Le sfilate di Moda Uomo che si sono appena concluse hanno visto un acceso dibattito sul concetto di mascolinità. Gli stilisti hanno provato ad indagare e delineare l’identikit dell’uomo moderno, cercando il punto di equilibrio tra esigenze della contemporaneità, sensibilità personale e identità del brand. Un lavoro certosino, frutto di un’attenta riflessione che va in tutt’altra direzione rispetto rispetto alla spinta alla fluidità degli ultimi anni, quando addirittura si parlava di abolire le distinzioni tra sfilate uomo e donna. Il tema è più che mai attuale, si intreccia con episodi di cronaca nera, con la questione delle differenze di genere e con i diritti LGBTQ+, passando, appunto, per le passerelle di moda. E se Maison Valentino ha deciso di rivoluzionare il completo formale, la “divisa” per eccellenza dell’uomo moderno, mettendo pantaloncini e gonne sotto giacca, camicia bianca e cravatta e liberando così l’uomo contemporaneo da stereotipi e costrizioni; anche Zegna ha presentato la sua proposta di “abito” maschile, tirando dritto nella sua titanica missione di rinnovamento e presentando una collezione che è la perfetta sintesi tra modernità e tradizione. Per tutti, comunque, la parola chiave è “smart luxury”, ovvero un sofisticato connubio di eleganza, essenzialità, cura del dettaglio, comodità e libertà. Per un uomo che è al passo con i tempi e fa del suo guardaroba il lessico con cui esprime la sua identità.
Magistrale, in tal senso, il lavoro che Alessandro Sartori sta facendo da Zegna. Questa sua ultima collezione Primavera/Estate 2024 è così bella che diverse signore presenti alla sfilata gli hanno chiesto di adattare alcuni capi per la donna. Il lino è il filo – letteralmente – che lega tutte le sue creazioni: non solo una scelta stilistica, ma un preciso progetto di filiera e tracciabilità Made in Italy avviato dal Gruppo Ermenegildo Zegna sulla scia dell’Oasi del Cachemire presentata lo scorso gennaio, con l’impegno a certificare le sue fibre come tracciabili al 100% entro il 2024. Così per la sfilata sono arrivate nell’intima piazza San Fedele, alle spalle di Palazzo Marino, a due passi dal Duomo di Milano, 192 balle di lino direttamente dalla Normandia: dopo lo show, sono state trasferite a Trivero, in Piemonte, dove diventeranno il filo con cui poi saranno prodotti gli abiti presentati. Uno spettacolo della natura, che ha superato anche l'”esame” dello sguardo critico del Manzoni, dall’alto dell’imponente statua che campeggia nella piazza. “Zegna d’inverno è cashmere e, studiando le fibre migliori, abbiamo capito che il lino è il cashmere estivo perché lo si può trattare con finezze finissime o usarlo per dar vita a capi strutturati”. E i capi sono davvero perfettamente strutturati, un capolavoro di sartorialità che si compone di linee precise, semplici, disegnati secondo un tailoring moderno. Si combinano tra loro in un perfetto incastro di silhouette e proporzioni, lasciando all’uomo la libertà di abbinarli e comporli per definire il suo guardaroba. L’estetica è pulita ed essenziale, con una palette monocroma precisa che va dal marrone all’albicocca, dal menta al grigio fino al nero lucidissimo. La grammatica che compone questa collezione è quella tipica del brand, con la comodità di capi senza costruzione definiti solo attraverso il taglio e tessuti ricercati dal touch avvolgente e funzionale. L’attenzione per la modernità unita a quella per la tradizione, ha portato Sartori a lavorare sulle giacche, sui pantaloni (anche bermuda) e sulle camicie, elaborando una potente alternativa al più classico completo formale da uomo.
