi – Non c’è stata la prova scritta nell’anno del covid e siamo stati noi, ribadisco, a ripristinarla”.
La replica di Valditara – Non si è fatta attendere la replica dell’attuale responsabile dell’Istruzione, che ha telefonato al suo predecessore per chiarire l’accaduto. “Non vi era alcun intento polemico né di carattere politico” ha detto Valditara. La telefonata si è conclusa in maniera cordiale: “È cosa nota che il ministro Bianchi ha avuto il merito di aver reintrodotto gli scritti all’Esame di Stato – ha continuato il ministro in carica – La lettera rappresenta uno spunto di cronaca per stimolare nei ragazzi una riflessione su che cosa rappresenti la Maturità e sulla sua impostazione, in particolare dopo l’esperienza del Covid. Nessun intento politico né tantomeno denigratorio“.
La lettera – Signor Ministro, Le scriviamo allo scopo di manifestare il nostro allarme per le molte voci che Le attribuiscono la volontà di amputare l’esame di maturità delle prove scritte, che ne sono da sempre il centro e la sostanza. Non intendiamo eccepire sulle sospensioni della normalità che la situazione sanitaria ha reso necessarie in passato e forse renderà necessarie in futuro. Temiamo invece che il virus possa diventare il pretesto per trasformare una scelta emergenziale in una prassi corrente, e per dismettere con fretta temeraria conquiste e principii che appartengono non meno alla comune civiltà che alla scuola in senso stretto.
Abbiamo letto che la progettata soppressione degli scritti intenderebbe venire incontro a un appello firmato da molte migliaia di studenti. Gli studenti, i giovani, parlano anche di ecologia, diritti, parità, moralità della politica, in genere senza trovare ascolto. In questo caso invece l’ascolto è stato ampio e immediato. L’appello di alcuni studenti è diventato l’appello degli studenti, e la difesa delle prove scritte, già intrapresa da insigni intellettuali e uomini di scienza, è stata fatta grottescamente passare per un’iniziativa di contrasto e di rimprovero, quando non come una forma di insensibilità misoneistica e miope. Come non avrebbe senso indire un referendum sul quesito se abrogare le tasse, o la scuola-guida, così non ha senso consultare un imprecisato numero di studenti per chiedere loro se abrogare una o più prove d’esame.
Difendere la assoluta indispensabilità delle varie prove scritte previste per i diversi ordini di scuole è come voler dimostrare una verità autoevidente. La verifica della acquisita maturità e delle acquisite conoscenze (storiche, filosofiche, linguistiche, scientifiche) può avvenire unicamente attraverso un elaborato effettivamente autentico. Il cui vantaggio diagnostico consiste nel dimostrare l’ordine mentale oltre che la perizia lessicale e le competenze nel merito.
(di Luciano Canfora, Fabio Canessa, Federico Condello, Giuseppe D’Alessio, Mariella De Simone, Walter Lapini, Paola Mastrocola, Gianfranco Mosconi, Ilaria Rizzini, Pietro Rosa, Mauro Tulli)