Politica

A Torino il ri-collocamento targato Lo Russo: infornata di nomine pubbliche per politici del Pd rimasti senza poltrona

Un ufficio di ri-collocamento. A Torino, da quando Stefano Lo Russo è diventato sindaco, alcuni politici del Partito democratico e di formazioni alleate, rimasti senza cariche elettive, hanno trovato un posto nei consigli d’amministrazione delle società partecipate. Scorrendo l’elenco di amministratori e consiglieri nominati dalla Città si trovano molti ex assessori, ex presidenti delle circoscrizioni, ex consiglieri comunali, ex segretari locali ma anche qualche ex parlamentare. Caratteristiche comuni? Avere fatto esperienze nelle pubbliche amministrazioni e avere la fiducia del primo cittadino. Sui documenti di nomina, si traduce tutto con un’espressione ricorrente: “In possesso dei requisiti di professionalità e competenza necessari per l’espletamento dell’incarico”. L’ultima nomina è avvenuta il 13 giugno, quando Stefano Lo Russo ha nominato Alessandro Altamura, ex assessore al Commercio della giunta comunale di Sergio Chiamparino ed ex segretario cittadino del Pd, quale componente nel consiglio d’amministrazione del Centro agro-alimentare Torino (Caat), il mercato ortofrutticolo all’ingrosso.

A rappresentare la Città nell’Environment Park, parco tecnologico che si occupa di innovazione ambientale, sarà l’ex parlamentare Mimmo Portas, fondatore dei Moderati. Si tratta di una formazione politica che a lungo è stata una stampella del Pd e che però adesso sembra guardare con curiosità all’esperienza di Alberto Cirio alla guida del Piemonte, dove il prossimo anno si torna a votare. Certo, Portas ha una storica esperienza di imprenditore, ma qualcuno nutre comunque dei dubbi: “È una nomina evidentemente legata alla crisi del rapporto tra Pd e Moderati”, denuncia il capogruppo M5s Andrea Russi, che in consiglio comunale è l’unico consigliere dell’opposizione a mettere in discussione le scelte di Lo Russo. Il 23 maggio il sindaco aveva firmato un altro decreto per nominare altri due rappresentanti della Città di Torino nel cda della Smat (Società metropolitana delle acque di Torino, che gestisce gli acquedotti). Si trattava anche in quell’occasione di persone ben note nella politica torinese di centro sinistra. C’è Monica Cerutti, già consigliera comunale di Sinistra, ecologia e libertà e poi assessora regionale sotto la presidenza Chiamparino. E c’è soprattutto Enzo Lavolta, assessore all’Ambiente nella giunta di Piero Fassino (quando Lo Russo aveva le deleghe all’Urbanistica) e sfidante dell’attuale sindaco nelle primarie del Pd in vista delle amministrative del 2021.

Le nomine di politici quali rappresentanti della città nei cda delle partecipate sono cominciate pochi mesi dopo l’insediamento di Stefano Lo Russo al governo di Torino. Tra le prime persone a ottenere un incarico, nel marzo 2022, c’era un politico Pd, l’ex consigliere comunale Luca Cassiani, nominato dalla giunta quale amministratore unico della Finanziaria Città di Torino (24mila euro annui, 16.800 di parte fissa e 7.200 di parte variabile al raggiungimento obiettivi), la holding cittadina. “Sono fuori dalla politica almeno da quattro anni e mezzo – spiega Cassiani –. Ho deciso di non ricandidarmi e di fare altre esperienze. Faccio l’avvocato da 25 anni e conosco la macchina comunale. Durante l’audizione nella conferenza dei capigruppo in consiglio comunale, nessuno ha avuto niente da ridire”. Un mese dopo, altra infornata di incarichi per gli esponenti dem. Paola Bragantini, ex presidente della Circoscrizione 5 e poi deputata, al termine della sua esperienza in parlamento a Roma aveva fatto notizia perché aveva cominciato a lavorare come tassista. Nell’aprile 2022 Lo Russo l’ha voluta alla presidenza dell’Amiat, azienda municipalizzata che si occupa della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti. L’incarico le vale uno stipendio da 37.500 euro l’anno “per l’incarico di presidente, oltre a 7.500 in qualità di consigliere”, si legge sul sito del Comune. “Per cinque anni ho lavorato con l’assessore all’Ambiente della Regione Piemonte – dice Bragantini –. Quotidianamente come presidente di Amiat ho a che fare con le amministrazioni locali e so come funzionano. Inoltre il mio ruolo non è operativo, ma rappresento anche la città di Torino nel cda”. Oltre a lei, ha trovato un posto nel cda della municipalizzata dei rifiuti anche Francesco Daniele, già giovanissimo presidente della Circoscrizione 3, a cui è arrivato l’incarico da consigliere da soli 7.500 euro annui.

Nella stessa tornata di nomine, a Gioacchino Cuntrò, tesoriere del Pd torinese, è stato affidato l’incarico di presidente del Cda delle Farmacie comunali (25mila euro annui, più il premio di risultato al raggiungimento degli obiettivi). “Sono stato in Ancitel (società di servizi per i comuni dell’Anci, ndr), ho lavorato nel settore bancario, sono stato consigliere per tre legislature e presidente della commissione bilancio, patrimonio e partecipate del Comune. Rivendico con forza queste esperienze e durante la conferenza dei capigruppo nessuno ha sollevato dubbi, tranne Russi”, dichiara Cuntrò a ilfattoquotidiano.it. Nel giugno 2022, un altro ex presidente della Circoscrizione 3, Michele Paolino, ha avuto l’incarico (da 22mila euro) quale consigliere nel cda del Gruppo trasporti Torino (Gtt), l’azienda dei trasporti pubblici. A Massimo Guerrini, esponente dei Moderati ed ex presidente della Circoscrizione 1, è stato nominato quale consigliere di Infra.To (5mila euro annui), la società che gestisce le infrastrutture della metropolitana e di alcune linee di tram. “A presiedere queste società sono stati nominati esperti del settore, come Bernardino Chiaia, professore del Politecnico di Torino”, aggiunge Cassiani a difesa di Lo Russo. Nel giugno 2022 i capigruppo della maggioranza hanno ottenuto alcune modifiche al regolamento sulle nomine. Se prima le persone scelte per incarichi nelle partecipate dovevano essere audite dalla conferenza dei capigruppo, adesso questo passaggio è più discrezionale e può essere richiesto dal presidente del consiglio comunale oppure dai capigruppo che rappresentino almeno un quarto degli eletti. Uno strumento di controllo è venuto meno. Contattati da ilfattoquotidiano.it altri politici nominati non hanno voluto rilasciare dichiarazioni. Qualcuno ha spiegato che il suo compito prevede di rappresentare la città al momento delle decisioni aziendali, ragione per cui l’esperienza amministrativa conta. Un altro ha sottolineato come, in un momento di difficoltà finanziaria nelle partecipate, serva persone su cui il sindaco può contare: “Al sindaco servono sentinelle su cui contare e non creino problemi”.