Ha deciso insieme ai suoi uomini di sfidare i vertici militari russi occupando Rostov e chiamando alla rivolta la popolazione. A scatenare il tentativo di colpo di Stato voluto da Yevgeny Prigozhin (nella foto), capo dei mercenari della Wagner in prima linea in Ucraina, è lo scontro ormai giunto al culmine con l’esercito di Mosca. Prigozhin, finora stretto alleato di Putin, ha dichiarato che quando è iniziata l’invasione su vasta scala la situazione del conflitto nel Donbass non era diversa da quella degli ultimi anni e non c’era nessuna “folle aggressione” da parte di Kiev, che – ha affermato ancora – non si apprestava ad attaccare la Russia assieme alla Nato. Secondo Prigozhin quindi, parlando di un’imminente offensiva ucraina il ministero della Difesa russo, ovvero il suo arcinemico Sergey Shoigu, ha “ingannato” sia la società sia Putin.

Gli uomini, i fronti e il rapporto della Wagner col Cremlino – Ma quanti sono gli uomini sui quali può contare? A gennaio si pensava che avesse 5mila combattenti in Ucraina, invece è emerso che ne aveva almeno dieci volte di più, per lo più ex detenuti, con i quali cerca di imprimere una svolta al conflitto in Ucraina, senza abbandonare i fronti aperti in Medio Oriente e Africa. Il Gruppo Wagner, accusato di crimini di guerra atroci, finora è stato la leva privilegiata che il Cremlino ha usato per estendere la sua influenza geopolitica, militare e anche economica nel mondo. Anche mischiando guerra e affari, com’è divenuto lampante quando l’oligarca Prigozhin, patron e comandante della milizia, ha avocato a sé il fronte di Bakhmut, in Donbass, perché la regione offre anche miniere economicamente strategiche di sale e di gesso.

Fondata, secondo un’indagine svolta dalla Bbc, nel 2013 da Dmitri Utkin – ex ufficiale del servizio di spionaggio militare e dei corpi speciali nelle guerre in Cecenia che avrebbe scelto il nome di Wagner per la sua passione per il grande musicista tedesco condivisa con Adolf Hitler -, la milizia privata fece il suo esordio nell’operazione coperta in Donbass e Crimea nel 2014, poco dopo la rivoluzione di piazza Maidan e la caduta del governo filorusso a Kiev. Soprannominati ‘omini verdi’ perche’ privi di insegne e distintivi sulle mimetiche, i suoi uomini fecero il grosso del lavoro militare, in appoggio alle milizie filorusse locali. Da allora i miliziani della Wagner sono diventati il braccio nascosto dell’imperialismo russo, estendendo le operazioni in teatri strategici come la Siria, in appoggio alle truppe di Damasco; la Libia, al fianco del generale Haftar; in Mali, dove combattono le formazioni jihadiste e ‘custodiscono’ miniere d’oro, come quelle di diamanti nella Repubblica Centrafricana, in Venezuela e perfino in Madagascar e Sri Lanka, per un totale – secondo un’analisi dell’Ispi – di 27 punti diversi del globo.

In Africa i mercenari di Wagner sono accusati di omicidi, torture e stupri a danno dei civili, che sono valsi sanzioni da parte dell’Ue. Andrey Medvedev, un ex comandante della milizia scappato alcuni giorni fa in Norvegia dopo aver disertato, ha parlato delle “esecuzioni sommarie” commesse nel teatro ucraino, per il quale Wagner ha reclutato migliaia di detenuti in cambio della libertà e di paghe fino a cinque volte superiori a quelle dei soldati regolari russi. L’intelligence tedesca attribuisce a Wagner i massacri commessi a inizio guerra a Bucha. Essendo le milizie private vietate ufficialmente per legge in Russia e “non essendo ufficialmente parte dello Stato russo”, i mercenari Wagner “sono difficili da criminalizzare per gli abusi, costano meno da mantenere e sono visti come più sacrificabili rispetto ai soldati russi” e “vengono quindi utilizzati per missioni pericolose in prima linea o come moltiplicatore di forze nel perseguire gli interessi russi su piu’ fronti”, scrive ancora l’Ispi. Ma la guerra ucraina ha portato la Wagner all’attenzione del mondo, con il risultato che diventa sempre più difficile per il Cremlino compiere azioni segrete o sotto falsa bandiera e quindi nasconderne l’esistenza e la vicinanza. Le milizie come si diceva sono proibite, ma la Wagner ha di recente aperto una sede a San Pietroburgo, dove oggi le forze di sicurezza russe hanno condotto un raid. E Prigozhin, dopo aver negato per otto anni, lo scorso settembre ha ammesso di esserne il comandante. Le sorti dello zar e del suo fido ‘chef’ sono legate ora a doppio filo, pubblicamente. “Noi criminali? Finalmente, ora la Wagner e gli americani sono colleghi”, aveva dichiarato mesi fa l’oligarca, che ha avuto la faccia tosta di scrivere una lettera aperta al portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa John Kirby per chiedergli di elencare quali crimini i suoi uomini avrebbero commesso in Ucraina.

Cosa fa la Wagner nel mondo – In Siria il gruppo paramilitare viene segnalato per la prima volta nel 2015, dopo l’inizio dell’intervento militare russo al fianco di Damasco nella guerra civile. Nel Paese partecipano a diverse missioni di combattimento contro le zone controllate dai ribelli e contro le cellule dell’Isis almeno fino alla fine del 2021. In Libia i paramilitari russi sarebbero presenti in Cirenaica, nell’est del Paese, dal 2018 per sostenere il generale Khalifa Haftar nella guerra civile contro il governo di Tripoli, riconosciuto dalla comunità internazionale, e nella conquista delle regioni meridionali libiche. Nel 2019-2020 i miliziani di Wagner aiutarono il sedicente Esercito nazionale libico di Haftar nell’assalto, poi fallito, alla capitale, facendo arrivare i suoi uomini a una decina di km dal centro della citta’ . Il Mali, uno tra i principali Paesi di partenza e transito dei migranti subsahariani, teatro di due colpi di Stato nel 2020 e 2021, ha rotto nel 2022 l’alleanza anti-jihadista dei Paesi del Sahel, detta G5 e sostenuto dalla Francia, e gli accordi di difesa con Parigi determinando il ritiro della missione francese Barkhane e la chiusura di quella europea Takuba. Da allora la giunta militare si è di fatto riavvicinata alla Russia e ha aperto le porte al Gruppo Wagner per combattere i miliziani islamici. I mercenari russi sono accusati di aver ucciso anche diverse centinaia di civili. Anche il Burkina Faso sta seguendo lo stesso percorso del Mali. In Repubblica centrafricana gli uomini di Wagner sono stati collegati all’uccisione nel 2018 di tre giornalisti russi (Orkhan Dzhemal, Alexander Rastorguyev e Kirill Radchenko) che stavano indagando proprio sulla presenza dei mercenari in Centrafrica. Sono accusati di aver partecipato a numerosi massacri perpetrati insieme alle forze armate regolari del Paese. I mercenari vennero poi inviati nel 2017 in Sudan per sostenere militarmente le forze dell’allora presidente Omar al-Bashir contro il Sud Sudan e per proteggere le miniere di oro, uranio e diamanti. L’anno dopo sarebbero stati inviati nella regione sudanese del Darfur per addestrare i militari e avrebbero aiutato il governo nella repressione delle proteste che rovesciarono al Bashir.

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Russia, mezzi corazzati nelle strade di Rostov sul Don dopo l’annuncio della Wagner

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