Televisione

Alberto Angela: “La Rai? Non ho un contratto di sangue, resto anche se guadagno meno di Amadeus e altrove prenderei 10 volte tanto”. La replica del manager Presta

È un Alberto Angela molto diretto quello che si è raccontato a Il Messaggero alla vigilia della prima puntata del debutto del suo nuovo programma Noos - L’avventura della conoscenza

di Francesco Canino

Il mio futuro in Rai? Finché posso, vorrei continuare qui perché la divulgazione deve essere pubblica, ma se la Rai mi mette in condizione di non lavorare al meglio, o ha dei dubbi, io vado altrove”. È un Alberto Angela molto diretto quello che si è raccontato a Il Messaggero alla vigilia della prima puntata di Noos – L’avventura della conoscenza, il nuovo programma di divulgazione scientifica al via su Rai1 il 29 giugno, evoluzione del popolarissimo Superquark ideato e condotto da suo padre, Piero Angela, scomparso quasi un anno fa. Un’intervista a tutto campo, in cui parla della puntata dedicata al sesso, delle fake news sul suo conto e anche dei suoi guadagni. Con parole che hanno innescato la replica secca di Lucio Presta.

ALBERTO ANGELA, LA SCELTA DI SOSTITUIRE SUPERQUARK E LA PUNTATA SUL SESSO – Un “paleontologo prestato alla tv”, così si definisce Alberto Angela, che ricorda il debuttò in tv, in Svizzera, nel ’90, mentre fino a pochi mesi prima aveva viaggiato per il mondo per fare scavi e ricerche. Dallo studio al giornalismo, fino al successo. Oggi l’eredità di Superquark è nelle sue mani ma quel brand resterà per sempre solo legato al padre. Per questo riparte da Noos – L’avventura della conoscenza: “Ho messo in pausa Meraviglie e con i vecchi e nuovi autori ci siamo messi al lavoro: ci saranno novità ma il format resta la stesso. Spazio a documentari, servizi e rubriche su alimentazione, tecnologia, spazio, archeologia e geopolitica… di cui nessuno parla. La tv deve nutrire i cervelli non addormentarli”. Il suo obiettivo? Far ragionare ma senza essere critici né divisivi. Anche parlando di sessualità, uno dei temi della prima puntata. “Ne parleremo con attenzione: calo del desiderio, preliminari, tradimento…”. E quando il giornalista gli chiede che ne pensa del risultato di una ricerca americana secondo cui gli uomini adulti sani in un giorno fanno 18 volte pensieri legati al sesso e le donne 10, Angela risponde: “Anche se sapiens sono un uomo. Diciamo che non ho mai fatto calcoli… Dipende da dove uno si trova e cosa fa. Non è un’ossessione, però… Non lo so”.

I GUADAGNI, IL CONFRONTO CON AMADEUS E LA REPLICA DI LUCIO PRESTA – Uno dei temi dell’intervista è anche il rapporto con la Rai. Angela spiega di non essere un dipendente e di non avere una società di produzione: “Sono un consulente che non è legato alla Rai con un contratto di sangue. Se l’azienda vuole, ci sono e ci sarò. Sono un professionista che lavora per la Rai ormai da trent’anni, ma succede anche nel calcio: c’è il bomber che gioca per una vita nella stessa squadra e poi se ne va”. In futuro non esclude dunque di poter lavorare altrove: “Finché posso, vorrei continuare qui perché la divulgazione deve essere pubblica, ma se la Rai mi mette in condizione di non lavorare al meglio, o ha dei dubbi, io vado altrove”. Quanto ai guadagni, precisa di non guadagnare quanto un calciatore né quanto Amadeus: “Meno. E non ho gli sponsor. Di sicuro, se lavorassi con i privati, potrei guadagnare molto di più, anche dieci volte di più. La conoscenza però, deve essere divisa con tutti, come il pane, e per me la migliore tavola è il servizio pubblico”. Parole che hanno innescato a stretto giro la risposta di Lucio Presta, agente di Amadeus, che su Twitter ha scritto: “Non si perde mai buona abitudine di cercare la pagliuzza e non vedere la trave. Quando vuole il Dott. Angela possiamo pubblicare i compensi di entrambi (anche la Sua parte produttiva) e poi mostriamo i ricavi che entrambi portano alla Rai”, ha precisato Presta.

LE FAKE NEWS SU ALBERTO ANGELA – La domanda su fluidità di genere e maternità surrogata, temi che non verranno toccati nel nuovo programma, è poi lo spunto per analizzare il fenomeno fake news: “Non vogliamo spaccare il pubblico. La scienza non divide, è l’interpretazione che può farlo. Anche per questo parleremo di web e fake news”. Ma quali sono quelle sul suo conto che più lo hanno infastidito? “La storia del mio rapimento in Niger che periodicamente viene fuori come se fosse ancora in corso (risale al 2002, Angela con la troupe fu bloccato per 15 ore da criminali armati, ndr). Per non parlare di quella volta che, nel 2015, ero in Argentina, mi hanno dato per morto. In albergo il regista venne in stanza: tutto bene? Qui c’è scritto…”. E smentisce anche di saper parlare il curdo e lo swahili. “Non è vero. Queste sono fake news. Di swahili sapevo quattro parole quando facevo gli scavi in Africa. Di curdo neanche quelle”. Non è una falsità invece che lui e soprattutto suo padre siano stati molto copiati in tv: “Ma va bene così. Ognuno fa quello che vuole. L’importante è non usare mai la scienza per fare spettacolo, ma lo spettacolo per spiegare la scienza. Poi, come sempre, decide la gente”.

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