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Dalila Di Lazzaro a Oggi è un Altro Giorno: “Ho subito molestie sessuali, loro avevano 17 e 20 anni, io 6. Mi prendevano dal mio letto tutte le notti”

L'attrice in una lunga e intensa intervista a Oggi è un altro giorno, nella quale ha raccontato i momenti più duri e dolorosi della sua vita

Dalila Di Lazzaro, ospite nella puntata del 21 giugno di Oggi è un altro giorno, si è raccontata a Serena Bortone. Argomenti duri, dolorosi, quelli toccati dall’attrice: le molestie sessuali subite da bambina e la morte del figlio 22enne. Traumi che l’hanno segnata. “Ho subito molestie quando avevo 6 anni. Loro erano figli di amici della mia famiglia, avevano 17 e 20 anni. La figlia di questi amici lavorava con mia madre negli alberghi. Mia madre li pagava perché ci accudissero. Solo il pensiero mi fa chiudere la gola. La violenza è terribile, soprattutto nei confronti di una bambina che aveva 6 anni. Venivano a rapirmi nel letto per farmi queste cose orrende. Tutte le notti. È stato devastante”. E ancora: “A un certo punto, portarono via mia sorella perché facesse un campus in montagna. Io sono rimasta sola, vittima di queste persone. Gli abusi sono durati due o tre mesi. La madre dei ragazzi se ne accorse, non mi va di raccontare in tv come accadde. Io mi attaccai piangendo alle vesti di questa signora e da quel momento non mi lasciò più sola. Mi teneva con sé a letto. È stato un trauma”.

Poi la mente viaggia avanti nel tempo fino ad arrivare al 1991 quando il figlio Cristian – avuto quando aveva 16 anni – morì in un incidente stradale. “Come descrivere questo immenso amore, l’unico… Cristian aveva 5 moto, non ha mai avuto un incidente. Purtroppo è morto in macchina di un suo amico”, spiega l’attrice. E ha aggiunto, con visibile dolore: “(…) Ogni giorno parlo alla sua foto è durissima seppellire un figlio. Nel mio caso, morì prima mia madre, poi mio padre e dopo Cristian. Mia madre e mio padre li vidi dopo la morte e li ricordo così, non riesco più a ricordarli per come erano… Cristian non ho voluto vederlo, credevo di morire. Ho avuto degli amici molto cari che, quando ho voluto salutarlo, mi hanno fatto indossare una benda nera sugli occhi per poi accompagnarmi a baciargli la mano e il naso. Non l’ho visto e per me è stata una salvezza. Penso sia andato a fare un viaggio”.