Il Verbano Cusio Ossola (VCO) è una provincia all’estremo nord del Piemonte orientale, ai confini con la Svizzera. 160mila abitanti in tutto, 30mila nel capoluogo Verbania, gli altri sparpagliati nelle cittadine (Domodossola, Omegna, Gravellona, Stresa.…) e paesi quasi tutti montani. Due i presidi ospedalieri pubblici esistenti: uno a Domodossola, l’altro a Verbania, distanti 101 (110 min.) e 75 km (80 min.) da Novara. Data l’esiguità dei servizi offerti dai due presidi, giustificati dalla scarsità di popolazione affluente, gli Ossolani bisognosi di prestazioni appena un po’ qualificate devono andare, appunto, all’ospedale Maggiore della Carità di Novara. Oppure rivolgersi ai privati, specie alle cliniche che operano in convenzione con l’ASL locale.

Per potenziare la sanità pubblica ed evitare i “viaggi della salute” a Novara, la Regione – per mano e testa del suo assessore di allora, Reschigna (Pd), ossolano – il 12 aprile 2017 ha varato il progetto per la realizzazione del nuovo ospedale in quel di Ornavasso. Questo dopo un lungo ed estenuante lavoro con gli amministratori locali – sei anni di discussioni analisi e studi, riassunti in un Accordo di programma del 2015 – per cercare di conciliare i localismi con la necessità di una presidio unico per tutta la provincia, sufficientemente capiente di popolazione da sostenere servizi di media complessità, quelli per cui ancora oggi gli Ossolani vanno a Novara o nel privato. La scelta di Ornavasso è un ragionevole compromesso fra le spinte degli amministratori locali che hanno costruito intere campagne elettorali sul tema; si trova in posizione baricentrica rispetto al territorio della provincia, dunque dovrebbe accontentare/scontentare tutti in egual misura. Il nuovo presidio ospedaliero doveva, oltre alle strutture edili, migliorare il livello dei servizi sanitari rispetto a quelli esistenti.

La Delibera della Giunta Regionale del 2017 prevedeva di aumentare il numero di posti letto totali dagli attuali 265 a 330, per un costo di realizzazione pari a €149.128.150, comprensivo delle opere edili, i nodi tecnologici, parcheggi, spese tecniche e Iva. Attualizzato per l’aumento dei costi intervenuto, pari al 20%, arriviamo a € 178.953.780. Alla fine del 2018 – una delle ultime iniziative della Giunta Chiamparino (Pd) – l’assessore Reschigna riuscì a far inserire l’opera nel piano di edilizia sociale dell’Inail, affinché la realizzazione fosse finanziata dall’Istituto.

Maggio 2019, elezioni regionali: in Piemonte vince il centrodestra, Presidente della Giunta di Alberto Cirio (Forza Italia), Luigi Icardi (Lega) diventa assessore alla Sanità. I nuovi indirizzi in materia di sanità, annunciati dal capo gruppo della Lega in Consiglio Regionale, prevedono “il riequilibrio della sanità privata nella sanità piemontese”, incidenza considerata ancora troppo bassa. Nell’occasione precisò che l’obiettivo non era quello troppo ambizioso dei livelli della Lombardia dove il 29% del costo delle prestazioni è erogato dal privato, bensì quello del più moderato Veneto dove il privato incide per 17%.

Grazie all’impegno degli addetti al lavoro, in 5 anni di centrodestra la sanità privata in Piemonte è cresciuta del 20%. Nei giorni scorsi la Giunta Regionale, in vista della scadenza del mandato, ha onorato l’impegno assunto con il centrodestra ossolano, in vista della prossima campagna elettorale, facendo votare dal Consiglio Regionale la Deliberazione n. 292, approvata il 13 giugno scorso. Questa ha sancito la fine definitiva dell’ospedale unico di Ornavasso, prevedendo la ristrutturazione dei due vecchi presidi esistenti di Verbania e Domodossola: gli Ossolani, quindi, potranno continuare a scegliere fra la sanità privata locale e i “viaggi della salute” a Novara. La Giunta Cirio riporta così gli interventi necessari all’edilizia ospedaliera nel VCO alla casella iniziale, come nel gioco dell’oca, una gigantesca presa in giro a una popolazione sempre più vecchia e bisognosa di cure. Una parte degli Ossolani ha la responsabilità di aver votato per coloro che adesso li stanno gabbando. Vedremo presto se se ne sono accorti.

C’è già chi presenta, esultando sui giornali, l’annullamento come un importante risultato politico. Prima di compiacersi troppo dovrebbero leggere attentamente il dispositivo della Deliberazione assunta dal Consiglio regionale: stesso numero di posti letto (divisi fra le due sedi) a fronte di un costo per opere di ristrutturazione che è lievitato a 200 milioni; lievitazione dei costi di gestione senza corrispondenza con le prestazioni erogate. Poi i tempi di realizzazione e i finanziamenti: se i lavori fosse partiti nel 2018-19, come previsto, oggi il cantiere dell’ospedale sarebbe in dirittura d’arrivo e i lavori sarebbero finanziati dall’Inail, che aveva già stanziato la somma. Invece neanche l’ombra, né di opere né dei soldi: l’Inail ha cancellato il finanziamento.

I danni non sono solo questi: la nuova ipotesi “elettorale” messa in campo da Cirio e Icardi richiede la progettazione esecutiva degli interventi, quindi serve trovare le risorse per incaricare, con una gara pubblica, i professionisti in grado di farlo. Poi, dare loro il tempo per svolgere bene l’incarico affidato, approvare gli elaborati e condividerli con il Ministero della Sanità. Fatto tutto questo, si dovrà scrivere un nuovo Accordo di Programma, indispensabile alla erogazione del finanziamento previsto dall’art. 20 della legge 67/88. Infine, predisporre la gara, indirla e aggiudicare la stessa. Solo dopo tutto questo partiranno i cantieri. Quanto tempo servirà?

A seguire vicende analoghe finite nel migliore dei modi, servirà almeno il tempo intercorso dal 24 dicembre 2018, quando il dpcm ha previsto di realizzare il nuovo ospedale con i finanziamenti di Inail, fino all’altro giorno, 13 giugno 2023, quando il Presidente Cirio e il suo assessore Icardi hanno buttato all’aria tutto il lavoro fatto in precedenza. Quattro anni e mezzo prima di vedere una ruspa al lavoro, a cui va aggiunto il tempo per la realizzazione delle opere; almeno altrettanto, con buona pace degli Ossolani che, per farsi fare diagnosi e cure appena un po’ impegnative, dovranno continuare a recarsi a Novara, come fanno da sempre.

Adesso però sanno che non devono prendersela con il destino cinico e baro. Prima di tutto con se stessi, poi anche con la politica che ti fa credere nell’ospedale sotto casa, così spende i tuoi soldi per pagare i servizi sanitari ai privati, anche quando potrebbe fornirteli direttamente.

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