di Michele Sanfilippo
Consiglio a chi non l’avesse già visto la visione di Report del 19 giugno scorso.
La consiglio non solo per la consueta capacità di analisi ma, soprattutto, perché Report, una volta di più, dimostra di essere una di quelle poche isole di giornalismo, dove anche i più deboli hanno la possibilità di far sentire la loro voce.
Se la redazione di Report, nel corso del tempo, a partire da Milena Gabanelli fino a Sigfrido Ranucci, non avesse dimostrato di essere seria, credibile e, soprattutto, coraggiosa, ho dei seri dubbi che i poveri dipendenti delle aziende fallite della Santanchè, licenziati e in attesa delle loro liquidazioni o i proprietari di quelle fallite o andate in grossa difficoltà a causa dei mancati pagamenti da parte delle aziende della ministra, avrebbero mai avuto il coraggio di presentarsi davanti alle telecamere per denunciare il loro datore di lavoro che, nella fattispecie, è un ministro della Repubblica.
Il nostro è un paese che, da troppo tempo, è forte con i deboli e debole con i forti perché la giustizia non è uguale per tutti.
Dopo Mani Pulite la politica non ha reagito, come avrebbe dovuto, cercando di fare pulizia a suo interno ma attaccando la magistratura con continue modifiche al codice di procedura penale e, soprattutto, usando la prescrizione per fare in modo che chi si poteva permettere buoni avvocati avesse ottime possibilità di scampare a quasi tutte le imputazioni. Nel 2018 In Italia, secondo i dati del ministero della Giustizia, il 62% dei processi penali non è arrivato in aula, ossia è caduto in prescrizione durante lo svolgimento delle indagini. Detto in altri termini il 62% delle persone che sono andate a processo pensando di trovare giustizia, non l’hanno ottenuta.
Nonostante questi dati da paese del terzo mondo le riforme della ministra Cartabia prima e soprattutto quelle che si appresta a fare l’attuale ministro della Giustizia, mirano a peggiorare la situazione, sempre che sia possibile.
Come cittadino mi convinco sempre di più che le istituzioni siano “occupate” da politici che di sicuro non hanno come obiettivo della loro azione il bene collettivo ma, semmai, quello di pochi che vogliono vivere nel privilegio e nell’impunità. La capacità pervasiva dei partiti è tale da dissuadere chiunque dall’idea che qualsiasi cambiamento, specialmente dall’interno, sia possibile. I momenti di scoramento sono sempre più frequenti. Mi passa la voglia d’informarmi, di partecipare… penso che ogni sforzo sia inutile.
Poi capisco che il loro obiettivo è proprio questo: farti credere che tutti siano uguali ed un cambiamento non sia possibile. Puntano sul NON voto. Vedo tante brave persone nella società civile che si adoperano per rimediare ai guasti della politica e ricomincio a sperare che forse qualcosa si può fare.
Per tornare a Report non ho dubbi che la reazione della politica sarà la solita: invece di cercare di appurare la verità attaccheranno i giornalisti. Quindi, proviamo a resistere e teniamoci Report bello stretto perché “mala tempora currunt”.