di Pietro Francesco Maria De Sarlo
Non era ancora il Mes ma il 5 agosto 2011 il governo Berlusconi ricevette una lettera dal neogovernatore della Bce Draghi, cofirmata dal suo predecessore Trichet, in cui si prescrivevano un insieme di misure per ‘risanare’ le finanze pubbliche italiane. In questa lettera, inter alia, si affermava: “Vista la gravità dell’attuale situazione sui mercati finanziari, consideriamo cruciale che tutte le azioni elencate nelle suddette sezioni 1 e 2 siano prese il prima possibile per decreto legge, seguito da ratifica parlamentare entro la fine di settembre 2011. Sarebbe appropriata anche una riforma costituzionale che renda più stringenti le regole di bilancio”.
A tutti quelli che si riempiono la bocca di parole come libertà, democrazia, la costituzione più bella del mondo e a tutte le anime candide mi permetto di ricordare che la Bce è un organismo sovrannazionale, i suoi vertici non vengono eletti ma nominati con procedure non propriamente trasparenti, che, ancorché il governo in carica fosse quello di Berlusconi, il Parlamento italiano era stato eletto a suffragio universale. Dulcis in fundo, per quelli giustificano evocando la crisi, lo spread e la finanza ricordo che in Costituzione non è prevista la sospensione delle regole democratiche in caso di crisi finanziaria e neanche che un organismo terzo possa imporre al parlamento alcunché.
Da quella lettera nacque il governo Monti, e fu un governo talmente deludente che lo stesso Monti sentì l’esigenza di fare qualche autocritica. Sul Corriere della Sera del 13 novembre 2021 scrisse: “In passato, l’Europa ci chiedeva tutto questo ma, anche spinta dalla Bce, in particolare con la lettera dell’agosto 2011 al governo Berlusconi, ci toglieva l’ossigeno finanziario per rendere più accettabili socialmente le riforme”. Tra le altre cose quella lettera, come evidenziato nel Documento di economia e finanza del 2017 spedito a Bruxelles da Padoan, governo Gentiloni, ci costò 300 miliardi di Pil tra il 2012 e il 2015.
Andò peggio alla Grecia qualche tempo dopo. La cosiddetta Troika (Bce con Draghi, il FMI con Lagarde e il Mes con Regling) impose un piano peggiore delle sanzioni applicate alla Russia. Inutile cercare una inchiesta decente sulla stampa italiana. Meglio andare su De Groene Amsterdammer, Olanda, e leggere l’inchiesta di Edward Geelhoed riportata per intero su Internazionale con il titolo “Come si distrugge un paese” al n° 1243 del febbraio 2018. Meglio ancora farsi due amare risate guardando la satira fatta su Die Anstalt (L’Istituto) della ZDF con degli attori e autori strepitosi (Uthoff, Wagner e Krauss). Coraggio: ci sono i sottotitoli in italiano.
Da noi solo bugie, tanto da ignorare che il famoso Mes sanitario poteva essere utilizzato solo per le spese relative al Covid-19 e non per fare ospedali e trasformare la sanità italiana in un mondo di frutta candita.
Fatto sta che il Mes è un istituto super sputtanato, sponsorizzato solo dalle burocrazie europee e dei Paesi del Nord Europa. Di questo se ne rende conto benissimo il direttore generale Lucas Guttenberg, dell’Istituto Jaques Delors, mi pare difficile immaginare una istituzione più europeista, che titola un position paper del 12 novembre 2020: “Time to come home. If the ESM is to stay relevant, it should be reinvented inside the EU”. Più che sottoscrivere il nuovo Mes dovremmo chiedere le riforma del Mes chieste dalla Fondazione Delors.