Spese militari, Crosetto: “Impegno per arrivare al 2% del Pil. Quello che un tempo era considerato giusto, oggi viene ritenuto bellicistico”
“Il governo proseguirà la sua azione per cercare il superamento del Patto di Stabilità e per favorire il percorso verso il 2% del Pil alle spese militari. Ma se non risolveremo l’attuale quadro di incoerenza tra la responsabilità di rafforzare la sicurezza e i limiti di finanza pubblica dell’Ue, sarà difficile raggiungere in tempi ragionevoli la soglia minima del 2% prevista dalla Nato”. Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto, rispondendo al question time alla Camera.
Sottolineando che l’impegno di arrivare entro il 2024 all’investimento del 2% del Pil per la Difesa è stato assunto nel 2014 al summit del Galles con i capi di Stato e che “questo impegno è stato solennemente confermato in tutte le sedi da tutti i governi che si sono succeduti, compresi i governi Conte 1 e 2 e ovviamente il governo Draghi”, Crosetto ha osservato: “Quello che un tempo veniva definito pacifico e giusto, oggi viene ritenuto una mossa e una posa bellicistica“.
“Mi duole dirlo non innoviamo, noi confermiamo soltanto gli impegni presi da tutti i precedenti governi – ha aggiunto – Non si tratta di un mero dato contabile ma di un pilastro fondamentale su cui costruire una Difesa che possa rispondere adeguatamente alle future minacce”. Molte, ha spiegato, le nazioni che vorrebbero far adottare “obiettivi più ambiziosi” facendo diventare il 2% “la base minima” per un contributo alla difesa collettiva.
Oggi, però, ha ribadito “l’Italia si espone ben al di sotto di tale soglia”. Per questo “ho ritenuto di dover sollevare la questione del Patto di Stabilità che, considerato il nostro debito pubblico, ci colloca in una posizione peculiare con margini di manovra ristretti. Ho stimolato una riflessione sul fatto di sottrarre le spese in argomento dai vincoli suddetti. Se approvata al livello europeo questa soluzione libererebbe volumi finanziari importanti per tutti i paesi membri che potrebbero essere destinati ad altri settori”. Solo in questo modo, ha concluso, “potremo garantire pace e sviluppare allo stesso tempo il tessuto economico e civile”.