Raccolti nel 2016 dalla casa editrice incerti editori di Catania nella miscellanea Trilogia (variazioni 2004-2014), i versi del poeta sloveno Primož Čučnik descrivono – come ha rilevato Loredana Di Pietro nella sua nota conclusiva al libro – una parabola apparente, in realtà un percorso circolare che si ricongiunge a se stesso trascorrendo sui miti del tempo e della modernità, per ritrovare infine una marca d’autenticità in quanto nel tempo resta immobile: l’accadere spontaneo della natura, il calore di un canto ritrovato con fatica e forse con inerzia immemore.
M.O.
Accade di continuo
come il riscaldamento nei tubi dell’impianto centrale
o chi corre a Central Park.
Mi spiace dover partire, ma è l’unico
modo di andarmene. Mi distacco dalla finestra
del grattacielo e volo verso la terra,
in una caduta sospesa come uno sbuffo
con il quale il respiro giocherellava.
E so di poter toccare terra
come un fiocco di neve o una scarpa legata
a doppio laccio al filo elettrico.
Un pesante traghetto sbatte
sul molo, il manovratore dormiva nel tragitto notturno.
Accade di continuo.
L’ometto è uno che gira, ha visitato città in ogni dove,
è convinto di non avere casa.
A volte si ferma in una stazione,
ma non riesce a scrollarsi di dosso una sensazione.
È come se fosse caduto da un enorme
grattacielo e abbia quasi toccato il cosmo,
ora sta camminando come un pazzo, perché è l’unica maniera.
Ma nessuno ci fa caso, le Borse non reagiscono.
Ho la sensazione di essere caduto dalla luna
e che di nuovo do spazio all’agonia, ad altri occhi
che mi osservano con interesse.
Però no, non mi sento invitato.
Ascolto le melodie più tristi
dalla gola del passero, l’inverno
gli spunterà le ali.
Istruzioni per l’uso
Gioisci almeno due volte.
Non ha effetti collaterali.
Non danneggia chi ti sta attorno.
La contagiosità non è fatale.
Uccide più lentamente dei fumo.
Fai attenzione agli spazi tra le righe.
Ingrandisci, guarda cosa c’è tra le lettere.
Dapprima solo tocca leggermente.
Scuoti prima dell’utilizzo.
Ciò che eccede, cadrà.
Ciò che eccede non lo farà più.
Vorrei regalarti un ramoscello.
Una rosa, vorrei regalarti.
Alcune punture non sono piacevoli.
Sono però belle.
Alcune ripetizioni non lo sono.
Prima dell’uso leggi con attenzione.
Come segue.
Avvisaglie di primavera, Hopkins
Il paesaggio a metà marzo, mosso dal vento impetuoso,
in strada mulinelli di sacchi di plastica, per dei metri –
qua e là – ci ritroviamo nel ruolo di oscuri suggeritori,
bianche violette ai margini della platea campestre –
e un pubblico di castagni ramosi, di betulle, scortecciato
accoglie la rappresentazione preparata, così amata
che scandisce – di primavera nulla si misura con la bellezza.
Nulla – mucchi disciolti di merda, noti per la loro bruttezza,
non le ombre, turbate dalla presenza di buoi, erpici, speroni,
non i carri alla prima, che roteano sull’asse il giro d’onore,
non i pezzi grossi, i balconi di ciclamini, le liste selezionate…
Ciò che per il poeta è estasi – stagione dopo stagione –
per l’attore è erosione – i suoi ruoli sono finiti –
sulle foglie del tarassaco nella zuppiera abbiamo sparso le primule.
***
Primož Čučnik è nato nel 1971 a Lubiana, dove si è laureato in Filosofia e Sociologia della cultura. La sua prima raccolta Dve zimi nel 1999 ha ottenuto il premio come miglior libro esordiente in Slovenia. I suoi successivi libri sono stati: Ritem v rokah (2002), Oda na manhatanski aveniji (2003, assieme a Gregor Podlogar e Žiga Kariž), Akordi (2004), Nova okna (2005), Sekira v medu (2006), Delo in dom (2007), Kot dar (2010), Mikado (2012), Trilogija (2015), Ti na S (2017), Piš čez sen (2019) e Niti v sanjah (2022). Nel 2002, a Cracovia, è uscita una sua miscellanea intitolata Zapach herbaty. Sue poesie sono state pubblicate nell’antologia A Fine Line: New Poetry from Eastern & Central Europe (2004). Traduce dal polacco e dall’inglese. Scrive inoltre critiche letterarie e saggi ed è redattore della rivista «Literatura» nonché fondatore e redattore della casa editrice di tascabili Šerpa.