La Stampa lo ha chiesto a Paolo Crepet, quale meccanismo scatti in qualcuno che, per quanto milionario sia, decidere di spendere 250 mila dollari per giocarsi la pelle. Lo psichiatra ha appena dato alle stampe il suo “Prendetevi la Luna” e parla pure con un uomo che andrà a farsi un giro sul satellite: “(…) La cosa che più mi stupisce è che la scelta di queste persone risulti incomprensibile a più. È dai tempi di Ulisse che il rischio è insito nelle grandi o anche piccole imprese umane. Chi denigra questi signori sono i Proci, le Sirenette, li chiami come vuole. Per arrivare a tempi più recenti non si capisce perché un signore come Messner o prima Walter Bonatti siano sempre stati qualificati come eroi. E questi invece dei miliardari sfaccendati che amavano rischiare la pelle e basta. Entrambi hanno sfidato la natura rispondendo al richiamo di una passione. E loro hanno, semplicemente, perso”.
Insomma, dritto al punto e molto chiaramente Crepet dà battaglia ai tanti che sui social si sono indignati per l’impiego del denaro in una cosa che aveva dei chiari rischi, noti: “(…) Anch’io ho guardato come fosse un extraterrestre il signore che ho intervistato per il mio ultimo libro, un fotografo tedesco che ha già fatto giri intorno alla luna e presto si augura di andare su Marte, ma se devo dirle la verità mi fanno molta meno simpatia i tizi che se ne stanno sugli yatch a spalmarsi le cremine che non queste cinque persone. Un equipaggio tra cui c’era anche un discendente di una coppia morta sul Titanic, lei capisce che in questo caso il richiamo è fortissimo…”. E la considerazione, poi, che nell’animo umano ci sia la ricerca del rischio “per tutti”: “C’è chi rischia e chi rischia meno, c’è Verstappen che ogni domenica rischia la vita a 300 km l’ora e chi si fa il selfie aggrappato a un grattacielo. A tutti il brivido intriga anche quando se ne sta seduto sul divano…“.