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Il dissidente Ponomarev: “La rivolta di Wagner è stata una messinscena di Prigozhin e Putin”

Una messinscena. Così l’ex deputato della Duma russa Ilya Ponomarev, uomo d’affari che dal 2016 vive in esilio in Ucraina e che è uno dei fondatori della Legione per la libertà della Russia, descrive l’ammutinamento del Gruppo Wagner, seguito dalla marcia verso Mosca, interrotta a 200 km dalla capitale dopo un accordo – previsto dagli analisti nelle ore precedenti – nonostante fino a quel momento non avesse incontrato alcuna resistenza. Secondo Ponomarev, Yevgheny Prigozhin e Vladimir Putin avevano “ovviamente un accordo fin dall’inizio su cosa sarebbe successo e di cui nessun altro era a conoscenza”, spiega sottolineando che il capo della Wagner “è un uomo molto fidato di Putin”. I due, come noto, si conoscono da molto tempo e hanno sempre avuto un rapporto di grande fiducia tra di loro.

L’ex deputato, l’unico ad aver votato contro l’annessione della Crimea, evidenzia i motivi che, a suo parere, hanno spinto Putin e Prigozhin ad agire in questo modo. Da una parte l’obiettivo del presidente russo era “spaventare sia l’élite russa che quella internazionale”, dice all’Adnkronos e per questo “aveva bisogno di inviare un messaggio che non è lui la peggiore alternativa” e che c’è “un orco, Prigozhin, che nessuno nella comunità internazionale vorrebbe vedere con un pulsante nucleare in mano”.

A suo avviso, in ogni caso, quanto accaduto tra venerdì e sabato sera avrà conseguenze positive per l’Ucraina: “Ci aiuteranno sicuramente nel senso che il morale nelle truppe russe non è già alto e sarà ancora più basso dopo tutti questi eventi. Inoltre ci sanno problemi nella loro catena di comando. E tutto questo è decisamente positivo”, dichiara. Ma Putin, prosegue, il suo obiettivo l’ha centrato: “I russi lo considerano il vincitore e l’approvazione nei suoi confronti aumenterà dopo tutto quello che è successo, ma in termini reali – avverte Ponomarev – ovviamente è emersa tutta la sua debolezza di base. È arrivato il momento che Mosca venga liberata e quando la nostra Legione per la libertà della Russia crescerà al livello necessario renderà sicuramente reale questo piano non realizzato di Prigozhin”.

Secondo Ponomarev, Putin ha voluto dimostrare che la possibilità che venisse sostituito era “reale” e che il sostituto era peggio di lui. “E purtroppo penso che abbia raggiunto questo obiettivo dal momento che tutti hanno creduto a questo spettacolo”. Prigozhin, sostiene il miliardario russo, dal canto suo aveva bisogno di un modo per lasciare l’Ucraina “con dignità”. “Ha combattuto per molto tempo ed è stanco. Ha perso molti dei suoi uomini, ma soprattutto ha opportunità finanziarie faraoniche in Africa, grandi contratti militari che può perseguire, ma non poteva semplicemente andarsene. Aveva bisogno di una scusa”, evidenzia Ponomarev, secondo cui la Bielorussia, dove Prigozhin è atteso come annunciato sabato sera dal Cremlino, è solo “un luogo di transito” e “non vi rimarrà a lungo e da lì si sposterà in Africa”.

Di “tragicommedia” che “spiega in modo eloquente ai leader di altri Paesi perché l’Ucraina non vede come sia possibile negoziare oggi con la Russia di Putin”, parla anche il principale consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Mikhailo Podolyak. Che continua: “Una semplice domanda. Con chi possiamo parlare di qualsiasi cosa se l’interlocutore principale ha il potere che gli scivola via dalle mani come sabbia fra le dita e tutti si stanno pulendo le scarpe con il suo comando strategico?”. I giorni “per questa gang” sono “ormai contati e in casa non c’è un padrone”, conclude Podolyak parlando di una situazione all’interno della Russia che è “incontrollabile” e in cui “la struttura precaria si regge per inerzia, su un filo di speranza… mentre sono previsti in arrivo forti venti”.