Proprio quello che è l’emblema invece di Kiton. Essenzialità è la parola d’ordine della collezione Uomo per la prossima estate di Kiton, presentata alla Milano Fashion Week con un evento a Palazzo Clerici. Oltre al suo dna più riconoscibile, legato alla giacca classica, ai completi e alle camicie, l’azienda punta anche su una scelta casual ma allo stesso tempo elegante, sempre basata sulla ricerca delle materie prime, dalle polo super leggere di cashmere e lino alle giacche casual portate sopra la felpa fino ai giubbotti smanicati di camoscio. Anche l’abito si trasforma, con giacche di jacquard leggere replicate con la cappa rovesciata o di lino impreziosite da inserti di pelle marrone nel bavero. Per la sera doppiopetto e smoking sono abbinati a capi più sportivi, come il giubbino di pelle e l’impermeabile reversibile. “Tradizione e innovazione sono due concetti ormai imprescindibili“, ci ha spiegato l’amministratore delegato di Kiton Antonio De Matteis. “Ogni azienda che oggi non fa innovazione, dal mio punto di vista, è destinata a chiudere. Ma si deve fare innovazione senza perdere il Dna dell’azienda, quindi senza dimenticare mai la propria tradizione. Ed è quello che noi cerchiamo di fare all’interno della nostra azienda, utilizzando materie prime di altissima qualità e seguendo i procedimenti artigianali di lavorazione dei capi”. Ed è proprio in quest’ottica che 23 anni fa ha deciso di aprire una scuola di sartoria interna all’azienda, scommettendo sulla formazione come chiave di volta per un ricambio generazionale: “In questi anni abbiamo formato circa 200 giovani sarti. L’80% di questi sono stati assunti da noi, il restante lavora in aziende napoletane che conosciamo mentre tre hanno aperto una loro sartoria – sottolinea De Matteis -. Per noi è un motivo di grandissimo orgoglio essere riusciti, in un territorio come il nostro che non è semplicissimo, a far capire ai giovani l’importanza di imparare un mestiere. E la formula è molto semplice: vanno incentivati e pagati, anche gli studenti. Bisogna, sicuramente, dare grande dignità a questi mestieri che ci regalano tutti i giorni dei prodotti meravigliosi. Se tutto il mondo sta venendo ad acquisire le nostre manifatture in Italia, vuol dire che un motivo c’è”.
La terrazza all’ultimo piano di un grattacielo con vista su tutta Milano é invece l’emblematica location scelta da Brioni per presentare la sua collezione P/E 2024: leggerezza è infatti la parola chiave della linea, fatta di capi morbidissimi, confortevoli e avvolgenti già al solo sguardo. Svolazzano mossi dalla brezza estiva e fanno sognare atmosfere d’altri tempi, quasi si fosse alla corte del Grande Gatsby. La proposta sartoriale è rilassata nella vestibilità e nella costruzione, con volumi più pieni e spalle dalla struttura svuotata dall’ispirazione retrò. Anche nell’abbigliamento più formale ed elegante per la sera si respira lo stesso mood. Sempre grande attenzione sartoriale ai dettagli anche nell’abbigliamento sportivo e per il tempo libero: blazer sartoriali, field jacket, spolverini e trench, blouson e bomber, camicie e polo. Di sera, la leggerezza assume una lucentezza tenue sulle giacche da sera con collo a scialle in seta e sulle giacche da smoking con i revers a lancia in jacquard. La fluidità ispira anche una selezione di pezzi disegnati per la donna: blazer, pantaloni e camicie, e poi trench, cappotti senza maniche, giacche da sera e abiti lunghi che si ispirano direttamente al guardaroba maschile, attingendo agli stessi tessuti e colori.
Grande attenzione ai tessuti anche nella nuova collezione di Eleventy, brand nato dalla precisa intuizione di Marco Baldassari di puntare tutto sullo smart luxury, ovvero su capi sartoriali e giovanili all’insegna di un’eleganza informale. “Il nostro uomo ‘tipo’ è disinvolto, rilassato ma comunque sempre molto professionale. E cerca un abbigliamento versatile che vada bene sia per il tempo libero ma anche per le occasioni più formali”, ci spiega Baldassari. “Da qui questa collezione che ha sempre quel tocco sportivo che va a sdrammatizzare i look, appunto, un po’ più seriosi. Penso che il confort vada a migliorare la vita quotidiana di ognuno di noi e vestire abiti comodi, confortevoli, può essere d’aiuto nell’affrontare la vita quotidiana”, sottolinea. E così, ecco che accanto agli iconici toni neutri – dal bianco ai grigi ai beige – spuntano tocchi di colore polverosi come il verde acquamarina, l’azzurro o il rosso corallo, in nuances sempre molto soft, perfetti per rinnovare il guardaroba senza stravolgerlo.