“Stiamo combattendo per la vita e la sicurezza del nostro popolo. Occorre rimanere uniti ed eliminare ogni differenza. La situazione a Rostov è difficile. Mi rivolgo a chi con inganno e minacce è stato coinvolto in questa avventura criminale. Difenderemo il popolo e lo Stato da ogni tradimento interno”. Ha esordito così Vladimir Putin nel suo discorso in diretta tv alla nazione dopo una lunga notte segnata dalla rivolta della milizia mercenaria Wagner. Ed è proprio al suo capo, l’ex chef Yevgeny Prigozhin, che il presidente russo si rivolge, bollando come “terrorismo” il suo invito alla ribellione civile e ad una “marcia per la giustizia” su Mosca, una dichiarazione di “guerra” a tutti gli effetti. Il leader del Cremlino è apparso in evidente difficoltà e lo si evince dal fatto che ha dovuto riconoscere il ruolo cruciale del gruppo Wagner nella guerra in Ucraina, tanto da definirli “eroi che hanno liberato il Donbass”. Le truppe di Prigozhin sono risultate infatti più volte strategiche per consentire l’avanzata e il controllo della Russia nei territori del conflitto e per Putin la loro rivolta rappresenta un problema tutt’altro che secondario.

Non a caso è arrivato a paragonare quanto successo nelle scorse ore alla rivoluzione bolscevica del 1917: “Questo colpo è stato dato al popolo russo anche nel 1917 quando combatteva la Prima guerra mondiale, quando la vittoria gli è stata praticamente rubata – ha detto il presidente russo -. La guerra civile, i russi uccidevano altri russi, i fratelli uccidevano altri fratelli. I vari avventurieri politici hanno tratto vantaggio da questa situazione. Noi non permetteremo la ripetizione di una situazione del genere”. E ancora, punta il dito contro il leader dei mercenari nella speranza di spaccare il fronte dei rivoltosi: “Prigozhin ha tradito la Russia per ambizione. Le azioni che hanno diviso la nostra unità sono, infatti, il rinnegamento del nostro popolo, dei nostri compagni d’armi che ora stanno combattendo al fronte, questa è una pugnalata alle spalle per il nostro Paese e il nostro popolo”.

Il discorso del numero uno del Cremlino verso l’ex fedelissimo è duro: “Quello che stiamo affrontando è un tradimento. Gli interessi personali hanno portato al tradimento del nostro Paese e alla causa che le nostre forze armate stanno combattendo. Tutti coloro che hanno scelto la via del tradimento saranno puniti e saranno ritenuti responsabili. Le forze armate hanno ricevuto gli ordini necessarie. La nostra risposta sarà dura, difenderò la Costituzione. Chiedo di fermarvi in questa azione criminale. Noi prevarremo, saremo i più forti”, ha concluso. Minacce da cui trapela tutta la fragilità della posizione di Putin, che sente vacillare le sue sicurezze e si trova ora a dover combattere su due fronti, quello ucraino e questo interno, con la consapevolezza che l’esercito russo è già in sofferenza e che la Wagner ha avuto un ruolo decisivo nell’avanzata in Ucraina.

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