Il suv Lamborghini guidato dallo youtuber Matteo Di Pietro viaggiava a oltre 120 km orari poco prima di travolgere a Casal Palocco la Smart ForFour su cui si trovava il bambino di 5 anni, morto a causa dell’impatto avvenuto lo scorso 14 giugno. Lo scrive la giudice per le indagini preliminari di Roma Angela Gerardi che ha disposto gli arresti domiciliari per Di Pietro, indagato per omicidio stradale aggravato e lesioni che era alla guida del suv. L’interrogatorio di garanzia dello youtuber è stato fissato per il 27 giugno. Nell’incidente sono rimasti feriti anche la mamma e la sorellina di 4 anni e all’arresto di Di Pietro si è arrivati dopo le indagini condotte da polizia locale e carabinieri, coordinati dalla procura di Roma.
I dati tratti dal gps: “Nessuna frenata” – Dall’esame dei dati dal gps del suv, si legge, emerge che la Lamborghini “percorreva via dei Pescatori, da cui proveniva, diretta in via Macchia Saponara, alla velocità di circa 145 km/h”. Al momento di “imboccare via di Macchia Saponara alle ore 15.38, si fermava” e “imboccata tale via” riprendeva “velocità raggiungendo in soli 14 secondi la velocità di 124 km/h immediatamente prima dell’impatto”. Nell’ordinanza si sottolinea inoltre che “d’altra parte i dati tratti dal gps hanno segnalato l’accelerazione repentina del mezzo che, una volta immessosi su via di Macchia Saponara, passava in poco più di dieci secondi, da 0 km/h a 124 km/h, poco prima dell’impatto”, si legge. “L’assenza di tracce di frenata dimostra verosimilmente – sottolinea il gip – che la decelerazione improvvisa e rapidissima è stata conseguenza dell’avvistamento dell’auto in prossimità del punto in cui si è verificato l’incidente”.
Il testimone: “La Smart inserì la freccia” – Dall’ordinanza si evince inoltre come la donna alla guida della Smart avesse inserito la freccia prima di svoltare: a riferiirlo agli inquirenti è stato l’autista del bus che passava in quel momento su via di Macchia Saponara. L’uomo ha detto di aver visto la Smart che ”azionava l’indicatore di direzione sinistro e avviava la manovra di svolta” e “ad un certo punto però veniva travolta da una Lamborghini”. La manovra effettuata dalla Smart per la svolta in via Archelao di Mileto, aggiunge l’uomo, “era stata molto rapida, senza esitazione, cosa che lo induceva a ritenere – scrive il gip – che la conducente della Smart non avesse visto o non si fosse accorta dell’arrivo della Lamborghini, che a sua volta non aveva tentato di frenare”. Dopo l’urto, conclude il testimone, “la Smart era stata trascinata per alcuni metri quindi era stata sganciata dalla Lamborghini, fermando la propria corsa a ridosso del marciapiede di destra”. La condotta di Di Pietro, puntualizza il gip, “deve ritenersi gravemente colposa e causativa del sinistro nonché delle conseguenze alle vittime a prescindere dall’eventuale accertamento di concause eventualmente ascrivibili alla conducente della Smart”.
Sparite le telecamere dal Suv – Tra i motivi della misura cautelare, il giudice rintraccia anche il pericolo di inquinamento delle prove, così come ravvisato dal pubblico ministero, a causa “del mancato rinvenimento, all’interno della Lamborghini, delle due telecamere utilizzate per la registrazione dei video che, per come riferito dagli amici di Di Pietro erano in funzione e al momento dell’incidente utilizzate da uno di loro”. Il gip, in riferimento alla personalità del giovane youtuber, scrive che “non appare tranquillizzante, tenuto conto che la sua principale fonte di reddito sembrerebbe rappresentata proprio dalla realizzazione di video da pubblicare su siti web riferibili alla società The Borderline srl, di cui l’indagato è socio oltre che amministratore delegato e che ha già in precedenza realizzato altri video e challenge a bordo di autovetture, proponendo sfide analoghe, con il rischio di mettere in pericolo l’incolumità propria e degli altri utenti della strada”. In merito poi ai gravi indizi di colpevolezza per il gip di Roma “ricorrono, nel caso in esame, specifiche esigenze cautelari e, in particolare, si ravvisa il concreto e attuale pericolo che l’indagato possa commettere ulteriori reati della stessa specie di quelli per cui si procede, desumibile dalle modalità della condotta, gravemente imprudente, poiché sostanziatasi nella guida di un’auto di grossa cilindrata a velocità sostenuta e comunque certamente superiore al limite massimo imposto nei centri urbani, peraltro in pieno giorno e nonostante la presenza di attraversamenti pedonali”.
“Suv utilizzato per aumentare i guadagni” – Inoltre la “riscontrata positività ai cannabinoidi poi, sebbene non vada ad integrare la circostanza aggravante dell’omicidio stradale, che infatti il pubblico ministero non ha contestato potendo essa riferirsi ad assunzioni risalenti a diversi giorni prima, rimarca ulteriormente un tratto trasgressivo dell’indole dell’indagato, che conferma il quadro sopra delineato. Si rende dunque indispensabile l’adozione di una misura cautelare che sia adeguata a fronteggiare tale pericolo di reiterazione” evidenzia il giudice. Il giovane youtuber, sempre secondo il giudice, ha noleggiato il Suv Lamborghini con “l’unico ed evidente fine di impressionare e catturare l’attenzione di giovani visitatori del web per aumentare i guadagni della pubblicità, a scapito della sicurezza e della responsabilità e di conseguenza a procedere ad una velocità superiore ai limiti indicati”. Tanto più, aggiunge il gip, che “alcuni dei passeggeri presenti all’interno della Lamborghini avevano più volte invitato a ridurre la velocità che percepivano eccessiva rispetto al limite dei 50 km/h”.
Di Pietro poteva andare al massimo a 90 kmh – Motivando le esigenze cautelari, il gip scrive che “un ulteriore indicatore di pericolo concreto e attuale di reiterazione di analoghi reati va colto nell’assoluta inconsapevolezza, da parte dell’indagato, della necessità di rispettare le regole della strada osservando i limiti di velocità, soprattutto in quanto ventenne, neopatentato e come tale – sottolinea il gip – tenuto ad applicare maggiore prudenza, al fine di evitare pericolo alla incolumità propria e altrui (il 20enne poteva legittimamente noleggiare una supercar nonostante avesse conseguito il titolo di guida da poco più di due anni, e tuttavia non avrebbe potuto condurla superando il limite di 90 km/h e comunque non avrebbe potuto farlo in un centro urbano, in cui il limite di velocità è fissato a 50 km/h)”.