Paolo Sorrentino avrà una donna protagonista in un suo film? Ancora non ha un titolo ufficiale, ma il decimo film del regista premio Oscar ha due certezze: l’inizio delle riprese è fissato tra qualche giorno, a fine giugno; e tratterà la vita di un personaggio di nome Partenope. Attenzione il “maestro” potrebbe averci gettato del fumo negli occhi. Chi lo sa? Intanto riportiamo la sinossi ufficiale a poche ore dal primo ciak. Trattenete il respiro: “La vita di Partenope, che si chiama come la sua città, ma non è né una sirena, né un mito. Dal 1950, quando nasce, fino a oggi. Dentro di lei, tutto il lunghissimo repertorio dell’esistenza: la spensieratezza e il suo svenimento, la bellezza classica e il suo cambiamento inesorabile, gli amori inutili e quelli impossibili, i flirt stantii e le vertigini dei colpi di fulmine, i baci nelle notti di Capri, i lampi di felicità e i dolori persistenti, i padri veri e quelli inventati, la fine delle cose, i nuovi inizi. Gli altri, vissuti, osservati, amati, uomini e donne, le loro derive malinconiche, gli occhi un po’ avviliti, le impazienze, la perdita della speranza di poter ridere ancora una volta per un uomo distinto che inciampa e cade in una via del centro. Sempre in compagnia dello scorrere del tempo, questo fidanzato fedelissimo. E di Napoli, che ammalia, incanta, urla, ride e poi sa farti male”.
Rieccoci. Allora, Partenope è una donna? Una dea forse, uno spirito chissà, una figura sempre duplice, nel classico stile descrittivo sorrentiniano dove un dettaglio non esclude mai il suo contrario. Per aggiungere un altro tassello conoscitivo affidiamoci al cast (in ordine alfabetico): Celeste Dalla Porta, Silvia Degrandi, Isabella Ferrari, Lorenzo Gleijeses, Peppe Lanzetta, Silvio Orlando, Luisa Ranieri, Stefania Sandrelli e Alfonso Santagata. Ora, senza nulla togliere al nostro caro Orlando (forse l’unico vero attore nell’ultimo film di Nanni Moretti), del ritrovato Lanzetta, e allo straordinario Gleijeses (imperdibile la performance teatrale di qualche anno fa, Una giornata qualunque del danzatore Gregorio Samsa), quella cinquina di attrici sembra avere qualcosa di molto “partenope”, almeno per come è stata descritta nella sinossi. Sorrentino non ha mai avuto come protagonista assoluta un’attrice in alcun suo film. Sono sempre i maschi (Servillo su tutti) a comandare nel racconto e sulla scena, a finire citati e ricordati nelle lunghe sequele tormentone che provengono dal Titta de Le conseguenze dell’amore o dal Jep de La grande bellezza. Tante le attrici che hanno sfiorato poco più di un controcampo o di una scena insieme ai protagonisti maschili, tra le altre: Elena Sofia Ricci in Loro, Olivia Magnani (dove sei?) ne Le conseguenze dell’amore; Sabrina Ferilli ne La grande bellezza. Semmai è per Frances McDormand che Sorrentino cede la prima mezzoretta di This must be the place facendo fluttuare parallelamente il protagonista Sean Penn. In questo l’artista napoletano è poeticamente molto felliniano: donna comprimaria, corporeità giocata sul piano del simbolico, funzione monoritmica sessual-sentimentale. Chissà allora cosa sarà e come sarà questa “Partenope”? Che sia, infine, un’entità fluida e metafisica? Qui Sorrentino entrerebbe di diritto nel tunnel Lgbtq+ fatto di asterischi e desinenze finali in u. Ma diamo tempo al tempo. Il premio Oscar inizia a girare a Napoli e a Capri sul fare dell’estate. Produce Fremantle con Lorenzo Mieli per The Apartment Pictures, Anthony Vaccarello per Saint Laurent, Paolo Sorrentino per Numero 10 e Ardavan Safaee per Pathé. Le vendite internazionali saranno gestite da UTA e Fremantle.