Ha scoperto che una sua immagine intima era finita su un canale Telegram. Così, fingendosi uomo, è entrata nel “giro” ed è riuscita a identificare e denunciare due amministratori di gruppi in cui venivano caricate foto hard (anche di minorenni) senza consenso. Protagonista della vicenda, raccontata dal Messaggero, una ragazza di Perugia oggi 22enne, che nel novembre 2020 viene avvertita da un’amica della presenza di una sua foto osè (inviata al fidanzatino dei 15 anni) su un canale chiamato “Perugia scambio foto chat“. Il trauma è tale da farle interrompere gli studi, iniziando un ciclo di psicanalisi. Ma allo stesso tempo passa alla controffensiva: spacciandosi per maschio, accerta di essere davvero lei la persona ritratta. Mentre l’amica si rivolge agli esperti della Polizia postale, che suggeriscono di attirare l’admin del gruppo in una chat privata su Whatsapp.

Detto fatto: anche lei si finge maschio e il gestore del canale, un ventenne della cosiddetta Perugia bene, abbocca. E le parla dell’esistenza di un secondo gruppo, “Perugia nuda“, amministrato da un altro ragazzo con “una grande disponibilità di fotografie”. A quel punto le due amiche riescono ad avere un incontro con l’amministratore di “Perugia scambio foto chat” e lui, in lacrime, ammette subito le sue colpe: “Si è disperato, ci ha chiesto scusa mettendosi addirittura in ginocchio e dicendoci che sua madre stava per morire”, hanno raccontato. Giovedì, nel corso dell’udienza preliminare, gli avvocati dei due admin imputati hanno chiesto un rinvio per ottenere la messa alla prova, a cui non si è opposta la parte civile. “Non ci interessa la condanna, ma un percorso di pentimento“, ha spiegato al Messaggero il legale della vittima, Francesco Gatti.

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