In prima linea nella manifestazione della Cgil per la difesa della salute e il rilancio del Servizio sanitario nazionale, c’è stata anche l’ex ministra della Salute Rosy Bindi, nota per le sue battaglie a favore della sanità pubblica e presidente onorario dell’Associazione Salute Diritto Fondamentale, che, insieme ad altre associazioni laiche e cattoliche, è stata parte integrante dell’organizzazione dell’evento.
Ospite di Tagadà (La7), Bindi invoca una maggiore unità nelle istanze per la sanità pubblica e spiega le ragioni della manifestazione: “La sanità pubblica è una delle grandi conquiste del nostro paese, che è finanziata dalla fiscalità generale e che applica un principio della Costituzione. Ma purtroppo la stiamo perdendo. Con questa manifestazione – precisa – vorremmo evitare innanzitutto la disattenzione della politica e invitare tutti a non rifugiarsi nelle scelte privatistiche e individualistiche, che magari stanno prendendo in considerazione molti medici che abbandonano il servizio sanitario nazionale e i cittadini che rischiano di affidarsi alle assicurazioni e ai fondi integrativi “.
L’ex ministra sottolinea: “I fondi per la sanità pubblica vanno presi dalla fiscalità generale e l’allocazione delle risorse dipende sempre dalle scelte che fa la politica. È vero che continuiamo a essere in una fase di difficoltà economica nel nostro paese, ma le priorità da stabilire sono assolutamente fondamentali in un bilancio. Ovviamente non credo che in un anno riusciamo ad arrivare al Pil della Germania e della Francia – spiega – ma la linea di tendenza deve essere invertita. Il governo deve essere chiaro su questo punto. E allora cosa vogliamo fare? Lasciar morire in silenzio la sanità pubblica? O vogliamo fare insieme una scelta? Io penso che siamo ancora in tempo se progressivamente si inverte la tendenza”.
E dà la sua ricetta: “È necessario combattere gli sprechi e lasciar per strada follie come la flat tax e l’autonomia differenziata, due bizzarrie incostituzionali che potrebbero dare il colpo finale al nostro sistema sanitario nazionale. Si combatta invece l’evasione fiscale e si faccia più giustizia, magari attraverso precise riforme. È solo una scelta politica tutto questo”.