Le offerte al ribasso continuano a far tremare la Serie A. Senza i milioni dei broadcaster per i diritti tv, il campionato italiano rischia di saltare per aria. L’asta di metà giugno, come ormai noto, è andata malino: non solo – questo era scontato – nessuna delle offerte ha raggiunto la cifra minima di 1,15 miliardi di euro a stagione indicata nel bando, ma a quanto pare le proposte complessive avanzate da Dazn, Sky e Mediaset erano lontane da quella cifra. Un’assemblea della Lega Serie A era stata convocata in un primo momento per venerdì 30 giugno, ma le trattative con gli operatori richiederanno qualche giorno in più, a dimostrazione delle difficoltà a trovare una soluzione che tenga in piedi l’intero sistema. L’assemblea infatti slitta a lunedì 3 luglio.
Tra una settimana i presidenti di Serie A si ritroveranno con il presidente della Lega Lorenzo Casini: all’ordine del giorno “l’esito delle trattative private e conseguenti determinazioni” sui diritti tv del campionato per il ciclo 2024-2029. Appuntamento alle 14 in seconda convocazione per quella che è la partita decisiva per il futuro del calcio italiano. Il nostro campionato, già povero rispetto alla Premier League (come il calciomercato sta nuovamente dimostrando) e dietro a Liga spagnola e forse pure Bundesliga per appeal, ha nei diritti tv ad oggi la sua unica fonte e linfa vitale. L’obiettivo minimo è arrivare a un miliardo a stagione.
“Tutti pensavamo, forse ci eravamo un po’ illusi, che i risultati delle squadre italiane potessero avere avuto un appeal. Ma la domanda che ci dobbiamo porre sul made in Italy, che l’Italia ha perché ha una forza scolpita nella storia, è se è giusta la qualità del prodotto che noi offriamo. Su questo probabilmente dobbiamo fare una riflessione, su un progetto molto più ampio e complesso”, ha commentato il presidente della Figc Gabriele Gravina, a margine del consiglio federale, parlando delle difficoltà della Lega Serie A nella vendita dei diritti tv a un prezzo competitivo per il quinquennio 2024/29. “Certo, noi viviamo all’80% sulle revenue collegate ai diritti”, ha ricordato Gravina, specificando che “un danno alla Lega Serie A è un danno a tutto il sistema calcio“. “Siamo disponibili a discutere con la Lega di A assegnandogli delle Golden share e tutto quello che la Lega ritiene opportuno per migliorare la qualità di questo prodotto”, ha concluso il presidente della Federcalcio.