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Ora serve un museo per fare memoria di Silvio Berlusconi

Ora serve un museo per fare memoria di Silvio Berlusconi. Dopo i funerali di Stato, il lutto nazionale, le bandiere a mezz’asta, la beatificazione alle Camere credo sia arrivata l’ora di pensare a un museo nazionale per ricordare le gesta dell’ex premier. Un luogo dove, tra venti, trent’anni i bambini, i ragazzi possano avere modo di vedere le incredibili imprese dell’ex presidente del Consiglio, del Milan. Non possiamo penare che nel 2040 ci sia un quindicenne che non sappia chi è stato Berlusconi.

L’Albania, ad esempio, edificò nel 1988 una piramide nel centro della capitale Tirana per Enver Hoxha. Anche per il leader di Forza Italia il nostro Paese dovrebbe pensare a un edificio faraonico che possa già dall’esterno far intuire la grandezza delle gesta del nostro imprenditore.

Dentro immagino una galleria fotografica con le foto (magari con musica di sottofondo del celebre Mariano Apicella) delle sue esibizioni come cantante a bordo di una nave da crociera; una carrellata di scatti con Bettino Craxi, con la madre, con Emilio Fede, con Gheddafi, con Bruno Vespa, con Marcello Dell’Utri e tanti altri.

E poi le foto iconiche del nostro immenso statista: il celebre discorso in cui pronunciò “l’Italia è il Paese che amo”; il gesto del mitra rivolgendosi a una cronista che aveva posto una domanda al presidente russo; Berlusconi che viene colpito da una statuetta lanciata da Massimo Tartaglia; Il discorso del predellino, con cui Berlusconi annunciò che è ora di dar vita a un partito unico; le corna al vertice Ue; la foto del gesto eloquente di apprezzamento per la moglie di Obama; il presidente del Consiglio che bacia le mani al dittatore libico. E poi i memorabili scatti con Dudù, con Nicole Minetti, con Michela Brambilla, con Francesca Pascale, con Marta Fascina che lo accompagna tenendolo per mano.

Una sezione potrebbe essere video: il filmato del suo discorso al Parlamento Europeo in cui diede dei “turisti della democrazia” ai deputati europei e infine si rivolse al tedesco Martin Schulz dicendo: “Signor Schulz, so che in Italia c’è un produttore che sta montando un film sui campi di concentramento nazisti: la suggerirò per il ruolo di kapò”; la sua presenza televisiva da Michele Santoro con la sua nota pulizia della sedia di Marco Travaglio; la conta mentre parla Salvini, per rubargli la scena; il suo ultimo discorso e tanti altri.

Non dovrebbe mancare tutta una parte dove i più giovani possano “toccare” con mano chi è stato il Presidente: potrebbe essere esposta la sua bandana bianca; gli occhiali neri portati per la terribile uveite; almeno uno delle sue giacche a doppiopetto; il colbacco indossato con l’amico Vladimir Putin; il tacco rinforzato delle scarpe nere inglesi stringate.

Prima d’uscire una parte dell’esposizione dovrebbe riportare appesi i manifesti della sua campagna elettorale: “Un impegno concreto: meno tasse per tutti”; “Un presidente operaio per cambiare l’Italia”…

Eviterei di raccontare i suoi aspetti controversi con la mafia, con la Loggia massonica P2, i suoi conflitti d’interessi. Lasciamoci tutto alle spalle. In fondo per ricordare chi è stato Silvio Berlusconi basta tutto ciò. Chiaramente dovrebbe essere gratuito per tutti, giornalisti del Fatto Quotidiano a parte.