Dal prossimo inverno la compagnia aerea Ryanair cancellerà 6 rotte e ridurrà i voli su ulteriori 6 rotte dall’aeroporto Marco Polo di Venezia oltre rimuovere un aeromobile basato nello scalo. Il motivo? La scelta del Comune di Venezia di imporre un aumento delle tasse previste su ogni persona in partenza a partire dal 30 maggio 2023. “L’incremento previsto è del 38% e corrisponde ad una quota di 2,50 euro che si va ad aggiungere alla tassa di 6,50 euro già prevista attualmente”, scrive la compagnia. Si arriva così a 9 euro, un’enormità secondo il vettore irlandese. Per il Comune l’aumento serve a “far fronte ai consumi energetici“, come ha spiegato a dicembre l’assessore al Bilancio Michele Zuin. “Le città d’arte, così come quelle ad alta attrazione di turismo e la bellezza che queste esprimono, hanno ingenti costi”.
Secondo il giudizio di Ryanair, la decisione “soffoca la connettività e la crescita ed ha un impatto negativo sui veneziani e sull’industria turistica in ripresa” e ha indotto a “riallocare la capacità dall’aeroporto Marco Polo di Venezia verso città concorrenti in Spagna e Portogallo che non hanno una tassa così penalizzante ed offrono invece costi di accesso più bassi per stimolare la ripresa e la crescita del turismo”. Le 6 rotte che saranno cancellate in inverno hanno come meta le città di Alghero, Colonia, Bournemouth, Helsinki, Norimberga e Fuerteventura.
Jason McGuinness, Chief Commercial Officer di Ryanair, ha chiesto ufficialmente al Comune di Venezia di “fermare con urgenza questo eccessivo aumento delle tasse per evitare ulteriori tagli di capacità che avranno un impatto negativo non solo sull’aeroporto ma anche sulla città”, affermando che la società è rammaricata per “l‘illogica e ingiustificata decisione del Comune di Venezia” di portare l’importo della tassa a 9 euro. McGuinness ha poi concluso che solo una “cancellazione della tassa potrà rendere Venezia nuovamente competitiva a vantaggio dell’industria turistica e, in ultima analisi, di tutti i residenti”.