Denny Pruscino è morto nella giornata di lunedì 19 giugno nel carcere “Due Palazzi” di Padova. Il 42enne stava scontando l’ergastolo dopo essere stato condannato per l’omicidio del figlio neonato di nome Jason nel 2011. Pruscino si è sentito male dopo una partita di calcetto svolta con altri detenuti, e le sue condizioni sono apparse critiche fin dall’inizio. Dopo l’intervento del Suem 118, l’uomo è stato trasportato in ospedale dove è deceduto poco dopo.
L’uomo era originario di Folignano, in provincia di Ascoli Piceno, ed era finito al centro delle attenzioni della cronaca nera dodici anni fa per un omicidio che aveva sconvolto l’opinione pubblica. Dopo la scomparsa improvvisa del neonato di 2 mesi, riconosciuto come figlio da Pruscino ma di cui non era padre naturale, le indagini degli inquirenti condussero all’uomo come principale sospettato del delitto, fino a individuarlo come responsabile. Secondo la ricostruzione dei fatti, Pruscino agì in quanto innervosito dal pianto del bimbo sbattendolo con forza più volte contro il divano per poi farlo sparire. Nel quadro delle accuse rientrò anche Katia Reginella, moglie di Pruscino e madre del neonato ucciso, che non avrebbe fatto nulla per impedire al marito di percuotere suo figlio e lo avrebbe aiutato a disfarsi del corpo buttandolo, probabilmente ancora vivo, in un bidone dell’immondizia all’interno di un sacco. La donna fu condannata a 18 anni di carcere. Quella per omicidio non fu l’unica condanna ricevuta da Pruscino. Nel 2018 l’uomo fu condannato a sei anni e mezzo di detenzione per violenza sessuale di gruppo nei confronti della stessa moglie Katia Reginella.