A 9 giorni dall’incidente che ha causato a morte del bimbo di 5 anni nel quartiere di Casal Palocco, a Roma, il ventenne Matteo di Pietro si trova agli arresti domiciliari e non può utilizzare nessun dispositivo informatico di comunicazione. I suoi device personali gli sono già stati sequestrati per impedirgli di accedere ai suoi account social, ma ora il divieto si estende a qualsiasi mezzo che possa consentirgli di comunicare con gli amici e di inquinare le prove, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera.

É in particolare il canale Youtube del giovane ad essere finito sotto la lente degli inquirenti, che vagliano i contenuti pubblicati nei giorni scorsi e le numerose challenges al volante condivise dai TheBorderline, gruppo di giovani influencer di cui di Pietro era leader. La richiesta di arresto da parte della Procura era arrivata già nelle prime ore successive allo schianto, in considerazione degli elementi che già erano emersi, ovvero, principalmente, la velocità superiore ai 30 chilometri orari previsti in quel tratto di strada, con la quale secondo diversi testimoni viaggiava il Suv condotto da Di Pietro, che era stato noleggiato per una challenge su Youtube con premi in denaro, con l’obiettivo di trascorrere 50 ore all’interno della vettura.

Nella giornata di ieri, 23 giugno, è poi arrivata la decisione del Gip di disporre la misura cautelare nei confronti del giovane, accogliendo l’impianto accusatorio della Procura. Negli scorsi giorni Di Pietro era risultato positivo alla cannabis, sebbene sia stato disposto un secondo narcotest per verificare il quantitativo e l’esatta data di assunzione della sostanza. Ma la decisione del Gip potrebbe essere motivata anche dal pericolo di fuga e dalla possibilità che il ventenne possa influenzare le testimonianze dei suoi amici e colleghi youtuber: Vito Loiacono, Marco Ciaffarelli e Simone Dutto. Sulla vettura era presente anche una ragazza, Gaia Nota, ritenuta però estranea alla vicenda.

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