Aveva lasciato all’interno del grattacielo Sanpaolo di Torino dei volantini sugli investimenti nel campo dei combustibili fossili della banca e adesso rischia il processo nonostante il Pm avesse chiesto l’archiviazione “perché il fatto non sussiste”. È questa la storia di Pedro, attivista di Extinction Rebellion, che è stato denunciato da Intesa San Paolo per violazione di domicilio per la sua azione.
Il gruppo bancario si è opposto alla richiesta di archiviazione della Procura e il 4 luglio il tribunale di Torino deciderà se l’attivista dovrà andare a giudizio. “Sono pronto a portare in tribunale gli stessi dati che c’erano su quel volantino. Intesa è la prima banca italiana per investimenti in combustibili fossili” racconta l’attivista che il 2 giugno dopo essersi accreditato a un evento ospitato nei locali del grattacielo ha preso un ascensore salendo ai piani superiori per lasciare dei volantini sulle scrivanie e sui vetri, attaccandoli con del semplice scotch. “Mi colpisce molto l’impegno che Sanpaolo sta attivamente mettendo nel volermi portare a processo” dichiara Pedro, l’attivista sotto accusa.
“Una delle banche italiane maggiormente responsabili della situazione disastrosa in cui ci troviamo, sta facendo di tutto per difendersi con le unghie e con i denti pur di non riconoscere e assumersi le proprie responsabilità, attaccando invece ferocemente chi ha provato a metterle in luce”. Tra i volantini lasciati sulle scrivanie c’era anche una lettera firmata dagli stessi investitori della banca preoccupati per i finanziamenti all’industria fossile. “Essendo una delle maggiori banche europee e mondiali, Intesa Sanpaolo, ha una grande responsabilità e un ruolo nel finanziare la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio e resiliente. Crediamo anche che sia nell’interesse di Intesa Sanpaolo e dei suoi azionisti che il Gruppo porti le sue ambizioni climatiche al livello dei propri pari”