“Nella mia vita ci ho sempre messo la faccia, per cui se sarà formalizzata la richiesta in Parlamento sono pronta ad andare a riferire”. La ministra del Turismo Daniela Santanchè arriva a Ischia per un evento del gruppo dei Conservatori Europei e per la prima volta si dice disponibile ad andare a parlare in Aula della situazione finanziaria delle sue società. Questa la linea concordata con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che dall’Austria ha definito “legittima” la richiesta di andare a riferire in aula: nelle ultime ore la presidente del Consiglio e la ministra si sono sentite e hanno concordato il primo passaggio formale in Parlamento. In attesa di sviluppi giudiziari: “Rinvio a giudizio? Sono tranquilla, Per ora non c’è ancora niente”, ha detto la ministra a Ischia nel giorno in cui la premier ha rotto il silenzio dopo le bordate arrivate anche da Lega e Forza Italia, e la chiamata in causa della sua figura da parte della leader del Pd Elly Schlein.

“Io penso che non ci sia nessun problema a riferire in Parlamento. È una richiesta legittima del Parlamento, sono contenta che il ministro Santanchè abbia dato la sua disponibilità. L’ho vista tranquilla in queste ore, come sono tranquilla io”, ha detto Meloni. Parole abbastanza di circostanza, utili sicuramente a prendere tempo. Del resto, come svelato dal Fatto, lontano dai riflettori la linea di Fratelli d’Italia non è poi così netta: la ministra va difesa, ma non è uno scudo a oltranza e a prescindere. “Per ora è solo un’inchiesta giornalistica”, il senso della mail inviata ai parlamentari nel mattinale del partito. E sull’aspetto giornalistico della vicenda si concentra anche il vice-premier Matteo Salvini con un attacco diretto al nostro giornale, autore di diversi articoli anche negli scorsi mesi sui conti di Visibilia, e alla trasmissione Report che lunedì ha messo in fila tutti i problemi di Ki Group.

“Se la politica dovesse lavorare in base alle inchieste di Report e Fatto Quotidiano – è stato l’attacco del segretario della Lega – saremmo il Paese delle banane. Massima fiducia ai colleghi in carica. L’ho vissuto sulla mia pelle”. Le parole del ministro non cancellano però lo strappo di venerdì con il capogruppo Riccardo Molinari che ha esplicitamente chiesto un chiarimento in Parlamento da parte di Santanché. La stessa posizione assunta anche da alcuni esponenti di Forza Italia, anche se gli azzurri ora provano a serrare le fila. “Io sono un garantista: secondo me uno è innocente finché non è condannato nell’ultimo grado di giudizio questo vale per tutti”, ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani.

Insomma, un’assicurazione sul fatto che la ministra del Turismo “rimane assolutamente” al suo posto. “Io non ho mai gioito dei processi fatti ad avversari politici perché la politica è la politica non si può utilizzare l’arma della giustizia per sconfiggere l’avversario – ha aggiunto Tajani – L’avversario lo voglio sconfiggere per il consenso che ottengo, utilizzare l’arma della giustizia per fare politica è sbagliato, non è un principio liberale”. Il coordinatore del partito ha quindi concluso: “Non ho mai chiesto le dimissioni di un rappresentante della sinistra perché aveva un procedimento penale in corso”.

Ha collaborato Giacomo Salvini

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