A due giorni dal fermo (e dall’addio all’inchiesta del giudice Claise) l’eurodeputato Andrea Cozzolino, indagato nell’inchiesta Qatargate, è stato rilasciato. Accompagnato dai suoi legali, il politico ha lasciato la sede della procura federale a Bruxelles dopo un interrogatorio di cinque ore con il nuovo giudice istruttore Aurélie Dejaiffe. “Ha risposto a tutte le domande, negando ogni addebito”, ha spiegato il suo difensore, Federico Conte, precisando che l’eurodeputato, al pari di altri indagati rilasciati nelle settimane scorse, dovrà rispettare alcune prescrizioni, tra cui l’obbligo di restare a disposizione delle autorità e di comunicare l’eventuale intenzione di lasciare il Belgio.
Cozzolino era stato raggiunto lo scorso 10 febbraio, mentre si trovava a Napoli, da un mandato d’arresto europeo emesso dal giudice istruttore Michel Claise. Da quel momento l’eurodeputato, sospeso dal Pd, ha trascorso oltre quattro mesi in detenzione preventiva nella sua abitazione campana. Lunedì, dopo la revoca dei domiciliari, si era recato a Bruxelles per essere ascoltato dagli inquirenti, che lo avevano posto in stato di fermo. Al termine dell’ultimo interrogatorio, il nuovo giudice istruttore Aurélie Dejaiffe – subentrata ieri a Claise alla guida delle indagini – ne ha disposto il rilascio. All’uscita dai locali della procura federale belga, l’eurodeputato, visibilmente commosso, ha preferito non rilasciare dichiarazioni. Cozzolino, ha evidenziato il legale che lo accompagnava, “si è difeso da tutti addebiti, contestandoli puntualmente punto per punto, negando di aver ricevuto soldi e di aver mai fatto parte di un’associazione criminale”. Tra le altre prescrizioni previste nel provvedimento di rilascio, vi è anche l’obbligo di non avere contatti con le altre persone indagate.