È esplosa intorno alle 14 di venerdì 23 giugno la Polo Volkswagen ibrida che viaggiava in direzione Pozzuoli sulla tangenziale di Napoli con a bordo la ricercatrice del Cnr Maria Vittoria Prati e il tirocinante prossimo alla laurea in ingegneria meccanica Fulvio Filace, entrambi ricoverati al reparto grandi ustionati dell’ospedale Caldarelli in condizioni gravissime: il corpo della donna è coperto dalle ustioni per il 90% circa, il 70% quello del ragazzo.

Il rogo è stato domato dai Vigili del fuoco, mentre le indagini sono state affidate alla Polizia stradale: il primo punto da chiarire è perché il veicolo avesse a bordo delle bombole contenenti probabilmente materiale infiammabile. In un primo momento si era pensato che si trattasse di ossigeno e materiale elettromedicale, versione poi smentita. Bisognerà poi capire se le fiamme sono scaturite per un malfunzionamento elettrico, per le temperature eccessive o altro. Intanto, è però emerso che la vettura fa parte del progetto di ricerca “Life-save“, che ha l’obbiettivo di recuperare i veicoli da rottamare rendendoli ibridi.

Sentito da Repubblica, il direttore dell‘Istituto di Scienze e Tecnologie per l’Energia e la Mobilità Sostenibili (STEMS) del Cnr, Riccardo Chirone, ha precisato che “La vettura è un prototipo affidato all’università di Salerno per un progetto di ricerca europeo sulla ibridizzazione dei motori di cui il Cnr non è partner. Le prove vengono fatte anche su strada“. Chirone ha poi dichiarato di aver avviato un‘indagine interna nel Cnr, garantendo la massima collaborazione con le autorità.

Le famiglie delle vittime invocano chiarezza: “Vogliamo capire perché una ricercatrice e uno stagista debbano trasportare un materiale così pericoloso in un’auto comune, chi li ha incaricati, se sono state rispettate le misure di sicurezza” – chiedono i parenti di Fulvio, mentre la famiglia di Maria Vittoria Prati fa appello alle autorità competenti per avere più informazioni: “Non abbiamo saputo niente della dinamica, per quanto tempo Maria Vittoria è rimasta nell’auto e se è stata aiutata a uscire. Tra i suoi colleghi del Cnr, nessuno si spiega l’accaduto”.

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