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Roberto Vecchioni: “La morte di mio figlio? Per me è stato il crollo del mondo. Dalla felicità non si impara un ca**o, si impara solo soffrendo”

In occasione del suo 80esimo compleanno, Roberto Vecchioni si lascia andare ad una lunga riflessione sul senso della vita

Arrivare a 80 anni è una fatica, ma si è come prima. Quando la mentre e il cuore sono come quando hai 30 anni, il resto cambia poco”.Oggi, 25 giugno, Roberto Vecchioni compie 80 anni e in un’intervista al Corriere della Sera si lascia andare ad una lunga riflessione sulla sua vita. Diversi i temi trattati: la musica, l’amore, la malattia e la morte del figlio Arrigo, morto lo scorso aprile a 36 anni. “Lo sento dentro fortissimo, mio figlio, lo sento intensamente, Arrigo, me lo rivedo dentro continuamente”, dice il cantautore prima di raccontare un aneddoto.

“Lui era bipolare, ho una metafora: un giorno, tornando dall’ospedale vicino Piacenza dove lui andava a fare terapia, abbiamo preso la Statale per andare a Desenzano ed era piena di autovelox. Gli ho detto “Facciamo una cosa: tu guida, passa, ogni volta che c’è un autovelox te lo dico e tu rallenti”. Abbiamo fatto questa strada di corsa e sembrava la vita, proprio. Corsa, corsa corsa e ad ogni autovelox lo fermavo. Quando siamo arrivati lui mi ha abbracciato e mi ha detto: “Li abbiamo fottuti tutti, papà”. E invece un autovelox ci aveva beccati. Ho tentato di dire: “Non è colpa sua, ma mia, guidavo io”. “Eh no…” hanno risposto. “…abbiamo visto, prendiamo lui”. Questa è la morte di mio figlio: gli autovelox della vita”.

“Per me è stato il crollo del mondo. È stata una cesura tra una vita e l’altra, lo è stato ancora di più per mia moglie – ha aggiunto -. Non l’ho presa come un’ingiustizia. Forse dalla felicità non si impara un ca**o. Si impara solo soffrendo, sperando di tornare alla felicità. È stato il crollo del mondo, dell’universo, ma non di certezze e ideali”. Per poi concludere con una riflessione sui ragazzi d’oggi: “Il giovane ha naturalmente paura della morte. Forse i giovani di oggi no, perché vanno in giro a fare quelle cose orribili, proprio perché hanno perduto le parole”.